da appunti del dott. Claudio Italiano
Il termine insufficienza epatica acuta è attualmente impiegato per descrivere la condizione di rapida insufficienza epatica progressiva per necrosi massiva del parenchima epatico, associata all'esordio di encefalopatia entro 8 settimane dall'esordio di sintomi in soggetti senza pregressa anamnesi di epatopatie e di severi deficit di coagulopatie.
Qualora si osservi la comparsa di encefalopatia successivamente a 8 settimane-6 mesi, tale condizione viene definita insufficienza epatica a esordio tardivo. Nonostante da più parti si attenda una ridefinizione di tale termine, non si è ancora raggiunto un accordo in tal senso.
STADI O SEGNI CLINICI
I Lentezza mentale, linguaggio storpiato, stato mentale
lievemente confuso, euforia
II Comportamento inadeguato, agitazione, sonnolenza
III Il soggetto dorme la maggior parte del tempo, ma con frequenti risvegli, marcato
stato mentale confuso
IV Coma
- Intossicazione da paracetamolo
- Farmaci anestetici
- Virus epatotropi (A.B.C.D, febbre gialla)
- Intossicazione da funghi (amanita falloides)
- Infezioni, per es. da leptospirosi
- Epatite autoimmune o lupoide
- Epatite ischemica
- Malattia di Wilson
- S. di Budd Chiari
- Gravidanza e sindrome HELLP, fegato grasso acuto gravidico
- Cause non note
E' clinicamente rilevante poiché è assolutamente necessario porre rapidamente l'indicazione
al trapianto per il paziente affetto da insufficienza epatica fulminante al momento
dell'esordio dell'encefalopatia. Tale distinzione è diagnosticamente valida, dato
che una parte delle cause responsabili di insufficienza epatica acuta è essenzialmente
associata a insufficienza epatica fulminante o insufficienza epatica a esordio tardivo.
Quali sono le cause più frequentemente responsabili di insufficienza epatica
fulminante o insufficienza epatica a esordio tardivo?
Le cause possono variare in base al paese e al centro di riferimento. L'epatite virale
acuta rappresenta di gran lunga la causa più comune (62-68%) negli Stati Uniti e
in numerosi paesi europei (72% in Francia), mentre in Inghilterra l'insufficienza
epatica fulminante è maggiormente imputabile (45-54%) a overdose di paracetamolo.
I virus dell'epatite A, B, D ed E inducono generalmente la comparsa di insufficienza
epatica acuta contrariamente ai virus dell'epatite C, associati alla comparsa
di insufficienza epatica a esordio tardivo. Nonostante il paracetamolo e l'alotano
siano generalmente responsabili di insufficienza epatica fulminante, le altre epatopatie
farmaco-indotte consistono in un'insufficienza epatica a esordio tardivo.
Quali cause bisogna ancora considerare? In quale misura non si riesce a identificare
una causa?
Le rare cause associate alla comparsa di insufficienza epatica fulminante comprendono
morbo di Wilson, epatite attiva cronica autoimmune,
sindrome di Budd-Chiari, fegato
grasso acuto gravidico, diffusa infiltrazione epatica maligna,
epatite acuta da farmaci, riattivazione del
virus dell'epatite B e ipertermia. Il morbo di Wilson e l'epatite attiva cronica
autoimmune sono frequentemente osservabili in presenza di insufficienza epatica
a esordio tardivo. Nonostante il virus dell'epatite E sia raramente responsabile
dell'esordio di insufficienza epatica acuta è opportuno tenerlo in considerazione
in sede di diagnosi differenziale, specialmente in caso di soggetti a contatto con
aree endemiche (nativi o viaggiatori internazionali). E' opportuno valutare la presenza
di carcinoma quale potenziale causa di epatomegalia e ascite osservabili in pazienti
di mezza età o più anziani, senza precedente anamnesi di epatopatie.
La TAC non si rivela spesso di valido aiuto poiché tali tumori si diffondono in modo intrasinusoidale. La diagnosi viene frequentemente formulata successivamente al decesso. L'amiloidosi rappresenta un'ulteriore affezione di tipo infiltrativo riscontrabile in presenza di insufficienza epatica a esordio tardivo. Si rileva riattivazione del virus dell'epatite B (da HVB-DNA-negativo a HVB-DNA-positivo) successivamente a trattamento immunosoppressivo o a chemioterapia; la riattivazione spontanea è piuttosto rara. Non è ancora chiaro in che misura il virus dell'epatite B (HbEAg-negativo) sia responsabile di insufficienza epatica fulminante. La causa responsabile della comparsa di insufficienza epatica fulminante rimane sconosciuta in un elevato numero di pazienti (19-41%), manifestandosi solitamente come insufficienza epatica a esordio tardivo. La maggior parte dei pazienti presenta presumibilmente epatite virale non-A, non-B e non-C. Nonostante si ricorra ad attento esame dell'eventuale presenza di HBV-DNA a livello del fegato, gli agenti responsabili non sono identificabili nella maggior parte dei pazienti affetti da insufficienza epatica fulminante e insufficienza epatica a esordio tardivo.
La prognosi è più favorevole in caso di pazienti affetti da epatite A e insufficienza
epatica indotta da paracetamolo. E osservabile una maggiore percentuale di sopravvivenza
anche in soggetti in stato comatoso o con presenza di severa coagulopatia. Si rilevano
analoghe variabili prognostiche nella totalità degli agenti responsabili di insufficienza
epatica fulminante, fatta eccezione per tossicità indotta da paracetamolo. Nei pazienti
con tossicità indotta da paracetamolo, la percentuale di mortalità associata a severa
acidosi (pH arterioso < 7.3) si attesta infatti sul 95%. In assenza di severa acidosi
è necessario determinare la concomitanza di tutti gli altri fattori avversi (creatinina
> 3.4, INR = International Normalized Ratio, indice normalizzato internazionale >
6.5 ed encefalopatia allo stadio III e IV) al fine di identificare i pazienti a
rischio di mortalità al 95%. Gli indicatori prognostici in caso di insufficienza
epatica fulminante sono descritti nella tabella di seguito. In presenza di un singolo
fattore avverso si rileva una mortalità dell'80% con aumento al 95% in presenza
di tre o più fattori avversi. Il tempo di protrombina > 100 secondi rappresenta
tuttavia una chiara indicazione (anche in assenza di altri fattori avversi) al trapianto
epatico in pazienti affetti da insufficienza epatica fulminante non indotta da paracetamolo.
Il livello del fattore V è fortemente indicativo di mortalità in presenza di insufficienza
epatica fulminante. La possibilità di sopravvivenza nei soggetti allo stadio III
o IV, in assenza di trapianto epatico, è inferiore al 10% qualora il livello del
fattore V sia inferiore al 15-20%.
INDOTTO DA PARACETAMOLO: pH arterioso < 7.3 INR > 6.5 o tempo di protrombina > 100
s Creatinina > 3.4 mg/dl Encefalopatia allo stadio III o IV
NON INDOTTO DA PARACETAMOLO: Epatite non-A, non-B, non-C, farmaci, tossine INR >
3.5 o tempo di protrombina > 50 s Creatinina > 3.4 Ittero > 7 giorni prima dell'esordio
di encefalopatia Bilirubina > 18 mg/dl Età < 10 anni o > 40
È possibile determinare la prognosi di insufficienza epatica a esordio tardivo l'ausilio
del metodo di stadiazione di Childs-Pugh, basato su variabili prognostiche quali
tempo di protrombina, presenza di bilirubina, albumina, ascite ed encefalopatia.
In assenza di trapianto epatico la percentuale complessiva di mortalità, comprensiva di tutte le cause, è del 70%. In caso di epatite A e di insufficienza epatica acuta indotta da paracetamolo la percentuale si attesta sul 50%. Questi dati sono ovviamente forniti da centri di riferimento; negli ospedali ordinari si riscontra verosimilmente una percentuale più elevata. In caso di pazienti in stato di coma (encefalopatia epatica allo stadio IV) e grave coagulopatia oppure livello del fattore V minore del 15% si rileva una percentuale di sopravvivenza senza ricorso a trapianto epatico minore del 10%.
Sebbene l'insufficienza epatica fulminante induca diverse modificazioni metaboliche,
il decesso è generalmente imputabile ad aumentata pressione intracranica, complicanze
infettive o insufficienza multipla d'organo. Ulteriori complicanze comprendono coagulopatia,
insufficienza renale, acidosi lattica, ipoglicemia, ipofosfatemia, ipossiemia e
ipotensione, tutte in reciproca relazione e responsabili, infine, di compromissione
di numerosi' organi. La coagulopatia è imputabile a combinazione di ridotta
sintesi dei fattori di coagulazione e aumento del consumo periferico indotto da
coagulazione intravascolare disseminata. Si rileva ipoglicemia in seguito a compromissione
della gluconeogenesi, ridotta utilizzazione di glicogeno e aumento dell'insulina
circolante. L'acidosi lattica è imputabile a combinazione di ipossia tissutale,
insufficiente apporto epatico e metabolismo del lattato. È osservabile la presenza
di insufficienza renale nel 70% circa dei pazienti con insufficienza epatica fulminante
indotta da paracetamolo e nel 30% circa dei pazienti con insufficienza epatica
fulminante non indotta da paracetamolo. Tra le cause responsabili di insufficienza
renale si osservano ipovolemia, necrosi tubulorenale acuta e sindrome epatorenale.
L'ipotensione, in presenza di adeguato apporto di liquidi, è imputabile a elevata
gittata cardiaca e a diminuita resistenza vascolare periferica. Si osserva ipossiemia
arteriosa in caso di infezioni, emorragia alveolare, shunt arteriovenoso e sindrome
da affezione acuta dell'apparato respiratorio negli adulti. A causa dell'inibizione
della funzionalità immunitaria, di compromessa funzionalità delle cellule di Kupffer
e dei neutrofili oltre a carenza di opsonine, i pazienti risultano maggiormente
predisposti a infezioni batteriche (Gram-negative e Gram-positivi) e fungine (candida).
L'80% circa dei soggetti colpiti da insufficienza epatica fulminante in stato di
coma sviluppa un edema cerebrale, potenziale causa principale di decesso (in sede
di esame autoptico si osserva coning del tronco cerebrale o cerebellare nell'80%
dei pazienti). La patogenesi dello sviluppo di edema cerebrale non è ancora chiara.
Si ritiene indotta dalla combinazione di rigonfiamento degli astrociti (probabilmente
mediato dalle tossine) e fuoriuscita di liquidi (alterazione della barriera ematoencefalica).
E' necessario inviare un paziente affetto da insufficienza epatica fulminante a un
centro terziario? Qual è il trattamento di tali soggetti?
Mantenere il paziente a letto con testa inclinata del 20%, monitorare i
parametri vitali e bioumorali, i segni neurologici, elettroliti, funzionalità
renale
Garantire un'adeguata ventilazione, controllare la saturazione, impiegare
maschera di Venturi
Rimuovere sangue, per es. nelle emorragie gastriche. garantire apporto di
liquidi, apporto calorico
Posizionare un catetere vescicale e controllare la diuresi ed il bilancio idrico
Se vi sono segni di edema cerebrale, trattare
Se vi sono segni di coagulopatia, INR elevato, impiegare plasma fresco, vitamina
K antiemorragica, specie se compare ematuria o sanguinamento gastrointestinale
Trattamento dell'encefalopatia con lattulosio per os, per sondino, per clistere
ecc.
Link in tema:
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