a cura del dott. Claudio Italiano
Avete eseguito delle analisi cliniche. Guardando i risultati, avete notato che i valori della glicemia erano elevati, intorno a 130 mg% a digiuno. Nessun problema, avete pensato ! MI metterò a dieta e mangerò di meno, in questi tempi siete stati molto stressati sul lavoro e per problemi in famiglia. Niente di più sbagliato ! Avere una glicemia di 130 mg% è considerata una condizione correlata al diabete mellito, specialmente se è la seconda volta che i valori della glicemia si sono elevati. Ma anche se aveste avuto 122 mg%, pur se non potevate essere classificati come diabetici, parimenti avreste dovuto mettervi in cura preventiva.
Vedete il video oppure parlatene direttamente al Vs medico curante!
Il video da' informazioni circa la diagnosi di diabete mellito per la quale c'è molta confusione, ma bastano 2 glicemie maggiore di 126 mg/dL per porre diagnosi o di una emoglobima glicata maggiore di 6,5 . Anche la vecchia curva da carico, meglio se con insulinemia basale e dopo carico, può dare idea del diabete tipo 2. La cura oggi prevede l'impiego di nuove terapie. Il video si ferma con l'elenco dei farmaci. Oggi si preferisce prescrivere GLP1 AR e SGLT2i. Vedi il link: Nuove cure per il diabete oggi
Per approdondire il tema:
I controlli per il paziente diabetico al momento della visita
L'anticamera del diabete, l'insulinoresistenza
Il diabete: beta ed alfa cellula
Diabete, la classificazione in tipi
Fate il Test per il rischio di diabete
Chi possiamo definire diabetico (cfr definizione di diabete)?
Il diabetico è un paziente con alterazione del metabolismo dei
glucidi, che presenta la tendenza all'iperglicemia a digiuno
e pericolose impennate glicemiche
nel post-prandium.
Il glucosio, come sappiamo, è il
carburante principale per le cellule del nostro organismo, carburante che
l'organismo utilizza ricorrendo al processo della glicolisi ed al ciclo di Krebs,
con l'intento di produrre energia dai legami dei carboidrati. Ma il problema di
una persona con diabete consiste nel fatto che non riesce ad ottenere un buon
utilizzo dei carboidrati, perché manca o difetta la chiave che ne consente l'impiego.
Tale chiave, che apre i meccanismi dell'impiego del glucosio e che fa penetrare
il glucosio dentro la cellula, è un ormone prodotto dal pancreas ed esattamente
dalle insule pancreatiche (
beta-cellule).
Il diabetico, così, in ultima analisi, è come se fosse ricco (di glucosio) ma
non possedesse la chiave (insulina) che gli consente di aprire la porta di accesso
del glucosio nella cellula, perché, appunto, questa chiave o non funziona come dovrebbe
e si inceppa dentro il meccanismo della toppa (alterazione periferica del recettore
), o manca del tutto (diabete mellito di tipo1)
o ne ha più copie ma tutte mal funzionanti (diabete
di tipo 2).
Fin qui sembrerebbe del tutto semplice dare una definizione al diabete,
ma quando occorre essere precisi sull'argomento e, peggio ancora, quando bisogna
scegliere una terapia giusta per il diabete, allora ecco insorgere una disputa sui
nuovi criteri per la diagnosi e la classificazione
della malattia diabetica, da cui scaturiscono le linee-guida della cura.
Oggi, 2023, si tende a "cucire la cura addosso al paziente", vale a dire a seconda il fenotipo della persona con diabete, se questa sia obesa oppure magra, se si trovi in esaurimento beta cellulare o se residui la funzione, se occorre mantenere livellate le glicemie del mattino o piuttosto quelle del post-prandium. In più le recenti evidenze dei trial hanno documentato che le terapie innovative con GLP1 AR e con SGLT2 i rappresentano le due tipologie farmacologiche da consigliare nella cura della persona con diabete.
Insonna la cura per il diabete è un'arte così bella, come difficile: molte sono le armi a disposizioni del diabetologo, ma quanti sono adeguati guerrieri del diabete?
Ma il problema del diabete non è semplice se teniamo conto del fatto che la malattia è in enorme crescita e che un grande contributo alla sua impennata ci viene data dai paesi emergenti, prima fra tutte la Cina, l'India ed il Sud del Mondo. Si calcola che il diabete passerà dai 30 milioni di casi del 1985 ai 370 milioni del 2030. In Italia la prevalenza si attesta sul 7,1% e siamo al 10° posto fra le nazioni del mondo.
Altro problema è che il diabete è la 6° causa di morte in generale e la 1° causa di cecità per le complicanze che determina (retinopatia diabetica) e motivo di amputazione degli arti inferiori per la neuropatia periferica e l'arteriopatia cronica obliterante che esso determina. Infine ricordiamoci che il rischio cardiovascolare nel diabetico impenna da 2 a 4 volte.
Addirittura uno studio condotto in USA dimostra come il diabete rappresenti negli ultimi anni una causa di morte in impennata, più addirittura della causa cardiovascolare o per neoplasia stessa. Confronta allo scopo la tabella in bleu, dove si rappresentano in numero dei decessi per anno e per patologia (in verde le neoplasie, in rosso il diabete, in viola la malattia cardiovascolare ed in azzurro l'ictus. Sicché viene facile affermare quando asseriva il mio professore dell'Università di Messina, e cioè che il diabete non è la "glicemia alta, ma la malattia vascolare con iperglicemia".
Esistono studi che correlano, nell'anziano diabetico, le complicanze col rischio di morte per cause vascolari. Il diabetico tipo2, senza opportune cure, muore nel 40% dei casi per complicanze della cardiopatia ischemica, nel 15% per cardiopatia in genere, nel 13% per tumori, stante l’obesità del diabetico, nel 10% dei casi, infine, per ictus cerebri.
Per queste ragioni nel complesso di dice che l’aspettativa di vita in un diabetico tipo 2 è in media 8 anni: stiamo facendo riferimento ovviamente al paziente che non si sottopone agli opportuni follow-up ed è già affetto da macroangiopatie. Il rischio di infarto del miocardio è nell’uomo aumentato di 2 volte, nella donna da 4 a 5 volte, vedi Framingham Study e Joslin patients. Nel 20% dei casi il paziente muore per malattia cardiovascolare in 10 anni.
Classificazione del diabete mellito per sue complicanze | Spesa annua in Italia in euro per paziente |
Diabete non complicato | 2.301 |
Complicato da macroangiopatie | 6.043 |
Complicato da Macro e microangiopatie | 10.792 |
Se, poi, al diabete si aggiungono altri fattori di rischio come ipertensione e dislipidemia e fumo (cfr anche diabete e fumo) allora il rischio si impenna e da uno studio di evince che la malattia cardiovascolare cresce fino alla punta di 120 persone per 10.000/anno. In buona sostanza non è la glicemia alta che ci preoccupa nel diabetico ma le complicanze vascolari a cui va incontro. Da qui l'importanza dei target terapeutici. (per es. il buon controllo del colesterolo, dei trigliceridi, della pressione arteriosa, life style, dieta ecc.).
Essa può essere così ripartita:
La spesa individuale per paziente cresce, ovviamente, al crescere delle complicanze, per es. microangiopatiche, cioè per spese connesse al trattamento per es. della nefropatia. Della spesa complessiva si è occupato lo studio CODE-2, che ha concluso come spendere in prevenzione significa risparmiare. Determinati soggetti a rischio devono, perciò, sottoporsi a prevenzione e screening, come ampiamente spiegato in questo mio sitoweb. Esiste sempre sul mio sito un test per sapere subito se siete candidati al diabete!
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