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Terapia avanzata dell'ictus e significato delle stroke units

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  14. ictus- la diagnostica
  15. ictus- la cura, oggi
  16. Intervento di endoarteriectomia
  17. Linee guida spread  cura dell'ictus

Le notizie contenute in questo articolo pur essendo aggiornate alle ultime linee guida Spread 2020, devono essere considerate solo una semplice lettura scientifica.

Ogni scelta terapeutica è frutto del pensiero diagnostico-terapeutico del vostro medico curante.

In ogni caso, il tempo è cervello: prima interveniamo per un ictus e meglio è per il paziente!

Gastroepato fa tesoro delle ultime linee Guida Spread in tema di ictus cerebrale

appunti del dott. Claudio Italiano

L'endotelio inoltre modula una serie di funzioni:
Coagulazione
Interazioni endotelio - cellule ematiche
Permeabilità vasale
Tono vasale
Struttura vasale
Se però l'endotelio viene aggredito da noxae patogene l'ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta, la iperlipidemia, certe reazioni immunitarie, difficili da identificare, fattori emodinamici, e anche azioni sull'endotelio da parte di tossine e/o virus) la conseguenza sarà una risposta dell'endotelio a questo qualcosa che lo disturba. Una risposta all'aggressione, risposta che però non è degenerativa come un tempo si pensava, bensì infiammatoria, tanto che il dosaggio della PCR è alla base del monitoraggio delle patologie vascolari ischemiche (vedi infarto).

 Alla base del processo dell'aterogenesi avremo:
a) Aumentata permeabilità endoteliale, adesione di leucociti, migrazione e adesione dei monociti
b) Attivazione dei macrofagi e migrazione di cellule muscolari lisce dalla media all'intima
c) Questi macrofagi inglobano i lipidi (foam cells)
d) Via via si forma l'ateroma fibrolipidico, cioè prolifera il muscolo liscio, si depositano collagene e lipidi extracellulari
e) Quando il rivestimento della capsula si rompe, intervengono le piastrine, che cercano per cosi dire di "stuccare" l'erosione della parete: ne deriva la formazione del trombo.     

Per il trasporto mediante 118 in Ospedale dotato di Unità Neurovascolare, il Gruppo ISOSPREAD suggerisce l'attivazione del Codice Ictus in presenza delle condizioni temporali e cliniche favorevoli all'esecuzione di procedure di rivascolarizzazione.

Per approfondire:

ictus- classificazione

ictus- l'esame del paziente

ictus- la diagnostica

ictus- la cura, oggi

Il Codice Ictus è definito da:

- esordio dei sintomi da non oltre 4 ore;
- età superiore ai 18 anni;
- Cincinnati Pre-hospital Stroke Scale positiva (CPSS).
 

L'ictus è una emergenza medica che richiede il ricovero immediato nel Centro Ictus dell'Ospedale più vicino, come indicato da Consensus e Linee Guida. Il paziente con ictus va sempre ricoverato, perché è solo con le indagini eseguibili in regime di ricovero che si può rapidamente diagnosticare sede e natura del danno cerebrale, oltre che prevenire e curare eventuali complicanze cardiache, respiratorie e metaboliche ed iniziare precocemente un appropriato programma riabilitativo, laddove richiesto.

La Stroke Unit

L'Unità Neurovascolare (Stroke Unit) costituisce l'elemento centrale della catena assistenziale all'ictus cerebrale acuto, rappresentando la struttura dedicata all'interno della quale:

a) si sviluppano operativamente le competenze sulla patologia vascolare cerebrale in fase acuta;
b) si intraprendono quelle più propriamente riabilitative il più precocemente possibile;
c) si stabiliscono le basi per l'inizio di quel fondamentale processo che va sotto la comune definizione di prevenzione secondaria, la quale rappresenta lo strumento più idoneo attualmente conosciuto per la riduzione delle recidive.
 

 Essa interagisce, relativamente all'accesso dei pazienti, con l'organizzazione sanitaria del territorio sulla base di modelli operativi condivisi con: a) il Pronto Soccorso dell'Ospedale nel quale è collocato e degli Ospedali della stessa area che non ne siano provvisti; b) il Servizio di emergenza/urgenza 118, al quale è demandata la responsabilità dell'arrivo il più precoce possibile dalla sede dell'evento acuto all'Ospedale dotato di Pronto Soccorso e di Unità Neurovascolare (Stroke Unit).

Il paziente va inquadrato e sostenuto nelle sue funzioni vitali e stabilizzato emodinamicamente.

è raccomandato che il personale dei mezzi di soccorso rilevi eventuali traumi, escluda condizioni a rischio per la sopravvivenza del paziente ed esegua un primo inquadramento diagnostico, effettuando le seguenti valutazioni:

- ABC (airway, breathing, circulation);

- Parametri vitali (respiro, polso arterioso, Pressione arteriosa, saturazione O2, glicemia);

- Glasgow Coma Scale (GCS);

- Cincinnati Prehospital Stroke Scale (CPSS).

In numerose occasioni, i limiti di tempo legati al non tempestivo arrivo dei pazienti con ictus acuto in Ospedale rendono necessaria l'esecuzione delle attività diagnostiche (TC o RM, Angio-TC o eventuale Angio-RM o Ecodoppler TSA, routine ematochimica, valutazione clinica e somministrazione della scala NIHSS) e terapeutiche (trombolisi sistemica e, ove possibile trattamento endovascolare) nell'ambito del DEA, dove lo specialista dell'Unità Neurovascolare (Stroke Unit) dell'Ospedale (per lo più un neurologo) garantisce l'espletamento di queste attività

L'ictus può essere:

-ictus ischemico
-ictus emorragico

Nel caso di un ictus ischemico, in cui un embolo ostruisca un vaso arterioso cerebrale, causando ischemia (mancanza di afflusso ematico) è indicata la terapia trombolitica.
 

Terapia antitrombotica in fase acuta

Il trattamento con r-tPA e.v. (0,9 mg/kg, dose massima 90 mg, il 10% della dose in bolo, il rimanente in infusione di 60 minuti) è raccomandato entro 4.5 ore dall'esordio di un ictus ischemico senza limiti superiori di età e di gravità. è comunque indicato che il trattamento sia effettuato il più precocemente possibile.
 

si tratta di un farmaco trombo litico, cioè farmaco che scioglie il trombo; essi si possono somministrare per via endovenosa sistemica o meglio ancora, intraarteriosa loco-regionale, cioè previo l'impiego di cateterini che raggiungono l'area di lesione. Il farmaco per eccellenza è l'r-TPA o attivatore tissutale del plasminogeno. E' un enzima proteolitico che interviene nella fibrinolisi fisiologica.

Prima di tutto, la possibilità di estensione della finestra terapeutica grazie all’utilizzo del neuroimaging avanzato.
Grazie a queste innovazioni tecnologiche oggi possiamo estendere la trombolisi:

In caso di ictus ischemico acuto al risveglio con mismatch di RM encefalo DWI/FLAIR
In caso di ictus ischemico fra le 4.5 e le 9 ore dall’esordio dei sintomi (incluso l’ictus al risveglio o non databile che rientrino in tale finestra) con mismatch DWI/PWI alla RM encefalo, o core/penombra alla CT perfusion (CTP)

E' disponibile una forma ottenuta con tecnica ricombinante.

L'impiego di tale sostanza trova indicazione ne:
• Deficit neurologico focale a esordio acuto da probabile evento vascolare
• Inizio sintomi entro 3 ore
• TAC negativa o ipodensità < 1/3 del territorio dell'arteria cerebrale media

La letteratura suggerisce la possibilità di prendere in considerazione la trombolisi e.v. in pazienti trattati con farmaci anticoagulanti orali diretti con verosimile effetto sub-terapeutico, evidenziato dalla storia clinica (dose e intervallo temporale dall'ultima assunzione, funzionalità renale) e da test specifici e standardizzati (Tempo di Trombina, Tempo di Ecarina o Hemoclot per il dabigatran, anti-Xa per il rivaroxaban o l'apixaban).

L'ASA (160 o 300 mg/die) è raccomandato in fase acuta per tutti i pazienti ad esclusione di quelli candidati al trattamento trombolitico (nei quali può essere iniziato dopo 24 ore) o con indicazione al trattamento anticoagulante.

 GPP Il gruppo SPREAD suggerisce come più adeguato il dosaggio di 300 mg.


E' viceversa sconsigliato il suo uso ne:
 

Controindicazioni alla terapia antitrombiotica

• Diatesi emorragica nota
• Pazienti in terapia con anticoagulanti orali
• Sanguinamento in atto o recente grave
• Storia o sospetto di emorragia intracranica in atto
• ESA sospetta
• Storia di patologie del SNC (neoplasia, aneurisma,
• Intervento chirurgico cerebrale o midollare)
• Retinopatia emorragica


Recenti (< 10 giorni) massaggio cardiaco esterno traumatico, parto, puntura di vaso sanguigno non comprimibile (es. vena succlavia o giugulare
• Endocardite batterica, pericardite
• Pancreatite acuta
• Malattia ulcerosa del tratto gastroenterico (< 3 mesi)
• Aneurisma arterioso, malformazione artero-venosa
• Neoplasia con aumentato rischio emorragica
• Grave epatopatia, compresa insufficienza epatica, cirrosi, ipertensione portale (varici esofagee), epatite attiva
• Intervento chirurgico maggiore o grave trauma (< 3 mesi)
• Insorgenza dell'ictus > 3 ore
• Ora di insorgenza non nota
• Deficit lieve o rapido miglioramento dei sintomi
• Ictus grave clinicamente (es. NIHSS >25) e/o sulla base di adeguate tecniche di neuroimmagini
• Crisi convulsiva all'esordio dell'ictus
• Emorragia intracranica alla TAC cerebrale
• Sospetto clinico di ESA, anche se TAC normale
• Somministrazione di eparina nelle precedenti 48 ore
• PTT eccedente il normale limite superiore del laboratorio

 La diagnostica strumentale nella valutazione dell'ictus in fase acuta riveste un ruolo fondamentale per un corretto inquadramento sia nosografico che terapeutico. Infatti non sempre i segni che possono sembrare correlati all'ictus sono da correlare ad esse: è la diagnostica per imaging che ci guida. Sulla base dell'imaging, poi si passa alla terapia, sia lo stroke ischemico o emorragico. Nel caso di ictus ischemico si procede con la terapia antiaggregante e/o antitrombotica. Nel caso dell'ictus emorragico, si richiede la valutazione del Neurochirurgo per eventuale intervento chirurgico allo scopo di fermare l'emorragia.

Secondo punto: Anche i pazienti che assumono anticogulanti diretti (DOAC: dabigatran, edoxaban, apixaban e rivaroxaban) possono essere trattati con trombolisi, a patto che almeno una delle seguenti condizioni sia soddisfatta: (i) dimostrazione di attività anticoagulante subterapeutica, o (ii) funzione renale normale e ultima assunzione più di 24h prima

Alla base dell'ictus numerose problematiche, una di queste la aterotrombosi.

L'endotelio, cioè il rivestimento interno della parete dei vasi sanguigni arteriosi, si riteneva un tempo che fosse sono un semplice rivestimento. Oggi sappiamo che si tratta di un vero e proprio organo che produce una serie di fattori e partecipa a numerosi processi dell'organismo.

Tra i fattori ricordiamo:

Ossido nitrico (NO),  Prostaciclina , EDHF (Fattore iperpolarizzante), Endothelina-1, Trombossano A2, Prostaglandina A2 , PAF (Platelet Activating Factor), Anione superossido , ACE (Angiotensin-converting enzyme) , Eparan-solfato , Proteina S, Fattore Von Willebrand , Fattore tessutale (TF), Attivatore tessutale del plasminogeno , PAI (Plasminogen activator inhibitor) , Lipoprotein-lipasi  ,Citochine , PDGF (Platelet-derived growth factor), FGFb (Basic fibroblast growth factor) , IGF  (Fattore di crescita insulino-simile), TGF (Transforming growth factor), CSF (Colony-stimulating factor).

Trattamento endovascolare dell'ictus

Terzo ed ultimo punto, ma primo per importanza, il motto “time is brain” vale ancora. E’ infatti bene ricordare come l’efficacia della terapia trombolitica e del trattamento endovascolare dell'ictus siano tempo-dipendenti e prima agiamo e maggiore sarà il recupero clinico del nostro paziente. Ne consegue l’importanza organizzativa pre e intra-ospedaliera di fare tutto per ridurre i tempi che portano al trattamento, così come quella di misurarsi continuativamente al fine di migliorare sempre in tale processo.

Il trattamento endovascolare dell’ictus ischemico acuto ha introdotto alcuni cambiamenti nei paradigmi della terapia dell’occlusione delle arterie cerebrali. Fino a pochi anni fa la terapia endovenosa con attivatore tissutale del plasminogeno ricombinante era l’unica opzione terapeutica dimostrata. Alcuni trial pubblicati recentemente hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia del trattamento endovascolare e nuovi studi clinici stanno espandendo sempre di più le indicazioni per questo approccio terapeutico. Una rivascolarizzazione rapida ed efficace è il perno del trattamento dell’ictus ischemico acuto. La trombectomia con stent retriever o tromboaspirazione è attualmente raccomandata come standard terapeutico per l’ictus ischemico acuto con occlusione prossimale di arterie cerebrali associata a specifici criteri di selezione basati sulle caratteristiche del paziente, presentazione clinica, timing e neuroimaging.

Le tecniche di rivascolarizzazione endovascolare del circolo cerebrale hanno subito un’importante evoluzione nel corso degli ultimi anni. La trombolisi intra-arteriosa mediante l’iniezione di farmaci trombolitici tramite microcatetere in prossimità del tromboembolo viene sempre meno utilizzata a favore delle tecniche di trombectomia. Le tecniche di recupero del coagulo attualmente si dividono in generale in due grandi categorie: la trombectomia meccanica con stentriever e la tromboaspirazione.

Gli stentriever sono stent autoespandibili utilizzati per il recupero del tromboembolo

Ictus emorragico

Si stima che fattori genetici-ereditari concorrano all'insorgenza di emorragia cerebrale nel 45% dei casi. Tra questi sono importanti le mutazioni dei fattori della coagulazione (V, VII, X, XI e XIII) per le emorragie dell'infanzia; le apolipoproteine E2/4 per le emorragie lobari; e la presenza di rene policistico, malattia di Ehlers-Danlos tipo IV e displasia fibromuscolare per l'emorragia subaracnoidea da aneurismi.

Il rischio di rottura per aneurismi <7 mm è vicino a 0/anno, per aneurismi <10 mm è 0,05%/anno, per aneurismi di 10-15 mm è 3,3%/anno, per aneurismi di 16-25 mm è 5,6%/anno, per aneurismi >25 mm è 8,9%/ anno. Vi è maggior rischio per il circolo posteriore rispetto all'anteriore. Il rischio di rottura è stato stratificato mediante lo score PHASES in base non solo alle dimensioni dell'aneurisma, ma anche all'età del paziente, storia di ipertensione, sede dell'aneurisma e precedente ESA.

Il rischio di rottura per aneurismi <7 mm è vicino a 0/anno, per aneurismi <10 mm è 0,05%/anno, per aneurismi di 10-15 mm è 3,3%/anno, per aneurismi di 16-25 mm è 5,6%/anno, per aneurismi >25 mm è 8,9%/ anno. Vi è maggior rischio per il circolo posteriore rispetto all'anteriore

Per la decisione relativa al trattamento mediante intervento di clippaggio o la chiusura per via endovascolare nel caso di aneurismi cerebrali non rotti è raccomandato considerare non solo le dimensioni dell'aneurisma, che correlano col rischio di rottura , ma anche altri aspetti (sede, morfologia, caratteristiche anagrafiche e cliniche del paziente, ecc.).

Per approfondire vedi ictus

ANTICOAGULANTI ORALI    (tao)

Non esiste alcuna indicazione all'uso sistematico degli anticoagulanti nella fase acuta dell'ictus
Si impiegano solo secondariamente per:
• Blocco della propagazione del trombo
• Prevenzione delle recidive emboliche
• Migliore scorrimento del sangue per facilitazione del flusso nei circoli collaterali
• Indicati solo nell' ictus cardio-embolico ad alto rischio di recidiva, Protesi valvolare, Fibrillazione atriale, IMA con trombo murale, Trombosi in atrio sinistro
 
Antiaggreganti piastrinici.
La dose che raccomanda spread 2016 in acuto è di 300 mg/die di acido acetilsalicilico
Nella prevenzione del rischio trombo embolico, si impiegano:
• Anticoagulanti orali, Antagonizzano l'azione della Vitamina K (indispensabile per l'attivazione dei fattori II, VII, IX, X della coagulazione). Probabilmente è la terapia antitrombotica più efficace L'assunzione si effettua in unica somministrazione ed alla stessa ora La dose è personalizzata (regolando l'INR tra 2 e 3). INDICAZIONI (prevenzione dell'ischemia cerebrale a genesi cardio-embolica) . Fibrillazione atriale non valvolare, Stenosi mitralica, Protesi valvolari (biologiche o meccaniche), Dissecazione arteriosa, Pervietà del forame ovale, Cardiomiopatia dilatativa
• Antiaggreganti piastrini nella terapia di prevenzione a lungo termine.

MECCANISMO D'AZIONE

• Aspirina a dosaggio di 100 mg/die, inibisce la ciclossigenasi piastrinica, enzima che trasforma l'acido arachidonico in trombossano A2
• Dipiridamolo, Inibisce la fosfodiesterasi piastrinica, enzima che catabolizza l'AMP ciclico e la captazione di adenosina, sostanza che stimola la produzione di AMP ciclico da parte dei globuli rossi
• Asa+dipiridamolo (aggregox), una cpr x due/die ma problema della cefalea nel 20% dei soggetti
• Ticlopidina dose 250x due/die, Inibisce la risposta piastrinica all'ADP, inibendo la sua interazione con lo specifico recettore
• Clopidogrel 75 mg/die (plavix), meccanismo azione come per la ticlopidina
• INIBITORI RECETTORI PIASTRINICI IIa/IIIb , Abciximab, Efibatite , Tirofiban poco usati
 
Raccomandazioni (Consensus Paper Cerebrovascular Disease) Guidelines for management of ischaemic stroke and transient Ischaemic Attack 2008- Antithrombotic Therapy
• It is recommended that patients receive antithrombotic therapy (Class I, Level A)
• It is recommended that patients not requiring anticoagulation should receive antiplatelet therapy (Class I, Level A).
• Where possible, combined aspirin and dipyridamole, or clopidogrel alone, should be given.

Link in tema dell'ictus:

L'ictus cerebrale

Il paziente con encefalopatia multinfartuale

Il paziente vascolare con ictus ischemico o emorragico

il paziente con stenosi della carotide: che fare e perchè e con

La chirurgia vascolare ed il suo ruolo nell'ischemia cerebrale

Intervento di endoarteriectomia

L'ictus emorragico, segni e sintomi vs ictus ischemico

Il rischio cerebrovascolare

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