appunti personali del dott. Claudio Italiano,
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Quante volte giungono presso il nostro ambulatorio di diabetologia pazienti che non sanno come gestire il loro diabete. Occorre passo passo spiegare loro come agire, come controllare le glicemie, quali alimenti preferire, quale life style perseguire? Come è a tutti noto, a domicilio, per controllare la glicemie si ricorre ad un apparecchio di misurazione, che ha delle strisce che presentano un forellino all'estremità che aspira il sangue dai polpastrelli che avrete punto nel frattempo lateralmente, attorno al margine ungueale, mai al centro (!), altrimenti sono dolori. Vediamo ora come, quando e perchè controllare le proprie glicemie. L’automonitoraggio glicemico consente una modificazione dello stile di vita con effetti benefici a lungo termine per il soggetto con diabete.
Avere delle impennate glicemiche significa danneggiare il sistema vascolare, tanto che uno studioso ha definito il diabete “la malattia del vasi del circolo con la glicemia alta”. Cioè il diabete significa soprattutto un danno del sistema vascolare e non solo. Così solo un buon controllo della malattia significa evitare le complicanze, micro e macroangiopatiche: retinopatia diabetica, nefropatia diabetica, neuropatia diabetica, malattia ateromasica, ictus e infarto. Però controllare le glicemie nel paziente diabetico significa anche conoscere gli alimenti giusti ed attuare una dieta mediterranea, attraverso le indicazioni forniti dalla nuova “piramide alimentare” ed i suggerimenti per il giusto life style.
Come controllare le glicemie? Innanzitutto occorre eliminare i cibi che hanno un indice glicemico esagerato, per esempio quelli che si assimilano prima e che causano un repentino innalzamento della glicemie. Esempio per tutti ne siano i dolci e gli zuccheri a rapido assorbimento, che sovraccaricano di lavoro un pancreas già debole e sfiancato. Nel soggetto diabetico,infatti, quando già si è manifestato il diabete, significa che il 50% della riserva di beta cellule del pancreas è andata distrutta. Da qui la necessità di preferire cibi la cui digestione è più lenta, nel senso che l’impennata glicemica del post prandium deve essere lenta e graduale (cfr le pericolose glicemie del post-prandium). Sono queste veramente le glicemie più pericolose della giornata, quelle che modificano il valore della emoglobina glicata e che causano il danno vascolare. Se siete già stati dal medico e questi vi ha spiegato come controllare le vostre glicemie, ma ora avete poche idee ma ben confuse, vediamo insieme di capire come monitorare le glicemie. I casi che contempliamo sono tre:
a) Paziente in terapia con ipoglicemizzanti orali, per i quali è importante sapere se l’ipoglicemizzante e la dietoterapia diabetica hanno funzionato nel post-prandiumb) Paziente in terapia insulinica in buon compenso c) Paziente con scompenso glicometabolico che necessitano di un monitoraggio intenso delle glicemie.
E voi a quale tipo appartenete?
a) Se siete pazienti ancora in terapia orale, magari coadiuvati dalle incretine, questi nuovi farmaci che proteggono il vostro pancreas dallo stress terapeutico, allora il vostro schema di monitoraggio ideale prevederà i controlli a digiuno e due ore dopo i pasti principali, pranzo e cena per controllare se la glicemia a due ore dal pasto continua ad essere elevata, per esempio oltre il 140 mg%; in questo caso, vi rivolgerete al medico per scegliere l’ipoglicemizzante che più vi si adatta, per esempio una glinide, che ha una azione più pronta e veloce, ma che, come effetto collaterale, pressa e “spreme “ di più la vostra beta cellula, sempre associando la cura alla dieta ed all’esercizio fisico per almento 60 minuti al giorno. <
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