Educazione del paziente per la gestione dello scompenso cardiaco (SC)

  1. Gastroepato
  2. Argomenti di cardiologia
  3. Lo scompenso cardiaco
  4. Speciale scompenso
  5. Cura scompenso, norme pratiche
  6. Cura dello scompenso severo
  7. Novità nella cura dello scompenso cardiaco
  8. Beta bloccanti e scompenso
  9. Trattamento dello scompenso
  10. Cardiopatia ischemica cronica
  11. Diagnosi della cardiopatia ischemica

appunti del dott. Claudio Italiano

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L'EDUCAZIONE ALL'AUTOGESTIONE DELLA MALATTIA

Fondamentale, ai fini di un buon successo della terapia, è l'educazione del paziente, con il coinvolgimento, se possibile, dei famigliari. E' necessario discutere su che cos'è lo scompenso cardiaco, quali sono le sue cause e le ragioni dei sintomi. Vanno evidenziati i segni di allarme indicativi di peggioramento, da segnalare tempestivamente all'equipe curante.
Raccomandazione n. 1 (categoria di evidenza di tipo C)
• L'apporto di sodio alimentare dovrebbe essere ristretto a 2 g al giorno, se possibile. In nessun caso l'assunzione di sodio deve superare 3 g/ die.
• Particolare cautela va raccomandata nell'impostare e nel controllare la dieta degli anziani, più esposti a situazioni di carenza idro-elettrolitica, frequentemente sottoposti a terapie che facilitano l'ipotensione e la disidratazione.
Raccomandazione n. 2 (categoria di evidenza di tipo C)
• Deve essere scoraggiato il consumo di alcool. I pazienti che vogliono assumere alcolici devono essere indotti a non bere più di 1 bicchiere di vino o di birra al giorno.

Segno della fovea, da un mio caso clinico. Viene tenuto il dito indice premuto sulla caviglia e ne rimane un segno, appunto detto della "fovea", cioè un buco.

Segno della fovea: comprimendo con
l'indice la regione pretibiale si crea
un affossamento del tessuto cutaneo,
appunto la "fovea"

Raccomandazione n. 3 (categoria di evidenza di tipo C)
• I pazienti con scompenso cardiaco non devono assumere molti liquidi. In particolare l'apporto idrico dovrebbe essere limitato a 1-1,5 l/die, con o senza iponatremia.
• La restrizione idrica (con apporti di liquidi <1 l/die) non è indicata, a meno che non vi sia documentazione di iponatremia.
Va richiamata l'attenzione alla limitazione degli alimenti ad elevato contenuto di sodio e agli additivi contenuti nei cibi (Guarnieri et al.).
Raccomandazione n. 4 (categoria di evidenza di tipo C):
• Nei pazienti portatori di insufficienza cardiaca cronica il peggioramento del compenso emodinamico avviene nella maggior parte dei casi gradualmente (solamente nel 30% dei pazienti il quadro clinico si aggrava repentinamente con un edema polmonare acuto) (Nardi).
• E preferibile predisporre un sistema di controllo a domicilio che consenta il riconoscimento precoce dei sintomi di peggioramento e l'allarme tempestivo dei caregivers, piuttosto che lasciare che i pazienti, abbandonati a se stessi, si presentino all'ultimo in Pronto Soccorso con un quadro di insufficienza ventricolare sinistra acuta grave.   Nei pazienti in grado di collaborare, vanno fornite istruzioni sull'automonitoraggio quotidiano del peso corporeo, della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e del controllo della glicemia nei diabetici. Vanno esplicitati i piani di trattamento (farmaci, dieta, attività fisica) e di assistenza, allo scopo di ottenere la massima adesione alla terapia. Vanno elaborati schemi semplici per l'esecuzione della terapia e la registrazione (anche autogestita dal paziente) dei dati essenziali (peso, diuresi, parametri vitali, sintomi nuovi, intercorrenti o di aggravamento), vanno spiegati i vantaggi di assumere la terapia, i possibili effetti collaterali dei farmaci e le misure da adottare in caso di urgenze. Vanno valorizzate tutte le risorse esistenti (membri della famiglia o altri supporti formali) ai fini dell'assistenza. Sono raccomandati l'impiego di strumenti idonei a facilitare l'autogestione della malattia (Riegei et al.) e l'elaborazione di opuscoli divulgativi finalizzati all'educazione sanitaria sullo scompenso cardiaco.

Come riconoscere i segni di scompenso?

-Riconoscere i sintomi e i segni: Dispnea, ortopnea, affaticabilità, edema, aumento di peso, contrazione della diuresi

Cosa fare in caso di aggravamento?
 -Riconoscimento dei sintomi di allarme, chiedere supervisione del medico di famiglia (a seconda delle modalità di gestione locale); in caso di necessità riferirsi ai servizi di emergenza
-Facilitare i percorsi del paziente e la continuità assistenziale Pianificare la dimissione con programmi personalizzati di follow-up, facilitare i controlli necessari, dare riferimenti specifici "on line" in caso di necessità
-Autocontrollare quotidianamente il peso corporeo In caso di aumento rapido del peso (>2 kg in 2-3 giorni) incrementare la posologia del diuretico (anche in modo autogestito) o riferirsi al curante
-Autocontrollare quotidianamente il peso corporeo In caso di aumento rapido del peso (>2 kg in 2-3 giorni) incrementare la posologia del diuretico (anche in modo autogestito) o riferirsi al curante
-Controlla spesso la pressione arteriosa ed il gruppo renale comprensivo di elettrolitemia: sodio e potassio, specie in corso di terapia con diuretici (es. lasix o furosemide) o Kanrenol o aldactone o canrenoato, amiloride ecc. per il rischio di incrementi dei valori della potassiemia.
-Prevenire le infezioni respiratorie Vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica
-Abolire il fumo Anche con il ricorso ai presidi farmacologici disponibili in commercio
-Facilitare l'attività fisica aerobica e l'impegno socio-affettivo Esercizio fisico, lavoro, tempo libero, attività sessuale
-Controllare l'ipertensione arteriosa Provvedimenti non farmacologici e terapia farmacologica
-Dieta Restrizione calorica, idrosalina, restrizione (o abolizione) di alcolici, restrizione lipidica
-Viaggi Cambiamenti delle abitudini dietetiche, del clima, viaggi in aereo, luoghi per le vacanze
-Curare l'igiene personale Cura dei denti, della cute, delle unghie


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