(cfr anche gli obiettivi della cura per il diabete)
Introduzione al diabete
Mi viene in mente il caso di quella nostra giovane paziente di nazionalità eritrea,
seguita nelle nostre divisioni di Medicina Interna, per la quale fu posta diagnosi
di
Una volta a casa come si deve seguire e curare una persona diabetica?
Le persone affette da diabete devono ricevere le cure da parte del medico di medicina generale e del team diabetologico, coordinato da un medico diabetologo; il team comprendente medici, infermieri, dietisti, podologi, professionisti di salute mentale, in grado di mettere in atto un approccio integrato di gestione della malattia, idoneo al trattamento di una patologia cronica. (Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B). Questo è quanto dispongono le nuove linee guida per il trattamento del diabete mellito, ma si tratta di consigli non facilmente applicabili.
Chi vi scrive, per esempio, si confronta con difficoltà ben maggiori nella gestione del paziente diabetico, dove spesso, se il medico diabetologo non è disponibile a seguire non solo coloro che accedono al servizio diabetologico essendo in lista per le visite, ma anche chi necessita di una valutazione urgente e se non intende collaborare col medico di medicina generale, si determina un danno ai fini del buon controllo e della buona gestione del paziente una volta a domicilio.
Una volta agganciati al servizio occorre "to take care", cioè prendere in carico il paziente e seguirlo con affetto.
I diabetici devono assumere un ruolo attivo nel piano di cura,
formulato come un'alleanza terapeutica personalizzata tra il paziente, la sua famiglia
e i membri del team diabetologico. Attenzione particolare deve essere posta all'età
del paziente, all'attività scolastica e lavorativa, all'
Il fatto di adeguare le cure al lavoro, sembra esagerato, ma pensiamo, per esempio, come è capitato a me, il caso di un camionista col diabete, che deve curarsi e deve guidare un tir e che non sa di avere uno scompenso glicometabolico!
Come gli spieghi di cambiare lavoro subito? Come lo tratti?
Il piano di cura deve comprendere
un programma di educazione all'autogestione del diabete, che garantisca, tramite
l'utilizzo di strategie e tecniche diversificate a seconda dell'età e del livello
socio-culturale del paziente, un adeguato apprendimento delle modalità di risoluzione
delle varie problematiche connesse con la gestione della malattia.
Queste direttive sono quelli più auspicabili, dove spesso, ribadiamo,
ci imbattiamo nel problema della gestione di base del paziente, ciò per politiche
miopi che non vedono nell'arma della prevenzione
e della spesa in prevenzione la risposta ai disagi che si creeranno a breve nella
gestione intensiva del paziente diabetico in ospedale
con diabete, che non è solo il paziente con le glicemie elevate, ma il
La prima valutazione di un paziente diabetico deve comprendere una visita medica completa, estesa anche alla ricerca di complicanze croniche, sia macro che microangiopatiche
Il piede diabetico
La retinopatia diabetica
La retinopatia diabetica, prevenzione
e cura
La nefropatia diabetica
La neuropatia diabetica
Dolore alle gambe e diabete
La neuropatia diabetica
Occorre valutare gli esami di laboratorio
HbA1c o emoglobina glicata (controllo glicemico).L'HbA1c riflette la glicemia media degli ultimi 2-3 mesi, per determinare se il controllo metabolico è stato raggiunto e mantenuto nell'obiettivo è richiesta una misurazione all'incirca ogni 3 mesi. La regolare effettuazione dell'HbA1c permette di rilevare in modo tempestivo un allontanamento dall'obiettivo terapeutico. Per il singolo paziente la frequenza del dosaggio dell'HbA1c dovrebbe dipendere dalla situazione clinica, dal tipo di terapia in atto e dal giudizio del curante. Il controllo glicemico è meglio valutabile se si combinano i risultati dell'automonitoraggio glicemico e dell'HbA1c; quest'ultimo, infatti, non dovrebbe essere utilizzato solo per valutare il controllo glicemico degli ultimi 2-3 mesi, ma anche per verificare la precisione del reflettometro utilizzato, il diario del paziente e l'adeguatezza del piano di automonitoraggio.
Nefroangiosclerosi, nefropatia diabetica |
Caso clinico della dott.ssa Sara Gilda Adamo, |
HbA1c %
|
glicemia plasmatica media espressa in mg/dl
|
6 | 135 |
7 | 170 |
8 | 205 |
9 | 240 |
10 | 275 |
11 | 310 |
12 | 345 |
Profilo lipidico a digiuno, comprendente colesterolo totale, colesterolo
HDL, trigliceridi e colesterolo LDL.
Test di funzionalità epatica ed eventuali approfondimenti nel sospetto di
steatosi o epatite.
Microalbuminuria in tutti i diabetici tipo 2 e nei diabetici tipo 1 con durata
di malattia >5 anni (valutazione per nefropatia)
Creatininemia (nel bambino solo in presenza di proteinuria) e stima della
filtrazione glomerulare.
Nei diabetici tipo 1 alla diagnosi: screening di tiroidite autoimmune e
malattia celiaca: TSH, FT4, anticorpi antitiroide, EMA o anti-transgluta
minasi*, IgA.
Esame delle urine per valutare chetonuria, proteinuria e sedimento
Elettrocardiogramma nell'adulto, se clinicamente indicato.
Visita oculistica, sempre indicata, specie per il sospetto di retinopatia
Pianificazione familiare per le donne in età riproduttiva.
Terapia medica nutrizionale, se indicata.
Consulenza di specialista in terapia educativa, se questa non è garantita dal
medico o da altre figure del team diabetologico.
Consulenza di specialista in terapia comportamentale, se indicata.
Consulenza di specialista del piede, se indicata.
Altre visite specialistiche e servizi se necessari.
Nel caso di scompenso glicometabolico è opportuno rivedere la condotta
terapeutica ed instaurare eventuali terapie insuliniche o altre cure più
intense. (Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B)
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