Il trapianto di fegato
- Gastroepato
- Epatologia
- Encefalopatia epatica
- Insufficienza del fegato
- Cirrosi aggiornamento
- La cirrosi epatica cura
- La cirrosi biliare primitiva
- Stato di coma e perche'
- Sindrome epatorenale
E’
l’ultima scelta terapeutica da attuare quando il parenchima epatico è stato distrutto
dalle noxae patogene, siano essi virus, farmaci e sostanze chimiche. L’approccio
preferito e tecnicamente più più avanzato è il trapianto ortotopico, significa che
il fegato malato viene rimosso e l'organo del donatore inserito nella stessa sede
anatomica.
Questa tipologia di trapianto Inizia negli anni '60 da Starzì all'Università del
Colorado e successivamente viene ripetuto all'Università di Pittsburgh e da Calne
a Cambridge. Oggi il trapianto epatico viene ora eseguito di routine da un gran
numero di centri in tutto il Nordamerica e in Europa occidentale. Le percentuali
di successo e sopravvivenza sono migliorati da circa il 30% degli anni '70 a quasi
l'80% di oggi. In Italia esistono diversi centri per il trapianto (cfr appresso).
Questo miglioramento della sopravvivenza, iniziato a partire dai primi anni '80,
è dovuto a:
- il perfezionamento della tecnica chirurgica (compresa l'introduzione, di bypass venovenosi per permettere il ritorno venoso dalla circolazione periferica e viscerale
durante il clampaggio della vena cava inferiore),
- migliore tecnica dell'espianto e della conservazione dell'organo,
- miglior trattamento immunosoppressivo, cioè si scelgono meglio i donatori ed i
pazienti da impiantare
- migliore gestione del paziente nel follow-up e delle complicanze.
Chi è candidato a trapiantarsi di fegato?
I candidati potenziali al trapianto epatico sono i bambini e gli adulti che,
in assenza di controindicazioni sono affetti da epatopatia
grave e irreversibile per la quale sono già state tentate o non sono disponibili
terapie mediche o chirurgiche alternative. In genere si interviene più precocemente
possibile se:
il paziente ha un’epatopatia in fase terminale in cui sia presente o si sia
sviluppata una complicanza pericolosa per la vita come l'insufficienza epatica,
se il soggetto ha una qualità di vita peggiorata a livelli inaccettabili
negli individui in cui l'epatopatia ha determinato un danno irreversibile del sistema
nervoso centrale.
Controindicazioni al trapianto
- tumore extraepatici
- tumori multipli primari o secondari
- malattie cardiorespiratorie gravi
- sepsi
- infezioni da HIV
In ogni caso se migliori sono le condizioni generali del paziente prima del trapianto,
maggiore sarà la probabilità di successo del trapianto. La scelta del momento
migliore in cui eseguire il trapianto è complicata e richiede una valutazione
combinata da parte di epatologi, chirurghi che effettuano il trapianto, anestesisti
e specialisti dei servizi di supporto, oltre che il consenso informato del paziente
e dei suoi familiari.
Trapianto nei bambini
Le indicazioni al trapianto epatico nei bambini sono affetti da:
l'atresia biliare;
le malattie ereditarie o genetiche del metabolismo associate a insufficienza
epatica.
la malattia di Crigler-Najjar di tipo 1 e in alcune malattie ereditarie del
ciclo dell'urea e del metabolismo degli aminoacidi o del lattato-piruvato
bambini con ipercolesterolemia familiare omozigote
ossalosi ereditaria dove il trapianto rene-fegato ha dato buoni risultati.
emofilici con epatite post-trasfusionale e insufflcienza epatica il trapianto
epatico ha portato a una ripresa della normale sintesi del fattore VIII
Epatite neonatale
Fibrosi epatica congenita
Malattia di Alagille
Malattia di Byler
Deficit di ai-antitripsina
Malattie ereditarie dei metabolismo (Malattia di Wilson Tirosinemia Malattie
da accumulo di glicogeno Malattie da accumulo lisosomiale Protoporfiria )
Malattia di Crigler-Najjar di tipo I
Trapianto nell’adulto.
Le indicazioni al trapianto negli adulti sono:
Cirrosì biliare primitiva
Crirrosi biliare secondaria
Colangite sclerosante primitiva
Malattia di Caroli
Cirrosi criptogenetica
Epatite cronica attiva con cirrosi
Trombosi delle vene sovraepatiche
Epatite fulminante
Cirrosi alcolica
Epatìte virale cronica
Neoplasie epatocellulari primitive
Trapianto negli adulti
Il trapianto negli adulti è indicato nei casi di cirrosi
da qualunque causa in fase terminale. Nella colangite sclerosante e nella
malattia di Caroli (dilatazioni cistiche multiple delle vie biliari intraepatiche),
poiché in queste affezioni sono possibili infezioni ricorrenti e sepsi associate
a ostruzione infiammatoria e fibrotica dell'albero biliare, vi può essere un'indicazione
al trapianto. Nei pazienti che vengono sottoposti a trapianto epatico per trombosi
delle vene sovraepatiche
(sindrome di Budd-Chiari)
è essenziale una terapia anticoagulante post-chirurgica e può rendersi necessario
il trattamento della malattia
mieloproliferativa di base, che comunque non costituisce una controindicazione
al trapianto epatico. Se è possibile reperire rapidamente un organo, prima della
comparsa di gravi complicanze, compreso l'edema cerebrale, anche i pazienti con
epatite fulminante sono candidati al trapianto epatico. Più discutibili quali
candidati al trapianto epatico sono i pazienti con cirrosi
alcolica, epatite virale cronica e neoplasie epatocellulari primitive
anche se tutti e tre questi gruppi di pazienti sono considerati ad alto rischio,
il trapianto epatico va offerto a pazienti attentamente selezionati. I pazienti
con cirrosi alcolica vanno considerati candidati al trapianto se sospendono assolutamente
l'assunzione di alcolici. I risultati del trapianto nei pazienti con epatite cronica
C sono favorevoli quanto quelli di altri gruppi di pazienti, nonostante che la reinfezione
del fegato trapiantato ai venga regolarmente. Nei pazienti, con epatite cronica
B il successo del trapianto è ridotto a circa il 10-20%. Comunque, la profilassi
con immunoglobuline anti-HBV durante e dopo il trapianto aumenta le possibilità
successo del trapianto rispetto a quanto osservato nei pazienti con malattia epatica
terminale a eziologia non virale. I problemi legati alla recidiva della malattia
sono discussi in dettaglio più avanti. Anche pazienti con neoplasie epatobiliari
primitive non metastatiche, come il carcinoma
epatocellulare primitivo, il colangiocarcinoma, l’epatoblastoma, l'angiosarcoma,
l'emangioendotelioma epitelioide e l'adenomatosi multipla o massiva, sono stati
sottoposti a trapianto epatico; tuttavia la sopravvivenza complessiva nel caso delle
neoplasie epatobiliari è significativamente più bassa di quella di altri tipi di
epatopatie. Alcuni centri, per tentare di ridurre l’ elevata probabilità di recidiva
del tumore dopo trapianto, stanno valutando protocolli di chemioterapia sperimentale
aggiuntiva. Un'eccellente sopravvivenza a lungo termine senza recidive in pazienti
con carcinoma epatocellulare non resecabile con una singola lesione inferiore a
5 cm o con tre lesioni o meno di dimensioni inferiori a 3 cm è stata riportata da
alcuni centri. Poiché il colangiocarcinoma recidiva quasi sempre, questo tumore
non rappresenta più una indicazione al trapianto.
CONTROINDICAZIONI
Le controindicazioni assolute al trapianto comprendono:
gravi malattie sistemiche minacciose per la vita,
infezioni batteriche o fungine extraepatiche incontrollabili,
gravi cardiopatie o pneumopatie, anomalie congenite multiple non correggibili
pericolose per la vita
neoplasie metastatizzate,
tossicodìpendenza attiva o alcolismo
infezione da virus dell'immunodeficienza umana (HIV).
Età > di 60 anni, poiché sono stati sottoposti a trapianto con successo pazienti
di 60 e addirittura di 70 anni molto ben selezionati, l'età avanzata non è più considerata
di per sé una controindicazione assoluta, ma deve essere eseguita una valutazione
preintervento molto accurata al fine di escludere una
cardiopatia ischemica
altre controindicazioni relative sono l'epatite B in fase di replicazione attiva,
la trombosi della vena porta,
una malattia renale preesistente
non associata all'epatopatia,
la sepsi intraepatica o biliare, una grave ipossiemia da shunt intrapolmonare
destra-sinistra,
un precedente intervento chirurgico estensivo epatobiliare
grave patologia psichiatrica
Considerazioni tecniche
I donatori di fegato devono essere persone sane, in genere sono soprattutto
vittime di traumi cranici.
Se sono rispettati i criteri riportati qui di seguito, sono accettabili organi di
:
- donatori cerebralmente morti di etànon superiore a 60 anni:
- persone con stabilità emodinamica, adeguata ossigenazione,
- assenza di infezioni batteriche o fungine, esclusione sierologica dei virus
dell'epatite B e
C e dell'HIV
- assenza di traumi addominali,
- assenza di disfunzioni epatiche.
Si procede mantenendo le funzioni cardiovascolare e respiratorie artificialmente
sino alla rimozione del fegato. Nella selezione del donatore è importante tenere
in considerazione la compatibilità del gruppo sanguigno ABO e le dimensioni dell'organo
del donatore e del ricevente; tuttavia, in casi particolari di emergenza o di notevole
scarsità di organi, si eseguono anche trapianti ABO-incompatibili e trapianti con
dimensioni dell'organo del donatore ridotte. La tipizzazione tissutale per il sistema
HLA non è richiesta e la presenza di anticorpi citotossici HLA non preclude il trapianto
epatico Dopo la perfusione con una soluzione fredda di elettroliti, il fegato del
donatore viene rimosso e conservato in un contenitore contenente ghiaccio. L'uso
della soluzione dell'Università del Wisconsin (UW), ricca di lattobionato e raffinosio,
ha permesso di allungare il periodo di ischemia fredda sino a 20 ore; tuttavia,
il termine di 12 ore rappresenta un limite più ragionevole.Scelta dei
pazienti
Stante la carenza di organi disponibili occorre una precisa definizione di
criteri per il trapianto; intanto si deve tenere conto del MELD score che si
basa su una formula che tiene conto della bilirubina e della creatinina sierica
e dei parametri della coagulazione, cfr SCORE
EPATICO. Attualmente lo score MELD >15 rappresenta il cut-off di riferimento
per l'inserimento di un paziente con cirrosi epatica in lista di attesa per il
trapianto. Nel caso di insufficienza epatica
acuta ALF devono essere presi in considerazione altri criteri, per es. in
caso di ingestione di paracetamolo il valore di pH <7.3, il tempo di protrombina
>100 sec, la creatininemia >3.5 mg/dL o l'encefalopatia al IV stadio sono
criteri importanti per la scelta (vedi Criteri del King's College Hospital per
il trapianto di fegato). Negli altri casi di insufficienza epatica si fa
riferimento al tempo di protrombina se >100 sec, età del paziente tra <10 e >40
anni, > 1 settimana tra comparsa dell'ittero e dell'encefalopatia, bilirubina >
15mg/dl.
Trapianto di fegato
Tecnica chirurgica La rimozione del fegato nativo è tecnicamente difficile, particolarmente
in presenza di ipertensione portale con associata
circolazione collaterale e varici estese; l'intervento è ancora più difficile in
presenza dì aderenze dovute a precedenti interventi chirurgici addominali. La combinazione
di ipertensione portale e coagulopatia (allungamento del tempo di protrombina e
trombocitopenia) si traduce in un aumento della richiesta di emotrasfusioni. Dopo
la dissezione della vena porta e della vena cava inferiore intraepatica e sovraepatica,
si applica un sistema di bypass venovenoso a pompa per ridistribuire il sangue dalla
vena porta e dalla vena cava inferiore, al fine di prevenire la congestione degli
organi viscerali. Una volta effettuata la dissezione dell'arteria epatica e del
coledoco, il fegato nativo viene rimosso e l'organo del donatore inserito.
Problemi durante la fase di rimozione del fegato o anepatica i rianimatori devono
sopperire e correggere:
coagulopatia,
ipoglicemia
ipocalcemia
ipertermia
Vengono quindi eseguite in successione le anastomosi della vena cava, della vena
porta, dell'arteria epatica e dei dotti biliari, quest'ultima per sutura terminoterminale
dei dotti biliari del donatore e del ricevente o mediante una coledocodigiunostomia
ad ansa Roux-en-Y se il coledoco del ricevente non può essere utilizzato per la
ricostruzione (per es., nella colangite sclerosante). Un intervento di trapianto
epatico dura di solito 8 ore, con un range di 6-18 ore; a causa dell'eccessivo sanguinamento
durante l'intervento chirurgico, può essere necessaria la somministrazione di emoderivati
e di espansori del plasma.
segue > trapianto fegato nel post-operatorio
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