Una delle domande più frequenti che viene rivolta al diabetologo è quella mirante a conoscere la giusta dieta da seguire per il diabete.
Come saprete, il diabete mellito è quella malattia che si caratterizza per l'alterato metabolismo glucidico, cioè l'organismo pur essendo "ricco" di glucosio, che si reperta nel sangue circolante in alto dosaggio, non è in grado di metabolizzare tale zucchero, cioè il glucosio.
In sostanza è come se fossi alla pompa della benzina, avessi il serbatoio stracolmo di carburante, ma mi si fosse fusa la pompa della benzina e di conseguenza la benzina non potrebbe entrare nei cilindri!
Girando i concetti, il diabetico è come una macchina, piena di glucosio, ma non ha la chiave (insulina) per accendere il motore e, dunque, la benzina non arriva al cuore del sistema.
Nel nostro caso, il motore è la cellula del nostro organismo, sia essa quella nervosa o quella dei vari tessuti. L'insulina, infatti, è la chiave che consente tale passaggio, cioè il passaggio del glucosio dentro la cellula e quindi il suo impiego come carburante energetico della cellula.
Il diabete mellito è una sindrome caratterizzata da iperglicemia secondaria ad un difetto di secrezione o di attività dell'insulina o più spesso da entrambi.
Nel paziente diabetico una dietoterapia è essenziale per:
evitare eccesso di zuccheri, specie raffinati, nella dieta per evitare
pericolose impennate glicemiche
evitare l'introito di grassi, specie quelli saturi, che vanno notevolmente
limitati, per correggere la dislipidemia, spesso frequente nel diabete tipo 2 e
per la steatosi epatica
ridurre le calorie della dieta per ridurre l'eccesso di peso corporeo, che
contribuisce allo sviluppo del diabete tipo 2, va corretto, appunto, con un
introito di calorie inferiore alle calorie consumate.
Inoltre questi pazienti diabetici ed obesi con BMI > 25 kg/m2 devono effettuare una rigorosa dieta ed effettuare esercizio fisico per "bruciare" calorie.
La dieta del paziente diabetico presuppone un "counselling nutrizionale", cioè
occorre che il paziente sia:
rendere il paziente consapevole delle proprie abitudini alimentari errate
rendere il paziente edotto dell'importanza di attuare una dieta "bilanciata"
che contiene anche i carboidrati
rendere il paziente autonomo nella gestione di un comportamento alimentare
corretto, nel senso che egli deve "saper scegliere" gli alimenti giusti per la
sua dieta e sapere cosa può giovare per mantenere un ottimale stato di salute.
Allora gli obiettivi principali della dieta per la terapia del diabete mellito sono:
il controllo glicemico, cioè fare in modo che la glicemia non s'impenni!
il controllo del peso corporeo, cioè evitare che l'organismo, sottoposto al segnale insulinico, finisca per ingrassare a livello dell'addome, cioè sviluppi un'obesità centrale
il controllo della lipidemia, poiché il corpo umano, non potendo "bruciare" glucosio, brucia i grassi, cioè i lipidie genera corpi chetonici, potendo arrivare, nei casi, piùgravi a dare il coma diabetico, il coma chetoacidotico, il coma iperosmolare.
Carboidrati e fibre nella dieta del diabetico
La terapia medica nutrizionale nel diabete:
riduce il rischio di diabete nelle persone sovrappeso e obese o con
alterazioni glicemiche;
favorisce il raggiungimento e il mantenimento di un appropriato controllo
metabolico, glucidico, lipidico e pressorio;
previene o ritarda lo sviluppo delle complicanze croniche del diabete
La terapia dietetica è molto simile nei due tipi di diabete anche se:
per i diabetici di tipo 1 andrà posta maggiore attenzione all'apporto di alimenti ed in particolar modo di carboidrati.
per i diabetici di tipo 2, spesso in sovrappeso, la dieta andrà calibrata in modo tale da favorire la riduzione del peso corporeo fino a livelli accettabili. Un semplice calo ponderale del 5-10% migliorerà il controllo metabolico favorendo la riduzione della glicemia, della pressione arteriosa ed il miglioramento del quadro lipidico e del danno al miocardio.
importanza del cosiddetto counting dei carboidrati, cioè rapporto Insulina/CHO, esempio 1 unità di insulina riesce a fare metabolizzare 10-15 g di carboidrati. Per esempio se consumo 100 grammi di spaghetti, allora ho bisogno di 10 unità di insulina per metabolizzare quel piatto di spaghetti
Naturalmente la dieta dovrà tener conto dei gusti e delle preferenze individuali, integrandosi nelle abitudini dietetiche del diabetico e fornendo una scelta di alimenti accettata e gradita, ma il contenuto in carboidrati deve essere stabile, intorno al 40-50% dell'energia totale giornaliera.
I CHO (carboidrati) rappresentano quindi la quota principale di nutrienti nel calcolo complessivo delle calorie giornaliere, anche se un pazienti è diabete. Al momento infatti non ci sono evidenze che giustifichino l'utilizzo di diete a basso o bassissimo contenuto di CHO.
Queste diete sono infatti spesso ricche in grassi, e possono pertanto
determinare un peggioramento della sensibilità insulinica.
In particolare, viene consigliato il consumo soprattutto di carboidrati
complessi, cioè cereali, per esempio, che si assimilano con estrema
lentezza e un minor consumo di carboidrati semplici.
Nella scelta degli alimenti che contengono CHO sono importanti infatti sia la
quantità che la qualità.
Per approfondire il concetto di
Significa che alimenti che contengono la stessa quantità di carboidrati possono dare risposte glicemiche differenti, proprio perché la qualità dei CHO che contengono è diversa. Una cosa, per esempio, è se mi nutro con zucchero in polvere purissimo, un'altra cosa è se mi nutro con cereali grezzi che per digerirli impiego 2 ore. E' chiaro che nel primo caso l'impennata glicemica e l'assimilazione degli zuccheri è immediata e mi ritrovo con glicemie di 400 mg% se sono diabetico, mentre nel secondo caso, la mia glicemia si alzerà con lentezza.
Questo, in soldoni, è il concetto dell'indice glicemico, che indica quindi la
risposta glicemica dopo ingestione di 50 g di un alimento rispetto alla stessa
quantità di un alimento di riferimento (di solito il glucosio o il pane bianco),
espresso in percentuale.
Vediamo alcuni esempi pratici:
ALIMENTO/INDICE GLICEMICO
PANE 100
PATATE 103
ZUCCHERO 97
RISO COMUNE 80
RISO PARBOILED 68
BANANE 76
SPAGHETTI 66
ARANCE 62
LATTE 50
FAGIOLI 40
LENTICCHIE 40
Definizione
L'indice glicemico indica quindi la risposta glicemica dopo ingestione di 50 g di un alimento rispetto alla stessa quantità di un alimento di riferimento (di solito il glucosio o il pane bianco), espresso in percentuale.
Sfatiamo subito un concetto radicato nella mente del popolo.
Non è vero che il diabetico non può mangiare pasta e pane
Infatti la sua dieta deve essere equilibrata e bilanciata, cioè il diabetico deve mangiare tutti i tipi di alimenti ma al giusto dosaggio.
I carboidrati rappresentano il 50-55% delle calorie quotidiane. Andranno preferiti quelli a basso indice glicemico, meglio cioè se associati a fibre (in questo caso la quota di carboidrati nella dieta può arrivare al 60% delle calorie totali).
Ogni 1000 Cal, almeno 20-25 g di fibre idrosolubili per creare una massa viscosa di scarso assorbimento, per es. quelli provenienti dalle verdure, per dare sazietà e per rallentare la digestione dei cibi, oppure insolubili, che danno massa fecale, per aumentare la peristalsi e favorire la defecazione.
I grassi molto scarsi sotto il 10%, specie quelli saturi, mentre alcuni grassi i polinsaturi vanno preferiti, meglio se le insaturazioni sono molteplici e la molecola lunga e flessibile.
Il resto è costituito da proteine come quelle del pesce e sale scarso, solo 4 grammi/die.
L'alcool e gli spiriti sono aboliti nel diabetico, perchè si trasformano in trigliceridi, mentre il vino rosso, leggero, è preferito purché a piccole dosi, mezza coppa a pasto.
COLAZIONE : LATTE SCREMATO E CAFFE'
BREAK CON MEZZA MELA O QUALCHE CRAKERS
PRANZO
PRIMO PIATTO DI PASTA O RISO, PER GRAMMI 80-100 COMPLESSIVI E PANE INTEGRALE,
OTTIMI I LEGUMI, LE MINESTRE VEGETALI
SECONDO PIATTO DI CARNE O PESCE PER GRAMMI 100 O 120, ALLA BRACE, CONDITO CON LIMONE,
ACETO DI MELE OD OLIO DI MAIS O POCO OLIO DI OLIVA
CONTORNI DI VERDURE LESSE O VERDE O MISTA, CON POCO CONDIMENTO E POCO SALE
UN FRUTTO NON ZUCCHERINO, MEDIO.
CENA
PANE INTERGRALE PER GRAMMI 80
SECONDO DI BRESAOLA, O 1/2 MOZZARELLA, o 40 DI FORMAGGIO MAGRO
CONTORNO DI VERDURA
UN FRUTTO NON ZUCCHERINO.
MAI USARE ZUCCHERO MA PER ES. ASPARTAME PER DOLCIFICARE; MAI DOLCI O BEVAMDE ZUCCHERATE!
MAI PIATTI ELEBORATI CON CONDIMENTI ESAGERATI, BESCIAMELLE, INTINGOLI VARI: IL DIABETICO
TENDE ALLA MALATTIA ATEROSCLEROTICA, INFARTO
CARDIACO, ICTUS,
AOCP,
RETINOPATIA DIABETICA,
DISLIPIDEMIA.
ALIMENTI DA EVITARE: tutti i dolci in generale, pure se fatti in casa!, zucchero e miele, zuccheri raffinati ad alto contenuto glucidico e lipidico, grassi, strutto, burro, margarine, la marmellata; primi piatti elaborati preparati con condimenti grassi (lasagne, tortellini, cannelloni, risotti ecc.); pizze elaborate ma non quelle dietetiche, sostituti del pane con grassi aggiunti e sale (crackers, grissini, panini all'olio, focacce); frutta secca (pinoli, mandorle, castagne, noci, arachidi, datteri ecc.), avocado, frutta sciroppata, banane, mandarini, uva, melograno, fichi, cachi o loti; evitare i succhi di frutta e le bevande zuccherate in genere indice delle diete