L'ictus cerebrale è la terza causa maggiore di morte negli Stati Uniti dove provoca più di 157 000
decessi nel 2003.
Nel complesso, circa 700000 persone ne saranno colpite in forma
iniziale o ricorrente ogni anno, con circa 40000 donne in più rispetto agli uomini
che soffrono di ictus ogni anno.
Nel 2006, più di 57 miliardi di dollari sono stati
spesi per la diagnosi e il trattamento dell'ictus.
Gli ictus ischemici, correlati alle stenosi vascolari, sono responsabili dell'88%
della totalità degli ictus ischemici.
Il problema è che l'ictus è ancora oggi la
prima causa di disabilità a lungo termine, con il 20% di vittime che necessitano
di aiuto istituzionale 3 mesi dopo l'evento. Inoltre, circa un quarto dei pazienti
con ictus muore entro un anno dall'attacco, ma questo valore si accresce per i soggetti
con più di 65 anni d'età.
La carotide comune e la carotide interna sono arterie muscolari simili alle coronarie: consistono di un'intima, una media e un'avventizia. Non è sorprendente, pertanto, che la malattia aterosclerotica in pazienti con stenosi della carotide sia simile a quella che si manifesta nelle coronaropatie.
La placca ateromasica si accumula più frequentemente nei siti di turbolenza del flusso, come nelle biforcazioni.
L'esame del materiale raccolto dopo stenting carotideo con dispositivo di prevenzione dell'embolizzazione distale ha dimostrato che i microemboli provenienti da queste lesioni contengono vacuoli lipidici, fibrina, piastrine e cellule schiumose. In tali soggetti, di solito, si assiste all'evoluzione di una concomitante coronaropatia.
E viceversa il paziente cardiopatico, nel 5-10 % dei casi manifesta anche aterosclerosi carotidea grave.
Esistono vari fattori di rischio per lo sviluppo dell'aterosclerosi carotidea:
- l'età
- l'uso di tabacco (fumo),
per cui i fumatori incalliti sono colpiti almeno il doppio di
stroke e lo stesso rischio di ictus è significativamente ridotto
entro 2 anni dalla disassuefazione al fumo, con il ritorno
ai valori basali dopo 5 anni:
- la razza nera mostrano un rischio per ictus, relativo
all'età, raddoppiato rispetto ai bianchi non ispanici;
- l'ipertensione
- il diabete
-
la sindrome metabolica,
- il sesso maschile ne è più colpito
- l'ipercolesterolemia
Alla base di questa affezione ricordiamoci che esiste
un'infiammazione è stata associata ad aumentato rischio sia di aterosclerosi carotidea,
sia di instabilità della placca a livello della carotide. Infatti è proprio l'instabilità
di placca uno dei problemi più importanti che abbiamo per l'instaurarsi dell'ictus,
nel senso che la rottura improvvisa della placca (cfr
La placca_ateromasica ) è alla base della genesi dell'ictus
e dell'infarto.
La
caratteristica dell'aterosclerosi carotidea all'esame obiettivo è il soffio carotideo.
Sebbene i soffi carotidei siano limitati predittori della gravità dell'aterosclerosi,
sono stati associati ad aumentato rischio di ictus, infarto miocardico e morte.
Più specificamente una volta che le lesioni ateromatose carotidee si sono formate,
la gravità della stenosi e dei sintomi associati sono predittivi del rischio di
ictus. In una stenosi carotidea asintomatica > 60%, il rischio di
ictus è del 2,1%.
La somma dei sintomi, come gli attacchi ischemici transitori (TlA, transient ischemic attack), aumenta significativamente il rischio di ictus in pazienti con stenosi anche moderata e questo rischio aumenta in modo graduale con la gravità della stenosi. Il rischio di ictus in seguito a TIA è stato del 40% nello studio Framingham e due terzi degli ictus si sono verificati entro i primi 6 mesi.
Lo studio North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial (NASCET) ha dimostrato che il rischio di ictus ipsilaterale è del 18,7% a 5 anni in pazienti con stenosi sintomatica del 50-69% trattati con farmaci e del 22,2% in quelli con stenosi sintomatica del 50-69%. Vi è inoltre un'associazione dose-risposta tra la gravità della stenosi e il rischio di morte: il rischio relativo di morte per stenosi <45% è 1,32, per stenosi comprese tra il 45 e il 74% è del 2,22 e per stenosi tra il 75 ed il 99% è 3,24. Stenosi progressive della carotide sono più facilmente associate a eventi avversi.
I soffi carotidei possono essere auscultati su una o entrambe le carotidi ed hanno la caratteristica di un soffio rude. L'evidenza di un soffio alla carotide all'esame obiettivo è il sintomo più comune che porta alla diagnosi di stenosi carotidea asintomatica.
La gravità del soffio comunque, non è stata associata al grado di stenosi. Un TIA è il sintomo più comune della stenosi carotidea sintomatica. Per definizione, un TIA dura meno di 24 ore e tipicamente si risolve entro 30 minuti. I sintomi di un TIA sono correlati alla distribuzione alterata dall'area dell'ischemia.
I TIA causati da insufficienza vertebro-basilare
devono essere differenziati da quelli secondari a origine carotidea e la diagnosi
può essere posta con accurato esame clinico e fisico. I sintomi correlati all'arteria
carotide includono
afasia e disartria.
Alterazioni della vista, come amaurosi transitoria ipsilaterale
o emianopsia omonima controlaterale, possono essere presenti. I deficit sensoriali
e motori sono tipicamente contro laterali e al contrario, i sintomi correlati a
insufficienza vertebro-basilare includono manifestazioni transitorie del nervo cranico,
diplopia e disartria. I deficit motori sono ipsilaterali e le perdite della vista
sono più frequentemente bilaterali.
Si avvale del metodo standard non invasivo per eccellenza,
l'ecocolordoppler TSA, per la valutazione della stenosi dell'arteria carotide.
I risultati che riguardano I'accuratezza diagnostica dell'ecografia della carotide
nei centri che hanno partecipato allo studio NASCET hanno, tuttavia, fatto sorgere
dubbi sulla vatidità degli ultrasuoni, mostrando che la sensibiliià e la specificità
del metodo sono state del 68 e del 67%, rispettivamente.
Il motivo della bassa correlazione
è stato attribuito a molti fattori, che includono variazioni nella selezione dei
pazienti, performance dell'apparecchio di imaging e protocolli di imaging utilizzati.
La valurazrone ecografica è risultata migliore nell'Asymptomaric carotid Atheroscleròsis
Study (ACAS). L'ecografia, oggi, in mano esperte, rappresenta anche un esame estremamente
affidabile per la valutazione della ristenosi carotidea dopo endarterectomia.
La gravità della stenosi è stata messa in relazione con i valori di soglia della velocità
del picco sistolico e diastolico della carotide interna e con il rapporto tra la
velocità di picco sistolico dalla carotide interna e della carotide comune. Una
velocità sistolica maggiore di 300-400 cm/s, una velocità diastolica maggiore di
100-135 cm/s e un rapporto di velocità sistolica ICA/CCA maggiore di 4-6 sono caratteristicamente
indicativi di un grado di stenosi superiore all,80%. Un'occlusione contro laterale,
una disfunzione grave del ventricolo sinistro, una stenosi aortica, una stenosi
della carotide comune sono alcune condizioni che rendono queste misurazioni meno
affidabili e che dovrebbero essere tenute in considerazione quando si interpretano
i dati dell'ecografia carotidea.
visita: Un Medico per Tutti
L'angiografia con risonanza magnetica (angio-RM) è stata utilizzata per valutare la biforcazione dell'arteria carotide, dal momento che questo tratto della carotide è relativamente senza mobilità, superficiale e ampio abbastanza per la visualizzazione. Nuovi metodi dell'angio-RM sono stati sviluppati per superare le imperfezioni associate alla tecnica in fase iniziale che hanno portato a migliori visualizzazioni con imaging affidabile delle carotidi, dalla loro origine ai rami intracranici. L'angio-RM tridimensionale (3D) con utilizzo del mezzo di contrasto dell'arteria carotide e dell'aorta toracica ha apportato significativi miglioramenti per I'esame non invasivo della carotide exiracranica e dell' arco aortico. Prima dell' evoluzione dell' angio-RM 3D con contrasto con gadolinio come standard dell'angio-RM, si utilizzava di routine I'angio-RM 2D time-of-flight (TOF) e il 3D multislab TOF. L'angio-RM è associata a una sensibilità del '75% e ad una specificità dell'88%.
Lo sviluppo di TC multistrato (con 4, 16,32 e 64 detettori) ha migliorato la
risoluzione delle immagini e ridotto il tempo di scansione. Quindi I'angio-TC
multistrato sta diventando una forma di angiografia non invasiva per indagare
numerosi letti vascolari: coronarie, arterie periferiche e carotidi. In uno dei
primi studi per la valutazione dell'angio-TC sulle carotidi, Sameshima e
collaboratori hanno esaminato 128 biforcazioni carotidee cofrontando angio-TC
con eco Doppler e angio-RM, usando l'angiografia convenzionale come esame di
riferimento. L'angio-RM tende a sovrastimare le stenosi, mentre gli esiti dell'angio-TC
sono molto simili a quelli dell'angiografia convenzionale (r = 0,987, p
<0,0001).
Ulteriori dati hanno confermato I'utilità dell'angio-TC e una
revisione sistematica di 43 studi ha dimostrato una sensibilità superiore al 95%
e una specificità del 98% nella determinazione delle stenosi carotidee gravi
(>70%). Alcuni degli studi considerati, tuttavia, presentavano difetti
metodologici e questa analisi probabilmente sovrastima la vera affidabilità
dell'angio-TC. Infatti, altre revisioni, che hanno utilizzato criteri
metodologici più restrittivi, hanno trovato una sensibilità dell'85% e una
specificità, del 93% nella determinazione di stenosi superiori al'70%.
Il gold standard diagnostico per la gravità della stenosi dell'arteria carotide
rimane l'angiografia.
Vi sono vari fattori che rendono l'angiografia unica e
indispensabile per la determinazione delle placche
aterosclerotiche: permette immagini ad alta risoluzione della stenosi e della
superficie della placca ed è capace di distinguere facilmente tra stenosi di
grado elevato ed occlusioni. Tuttavia non è scevra di rischi che sono
rappresentati dall'embolizzazione e la dissezione, ma sono rischi bassi in mani
esperte.
cfr anche Chirurgia vascolare