cfr su un medico per tutti novità sugli ARNI
appunti del dott. Claudio Italiano
Come accennato, la grande novità degli ultimi anni recepita dal documento ESC è
l'associazione di sacubitril/valsartan, appartenente alla classe degli
inibitori del recettore della neprilisina e del recettore dell'angiotensina
(ARNI). Lo studio che ha segnato questo passaggio fondamentale è lo studio
denominato non a caso PARADIGM-HF, internazionale, multicentrico, randomizzato
che ha coinvolto più di 8.400 pazienti (per i l 20 per cento donne, di età media
65 anni) con scompenso cardiaco (classe NYHA II, III o IV) e con frazione di eiezione uguale o inferiore al
40 per cento. Questi soggetti hanno ricevuto sacubitril/valsartan oppure
l'ACE inibitore enalapril. Il confronto tra i due farmaci si è risolto decisamente
a favore del primo per molti
degli endpoint dello studio: mortalità
per qualunque causa (17 vs 19,8 per
cento; HR =0,84, IC 95 per cento
0,76-0,93); mortalità per cause cardiovascolari
(13,3 vs 16,5 per cento;
HR = 0,8, IC 95 per cento 0,71 -0,89).
Inoltre, sacubitril/valsartan ha determinato
una riduzione del rischio
di ospedalizzazione per insufficienza
cardiaca del 21 per cento rispetto
a enalapril (p <0,001), ed è stato
anche associato a un miglioramento
dei sintomi dello scompenso cardiaco
(p = 0,001). L'allungamento della
vita indotto da questi miglioramenti
clinici è stato valutato in un anno e
tre mesi.
Sacubitril/valsartan è commercializzato
in Italia dall'aprile del 2016
nella formulazione in compressa da
assumere due volte al giorno, ed è
rimborsato dal Sistema sanitario nazionale
dal marzo 2017. L'indicazione
terapeutica riguarda i pazienti adulti
con scompenso cardiaco cronico sintomatico
(classe NYHA II-IV) e frazione
di eiezione ridotta.
RX torace,segni di congestione
polmonare e versamento
1. Valutare la storia clinica del paziente, chiedere se c'è:
Storia di coronaropatia (IM, rivascolarizzazione)
Storia di ipertensione arteriosa
Esposizione a farmaco cardiotossico/radiazione
Uso di diuretici
Ortopnea/dispnea notturna
2. Valutare l'esame fisico del paziente, se vi sono:
Rantoli che possano significare la congestione del circolo polmonare;
Edema bilaterale alla caviglia che indica la ritenzione di liquidi
Soffio cardiaco
Vena giugulare dilatata
Battito apicale dilatato/deviato lateralmente
3. ECG:
Qualunque anomalia
Se sono presenti qualcuno di questi segni di cui sopra, allora è possibile pensare ad un paziente cardiopatico con scompenso. In questo caso la buona pratica clinica suggerisce l'esecuzione del dosaggio dei peptidi natriuretici, che nel caso di elevati valori come appresso specificato, suggeriscono e confermano la presenza di una insufficienza di pompa cardiaca con scompenso.
PEPTIDI NATRIURETICI
NT-proBNP >125pg/ml
BNP >35pg/ml
In questo caso è indicata una ecocardiografia che potrebbe confermare problemi di ipocinesia del ventricolo sinistro.
Iniziare sempre la terapia con ACE-IC e beta-bloccanti (titolati
fino alle massime dosi tollerate sulla base dell'evidenza). E' possibile che con
questa cura il paziente riprenda a stare meglio, che riparta la pompa cardiaca e
si risolvano i sintomi legati allo scompenso: nel qual caso la cura se la
Frazione di eiezione è uguale o superiore a 35%, rimane invariata. Nel caso
opposto si procede al 2° step e si aggiunge un antimineralcorticoidedeo
(titolato fino alla massima dose tollerata sulla
base dell'evidenza), in genere un antialdosteronico (per es. luvion),
prestando attenzione a che il potassio, specie nel paziente con
nefropatia, non si implementi oltre 5 mmol/L.
Altro passaggio ed altro step: il paziente non risponde ancora alle cure,
nonostante ace e antialdosteronico, allora si può implementare la cura, si può
provare ad usare un sartano al posto dell'ACE, per intollerenza e/o passare ai
nuovi farmaci ARNI (sacubitril/valsartan); oppure se il QRS al
tracciato è > 130 mmsec, si valuta la necessità di aggiungere la
terapia resincronizzante o TRC. La TRC è raccomandata se QRS >130 msec
con presenza di blocco di branca sinistra (in ritmo sinusale); La TRC
dovrebbe/può essere considerata se QRS >130 msec senza blocco di branca sinistra
(in ritmo sinusale) o per pazienti in fibrillazione arteriosa, purché ci sia una
strategia per assicurare una cattura biventricolare (decisione personalizzata).
Diversi trial clinici hanno messo in evidenza la capacità delle
glifozine in termini di riduzione
della mortalità e delle ospedalizzazioni e di miglioramento della qualità di
vita dei pazienti con scompenso cardiaco. Dopo la presentazione dei risultati
del trial DAPA-HF al congresso dell’European Society of Cardiology del
2019 infatti, si è dimostrato la capacità di dapagliflozin di ridurre la
mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta con
o senza diabete, sono poi arrivati altri studi e altre molecole (gli ultimi dati
sono stati presentati al congresso 2021 dell’American Heart Association) che
hanno confermato le potenzialità di questi farmaci.