appunti del dott. Claudio Italiano
Definizione: affezione cardiaca di diversa eziologia caratterizzata dal comune meccanismo fisiopatologico dell'insu cienza coronarica = squilibrio ra fabbisogno ed apporto di ossigeno nel muscolo cardiaco. Epidemiologia: nei paesi industrializzati è la maggior causa di morte; prevalenza sino al 20% dei soggetti di età media; M:F = da 2 a 3:1.
a) Resistenza coronarica aumentata
I. a livello dei vasi:
- macroangiopatia (95%): arteriosclerosi stenosante delle grandi arterie coronariche
epicardiche (cardiopatia ischemica in senso stretto). Si giunge solitamente all'
- spasmi' coronari : possono manifestarsi da soli o in aggiunta a una macroangiopatia preesistente
-microangiopatia ("small vessel disease") delle piccole coronarie intramurali (5%): angina pectoris senza stenosi delle grandi arterie coronariche epicardiche.
Eziologia:
ipertensione arteriosa ,
-ponti miocardici congeniti possono causare, in rari casi, angina da sforzo
2, a livello del miocardio:
- insufficienza contrattile (con aumento della pressione ventricolare telediastolica)
- ipertensione e tachicardia: se l'ipertrofia e la tachicardia oltrepassano un certo limite (aumento del lavoro cardiaco) si manifesta un attacco di angina pectoris.
-cardiaci: difetti della valvola aortica, disturbi del ritmo ecc.
-extracardiaci:
-aumentato fabbisogno di ossigneo (es. ipertensione,ipertiroidismo, febbre, sforzo fisico)
- riduzione della disponibilità di ossigeno, (anemia, affezione polmonare, soggiorno a grandi altezze avvelenamento da CO)
a -aumento della viscosità ematica (poliglobulia, policitemia vera, iperfibrinogenemia).
a) Fattori di rischio non influenzabili
1. familiarità (infarti nell'anamnesi familiare)
2. età
3. sesso maschile
b) fattori di rischio influenzabili:
fattori di rischio di primo ordine (più importanti):
1. dislipidemia: colesterolo totale e LDL, colesterolo HDL, trigliceridi
2. ipertensione
4. sindromi metaboliche: obesità, resistenza all'insulina e iperinsulinemia + malattie associate (sindrome metabolica , adiposopatia diabesità)
5. fumo di sigarette
fattori di rischio di 2° ordine:
1. lipoproteina (a) aumentata
2. iperfibrinogenemia (> 300 mg/dl)
3. iperomocisteinemia
4. deficit genetici di t-PA
5. poco movimento
6. stress (stress ed infarto) di tipo D ("distressed personality") e di tipo A (aggressività, ambizione, agitazione)
Se si hanno due fattori di rischio di 1° ordine, il rischio di infarto aumenta di quattro volte rispetto ad una persona normale; in presenza di tre fattori di rischio di 1° ordine il rischio aumenta di dieci volte!
Nei pazienti infartuati sotto i 30 anni bisogna indagare su:
1. disturbi metabolici dei lipidi
2. mixedema
3. vasculiti (ad es. panarterite nodosa).
Anatomia patologica: tipi di irrorazione coronarica
Il tipo di vascolarizzazione più frequente è quello equilibrato (normale) - (80%), dove la a. coronarica sinistra alimenta la parete anteriore del ventricolo sinistro e la maggior parte del setto ventricolare. La a. coronarica destra alimenta il ventricolo destro e la parete posteriore diaframmatica. Si ha poi un 10% dei casi con irrorazione destra ed un 10% con irrorazione sinistra. Il ramo principale dell'arteria coronarica sinistra si biforca nel ramo interventricolare anteriore e nel ramo circonflesso. Considerando l'arteria coronarica destra, l'interventricolare anteriore e il ramo circonflesso, si parla di malattia di 1-, 2- o 3-vasi a seconda del numero dei vasi stenosati.
In base all'entità della diminuzione della sezione trasversale (in %) di distinguono 4 livelli di gravità della stenosi coronarica:
Grado I : 25-49%
Grado II : 50-74%
Grado III :75-99% (stenosi critica)
Grado IV : 100% (occlusione totale)
La perfusione delle arterie coronariche dipende dalla pressione della perfusion( la diastole, dalla durata della diastole e dalla resistenza coronarica. La resistenza coronarica è determinata da 3 componenti:
1. componente prossimale (dipende dall'ampiezza del lume delle arterie epicardiche)
2. componente distale resistenza delle arteriole intramiocardiche)
3. componente extra-vasale (compressione sistolica dei vasi in seguito all'aumento della pressione intramiocardica). Il fabbisogno di 02 è maggiore negli strati interni del miocardio rispetto a quelli esterni; ciò deriva dall'aumentato carico pressorio. Pertanto, l'ischemia miocardica si manifesta più precocemente a livello subendocardico. Si hanno disturbi regionali di perfusione del miocardio soltanto quando la stenosi coronarica restringe > 50% del calibro dei vasi. Un ruolo importante riveste in questo caso la dimensione dei vasi collaterali. Una angina da sforzo si manifesta soltanto nella stenosi critica > 75%, quando la riserva coronarica è esaurita e non vi sono vasi collaterali compensatori. Per riserva coronarica si intende la differenza tra irrorazione coronarica (offerta di 02) a riposo ed irrorazione coronarica massima.
clinica dell'ischemia cardiaca
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