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Lo scompenso cardiaco

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Lo scompenso

Quando il cuore presenta una scarsa frazione di eiezione, vale a dire, quando il cuore si "sfianca", allora parliamo di scompenso cardiaco.

Epidemiologia.

USA: incidenza di 10 casi su 1000 individui, sopra i 65 anni per ogni anno, mentre in altri paesi, per esempio la Gran Bretagna si attesta su 2-10 casi/1000 persone, però > 55 anni. In Italia 1-2 casi /1000 cioè 1.000.000/annui con una spesa stimata in 905 miliardi di euro.

Cause principali di scompenso cardiaco

Cardiopatia ischemica 51%
Non conosciute 30%
Alcool 5%
Valvulopatie 10%

I meccanismi che sottendono allo scompenso

Essi sono dati dalla insufficienza di pompa a cui conseguono la disfunzione renale con attivazione del sistema nervoso  e del sistema renina-angiotensina, con attivazione del sistema  simpatico e delle citochine. 

Lo scompenso può essere acuto o cronico, ma più spesso il soggetto scompensato va incontro a riacutizzazioni della sintomatologia e questo quadro costituisce la sindrome più frequente.

Nella maggior parte dei casi lo scompenso cardiaco è associato a disfunzione ventricolare sistolica, ma altre volte lo scompenso si dice diastolico, forma frequente nei giovani con FEVS conservata, ma dove il cuore è ipertrofico e c'è aumento di pressione e stress di parete e segni di stasi polmonare.

Definizione di scompenso

I sintomi di scompenso cardiaco consistono (sotto modico sforzo ma poi anche a riposo) nella dispnea e affaticabilità  oppure nella presenza di edemi declivi, cioè le caviglie e le regioni pretibiali risultano imbibite di liquidi (segno della fovea, cioè alla pressione digitale resta l'impronta sulla cute edematosa) ecc.

— Evidenza oggettiva (preferibilmente all'ecocardiografia) di disfunzione cardiaca (sistolica e/o diastolica) (a riposo) e (nei casi di diagnosi dubbia)

— Risposta alla terapia specifica (quindi a diuretici, beta-bloccanti cardioselettivi ecc.)

Sintomi dello scompenso

L'origine dei sintomi sembra correlata all'aumento di pressione capillare polmonare, responsabile della comparsa di edema polmonare acuto. Ma la pressione capillare polmonare non è sempre l'unico fattore responsabile della comparsa di dispnea.

Il soggetto con insufficienza di pompa avrà facile faticabilità poiché il cuore non riesce a spingere in circolo l'ossigeno necessario agli organi e cioè specie negli anziani e negli obesi; il soggetto comincia ad affannarsi per esempio nel salire una rampa di scale e deve fermarsi per riprendere fiato.

Durante la notte, poi, compare una tosse ed un affanno strano. Infine compaiono anche segni di stasi venosa edema periferico e fegato da stasi. Il paziente finisce pure per avere disappetenza e rifiuto del cibo.  A tale, scopo, per dare una classificazione dello scompenso, esiste una tanto criticata ma al tempo stesso utilizzata classificazione secondo la New York Hearth association:

Classificazione NYHA

Classe I  Nessuna limitazione dell'attività fisica: l'esercizio fisico abituale non provoca affaticabilità, dispnea, né palpitazioni;

Classe II  Lieve limitazione dell'attività fisica: benessere a riposo ma l'attività fisica abituale provoca affaticabilità, palpitazioni e dispnea;

Classe III  Grave limitazione dell'attività fisica: benessere a riposo ma l'attività fisica minima provoca sintomi

Classe IV Incapacità a svolgere qualsiasi attività fisica senza disturbi: i sintomi di scompenso cardiaco sono presenti anche a riposo e peggiorano con qualsiasi attività fisica.

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Diagnosi

Non si può fare all'ecg, anche se al tracciato si possono osservare spesso delle onde Q patologiche e dei complessi QRS slargati oltre 120 msec.

L'Rx del torace può evidenziare una cardiomegalia, il cosiddetto "cuore a scarponcino" e dei segni di accentuazione del disegno polmonare da congestione;

— Ematochimica. Tranne che nella riacutizzazione di un infarto, l'ematochimica ci dice poco. Promettente sembra la ricerca del peptide natriuretico di tipo B (BNP) e dell'NT-proBNP, utili nella diagnosi dello scompenso, espressione di alterata funzionalità cardiaca, presenti però anche nella semplice ipertrofia cardiaca ventricolare sinistra./p>

Ecocardiogramma. Rappresenta la metodica di elezione per lo studio dello scompenso poiché ci fornisce dei parametri interessanti ai fini della diagnosi che vanno dalla contrattilità, buona se > a 40%, all'alterato rilasciamento diastolico con riduzione del rapporto E/A dove E è il picco del flusso trasmitralico ed A il flusso atriale.

— Risonanza magnetica cardiaca. Una tecnica promettente, non invasiva che consente lo studio della motilità del cuore e le aree ischemiche, in tutte le sue infinite porzioni. Inoltre consente di distinguere difetti congeniti, masse e tumori e malattie del pericardio.

— Funzionalità respiratoria e spirometria, consente di porre diagnosi nelle forme di dispnea respiratoria vs quelle cardiache di scompenso vero e proprio.

— Cateterismo cardiaco. Impiegato in acuto nel post-infarto, consente di valutare lo stato delle coronarie, cioè le stenosi o meno e di intervenire. L'angiografia coronarica può avere indicazione se si sospetta un'eziopatogenesi ischemica allo scompenso cardiaco.

 

Il trattamento dello scompenso

Si avvale inizialmente di farmaci quali gli ace-inibitori, i sartani, i beta-bloccanti cardioselettivi, il sacubritil-valsartan, ivabradina ecc. Ovviamente sono indicati i diuretici e gli antialdosteronici. Nei casi più severi, si impiantano dei devici per sincronizzare l'attività elettrica del cuore oppure si trapianta il cuore stesso.

Per approfondire il tema del trattamento vedi Cura scompenso

 

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