Deve un paziente diabetico praticare dello sport? Ci sono controindicazioni a che non svolga un'attività sportiva? Cosa consigliare ad un diabetico, come aiutarlo a mantenere il compenso glicometabolico? Gli studi epidemiologici osservazionali (Nurses’ Health Study e di intervento non controllati e controllati hanno raggiunto simili conclusioni. Interventi per migliorare lo stile di vita, che includano un’attività fisica aerobica di moderata intensità e della durata di almeno 20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana e perdita di peso del 5%, riducono di circa il 60% l’incidenza del diabete mellito tipo 2 e rappresentano, pertanto, uno strumento preventivo e terapeutico particolarmente efficace per arrestare o rallentare l’epidemia di diabete. L’adozione e il mantenimento di un programma di attività fisica può essere facilitato da programmi di educazione terapeutica in cui venga misurato regolarmente il livello di attività fisica svolta.
L’obiettivo del trattamento dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 (DMT2) è quello di mantenere i livelli glicemici quanto più possibile vicini ai valori di normalità, sia per prevenire le complicanze acute, sia per ridurre la micro- e macroangiopatia a lungo termine. Nei pazienti con diabete di tipo 2 si pone l’ulteriore necessità di focalizzare la gestione terapeutica sul controllo della pressione arteriosa e del profilo lipidico per ridurre gli eventi macrovascolari.
Solitamente, il trattamento richiede l’impiego dei farmaci, ma esiste una chiara evidenza del fatto che importanti modificazioni dello stile di vita permettono di conseguire gran parte degli obiettivi terapeutici precedentemente indicati senza il ricorso ai farmaci. Una significativa riduzione del peso corporeo, ottenuta mediante una dieta ipocalorica o la chirurgia bariatrica, può portare alla completa e prolungata remissione del diabete, mentre lo svolgimento regolare dell’attività fisica riduce la macroangiopatia a medio e lungo termine. Ai pazienti con diabete di tipo 2 le Linee guida raccomandano l’adozione di interventi mirati ad uno stile di vita salutare (dieta ed esercizio fisico). La perdita di peso può ritardare la progressione da prediabete a diabete di tipo 2; inoltre, crescenti evidenze indicano che la riduzione ponderale ha importanti effetti in termini di miglioramento del controllo glicemico sia nelle fasi iniziali che in quelle avanzate del diabete.Per quanto concerne l’esercizio fisico, la maggior parte degli adulti affetti da diabete dovrebbe svolgere settimanalmente almeno 150 minuti di attività aerobica di moderata intensità, distribuiti su un minimo di 3 giorni/settimana, separati da non più di 2 giorni consecutivi di inattività fisica. Una minore durata di attività intensa (minimo 75 min/settimana) o degli intervalli di allenamento può risultare sufficiente nei pazienti giovani fisicamente in forma. Tutti i pazienti adulti, in modo particolare quelli affetti da diabete di tipo 2, dovrebbero ridurre il tempo trascorso in comportamenti sedentari. Il mantenimento della posizione seduta do-vrebbe essere interrotto ogni 30 minuti per produrre effetti positivi sui livelli glicemici. Ai pazienti diabetici sedentari si deve raccomandare lo svolgimento di attività fisiche, tra cui la camminata, i lavori domestici, il giardinaggio, il nuoto ed il ballo
Gli obiettivi della terapia nutrizionale nei pazienti diabetici adulti sono finalizzati a:
1. Promuovere e sostenere schemi alimentari salutari, privilegiando l’assunzione di cibi ricchi di nutrienti, nelle adeguate quantità, per migliorare lo stato di salute generale è raggiungere e mantenere il peso corporeo ottimale per conseguire gli obiettivi personalizzati dei valori glicemici, della pressione arteriosa e del profilo lipidico e ritardare o prevenire le complicanze del diabete.
2. Rispondere a specifiche esigenze nutrizionali dettate da preferenze personali e culturali, alfabetizzazione sanitaria, accesso a cibi salutari, volontà e capacità di modificare le abitudini e da eventuali ostacoli al cambiamento.
3. Mantenere intatto il piacere di mangiare fornendo messaggi non giudicanti riguardo alla preferenza degli alimenti, ma limitandosi a indirizzare la loro scelta solo quando questa è indicata da evidenze scientifiche.
4. Fornire ad una persona diabetica gli strumenti pratici per elaborare schemi dietetici sani, piuttosto che focalizzare l’attenzione su specifici macronutrienti, micronurienti o singoli alimenti.Un’alimentazione razionale, corretta in termini di apporto calorico ed equilibrata sotto il profilo qualitativo è fondamentale nella terapia del diabete. Gli obiettivi essenziali del trattamento del paziente diabetico sono il raggiungimento e/o il mantenimento del peso fisiologico, la correzione e la prevenzione dell’iperglicemia, la riduzione del rischio aterosclerotico.
Per quanto riguarda le abitudini alimentari, molti studi epidemiologici hanno tentato di valutare la relazione tra quantità/qualità degli acidi grassi della dieta e il rischio di diabete tipo 2. La maggior parte delle evidenze disponibili indica che è più importante la qualità piuttosto che la quantità totale dei nutrienti: in particolare, gli acidi grassi saturi aumentano il rischio di diabete tipo 2, mentre la parziale sostituzione di questi con acidi grassi insaturi (poli- e monoinsaturi) lo riduce.
Nell’ambito di questi ultimi, un discorso a parte meritano gli acidi grassi n- 3 e/o il consumo di pesce, in quanto la maggior parte degli studi a riguardo mostrerebbe un effetto protettivo del pesce nei confronti del diabete tipo 2. Per quanto riguarda i carboidrati, la maggioranza degli studi epidemiologici osservazionali suggerisce che una dieta ricca in fibre e in alimenti a basso indice glicemico è protettiva nei confronti del rischio di diabete tipo 2.
I due studi più recenti di prevenzione primaria del diabete tipo 2, il DPS (Finnish Diabetes Prevention Study) e il DPP (Diabetes Prevention Program) prevedevano, come base dell’intervento multifattoriale sullo stile di vita, una riduzione del consumo di grassi saturi e un aumento delle fibre vegetali oltre alla riduzione ponderale e all’aumento dell’attività fisica. È verosimile che la riduzione dell’incidenza di diabete tipo 2 ottenuta in questi studi sia dovuta in parte anche alle modifiche della dieta; tuttavia, non è possibile definire quanto dei risultati ottenuti derivi dall’attuazione dei singoli interventi. Recenti analisi del DPS dimostrano che, indipendentemente dalla pratica dell’esercizio fisico e dai valori iniziali di glicemia, i soggetti che seguivano una dieta povera in grassi e con elevato contenuto di fibre mostravano una maggiore riduzione ponderale e una minore incidenza di diabete in confronto ai soggetti che seguivano una dieta ricca in grassi e povera di fibre.Il fabbisogno proteico delle persone con diabete non si differenzia da quello delle persone non diabetiche; d’altra parte l’apporto proteico non rappresenta un aspetto essenziale nell’ambito dei suggerimenti che devono essere impostati nella prescrizione dietetica per un paziente con diabete. Pertanto, l’apporto giornaliero di proteine raccomandato per le persone con diabete deve essere sostanzialmente simile a quello consi-gliato per la popolazione senza diabete e comunque non deve superare il 20% delle kcalorie totali.
I grassi saturi devono costituire non più del 10% (idealmente intorno al 7-8%) dell’apporto energetico totale e l’introito lipidico totale non deve superare il 25-30% delle kcalorie giornaliere. L’introito di acidi grassi trans deve essere estremamente contenuto. Nell’ambito di una dieta a basso tenore lipidico e con un ridotto quantitativo di grassi saturi, gli acidi grassi monoinsaturi e alcuni polinsaturi possono essere aumentati (4).Per quanto riguarda il punto centrale dell’approccio dietoterapico al paziente diabetico, e cioè il problema del contenuto di carboidrati, l’indirizzo nutrizionale più ragionevole e condiviso da molti Autori e associazioni prevede una quantità di glucidi che copra il 55-60% delle calorie totali.
E' il soggetto che avete di fronte una persona di buona cultura, nel senso che deve essere in grado di autogestire il suo diabete?
fumo va sempre scoraggiato, specialmente nel paziente diabetico, dove esistono studi in merito che dimostrano un altissimo rischio di complicanze vascolari e l’impennata del rischio di morte. Parimenti va scoraggiato l’uso degli alcolici e delle sostanze drogasti che; l’unico alcolico che può essere assunto è qualche dito di vino rosso ai pasti, per il suo apporto di fenoli. Attenzione va posta alla dieta per il paziente diabetico ed a eventuali incrementi ponderali che vanno scoraggiati e controllati, specie negli adolescenti diabetici o a rischio di diventarlo. Per la donna occorre particolare attenzione circa le problematiche connesse con la sua fertilità, le infezioni genitali frequenti (candidosi), la contraccezione e le gravidanze. Infine uno sguardo ancora va rivolto alle patologie connesse o concomitanti al diabete: • Sintomi riferibili a patologie che possono causare diabete secondario (per es.: emocromatosi, malattie pancreatiche). • Trattamento attuale del diabete: farmaci, piano alimentare, autocontrollo.• Infezioni precedenti o attuali, a carico di cute, piedi, denti o apparato genitourinario. • Sintomi o trattamenti in atto delle complicanze del diabete, a carico di: occhi (retinopatia), reni (nefropatia), nervi periferici (neuropatia) apparato genitourinario (incluse le patologie sessuali), vescica, per l'uomo se susssistono problemi di impotenza. Per approfondire il tema: La diagnosi di Diabete
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