Facendo riferimento al pensiero jaspersiano in psicopatologia sulle sensopercezioni diremo che per Jaspers "L'oggetto della psicopatologia è l'accadere psichico reale e cosciente. Noi vogliamo sapere che cosa provano gli esseri umani nelle loro esperienze e come le vivono".
Per Jaspers si tratta della base della lezione metodologica per il
clinico che voglia procedere correttamente nel compiere i primi passi nell'esplorazione
della soggettività altrui - evitando cioè di cortocircuitare il livello di
esplorazione della coscienza del paziente facendo ricorso a "mitologie del
cervello" o a etichettamenti diagnostici, laddove la diagnosi deve essere
l'ultima delle preoccupazioni.
Occorre dare voce innanzitutto alla soggettività , ai vissuti esperiti
e riportati dal paziente in prima persona; voce ai fatti psichici quali
essi sono e non quali vengono teorizzati o reificati.
I singoli fenomeni comprendono:
Articolazione dei fenomeni come un insieme di relazioni: coscienza
dell'oggetto e coscienza dell'Io;
L'insieme delle relazioni è sempre fondato su:
- l'esperienza tempo
- l'esperienza dello spazio,
- coscienza del corpo
- coscienza di realtà;
Fenomeni diretti e mediati;
Il fenomeno originario che rende possibile il pensare e il volere si chiama
riflessività.
Lo psichiatra mette in evidenza alcune premesse, per le quali i singoli
fenomeni della vita abnorme, hanno
delle caratteristiche che possono essere riassunte:
-Articolazione dei fenomeni come un insieme di relazioni.
delirium e cause
delirium e patogenesi
delirium ed approccio al paziente
delirium: clinica e diagnosi
Percezioni abnormi
Quindi noi possiamo studiare i fenomeni psicopatologici, sempre nella prospettiva di due aspetti, quello della conoscenza dell'oggetto, quindi della conoscenza non solo di quello che sta di fronte ma anche della conoscenza dell'io che prende visione di quello che sta di fronte, ma quello che sta di fronte non è soltanto il mondo esterno ma anche il mondo interno.
Per cui il corpo può essere oggetto di fenomeni abnormi.
In psicopatologia questo avrà delle ripercussioni, allorché si parlerà di psicopatologia della rappresentazione corporea, come nell'anoressia come nell'obesità, come nelle dismorfofobie (cioè tutte quelle alterazioni che riguardano la percezione non corretta del corpo).
-La seconda premessa dei fenomeni della vita abnorme, risiede sull'osservazione che l'insieme delle relazioni è sempre fondato in un in una cornice, che è la cornice dell'esperienza del tempo, dello spazio, del corpo, è la coscienza della realtà nella sua interezza.
-Naturalmente in questo studio dei fenomeni abnormi, Jaspers osserva la differenza tra fenomeni diretti, alla nostra osservazione, e fenomeni che sono mediati da altri elementi.
Egli aggiunge subito che quello che consente e che rende possibile, il pensare e
il volere si chiama riflessività.
Il bipolare
L'isterica
schizofrenia
Lo schizofrenico e la sua cura
Schizofrenia e farmaci
Quindi riflessività è il fenomeno attraverso i l quale noi prendiamo conoscenza
degli avvenimenti abnormi
Tutta la vita psichica è un insieme di relazioni che danno luogo allo stato di
coscienza;
I fenomeni si possono descrivere solo in parte ben delimitati;
I fenomeni possono apparire più volte nelle nostre descrizioni.
L'altra premessa jaspersiana è quella che riguarda i singoli fenomeni della vita abnorme, per i quali tutta la vita psichica è un insieme di relazioni, quindi noi abbiamo una coscienza dell'insieme e da questo insieme nasce l'esperienza della vita psichica.
Ne deriva che i fenomeni si possono
descrivere e solo in parte sono ben
delimitati. Un altro aspetto importante e che si ritroverà anche in altri punti
di vista della comprensione
psicopatologica, sostiene che i fenomeni possono apparire più volte nelle nostre
descrizioni. Quindi
analogamente a quello che si osserva nella patologia generale, il fenomeno
patologico si evidenzia grazie alla
sua persistenza, e soprattutto alla sua ripetitività.
Regola: tutti i fenomeni devono essere distinti nella forma dal
contenuto; origine di due psicologie:
Per la psicologia fenomenologica ciò che importa è sempre la forma;
Per la psicologia comprensiva ciò che importa è sempre il contenuto.
L'autore fenomenologo pone come regola generale l'osservazione per la quale
tutti i fenomeni devono
essere distinti dalla forma, e dal contenuto.
Ad esempio nella psicopatologia della percezione, l'allucinazione, noi dobbiamo distinguere un aspetto della forma, l'alterazione della percezione, e del contenuto, se, cioè, l'allucinazione è di tipo visivo o uditivo.
Lo stesso varrà per i deliri.
I punti di vista della forma e del contenuto daranno origine a due psicologie,
una psicologia fenomenologica,
per la quale cioè che importa è sempre la forma.
Quindi è la forma che descriverà la psicopatologia, è la forma che ne differenzierà le varie funzioni psichiche e le relative psicopatologie, ad esempio la funzione delle senso percezioni, quindi la psicopatologia delle senso percezioni.
Le funzioni del pensiero quindi la psicopatologia del pensiero, come nelle ossessioni, nel delirio, e quant'altro. Per contro in riferimento al contenuto, ciò ci riporta alla psicopatologia comprensiva, e quindi quella che fa leva sulla tematica dell'alterazione della forma, ad esempio un'allucinazione visiva è un'allucinazione di una immagine, di una figura scomparsa, la figura scomparsa è il contenuto.
E quindi la psicopatologia comprensiva, inaugura una riflessione molto diversa, dove si pone anche tutto il grande problema dell'interpretazione psicopatologica.
Nell'ambito della psicopatologia comprensiva
troveremo le varie teorie, ad
esempio quella psicanalitica, quella esistenziale, quella sistemica, mentre la
psicopatologia fenomenologica può essere considerata più che una scienza a sè stante, una metodologia
attraverso la quale si descrive il fenomeno psicopatologico.
I fenomeni vanno sempre distinti ed il loro raggruppamento è solo un metodo che
tiene conto del
tempo, dello spazio, della coscienza corporea, della coscienza dell'oggetto e
della coscienza dell'Io.
Il filosofo, perché accanto alla sua professione di
psichiatra, Jaspers era certamente
un filosofo, un grande filosofo della fenomenologia, dice che i fenomeni devono
essere sempre distinti, e il
raggruppamento è un metodo che deve tenere conto di alcune coordinate che sono
oggettivabili che sono il tempo, lo spazio, la coscienza del corpo, dell'oggetto e dell'Io.
E quindi tenendo conto del tempo noi risponderemo alla domanda:
Quando?
Tenendo conto dello spazio:
Dove?
Tenendo conto della coscienza del corpo:
Quali sono le esperienze interne?
Tenendo conto della coscienza dell'oggetto:
la focalizzazione
del soggetto nei confronti
dell'esperienza e appunto della coscienza, l'Io, cioè l'esperienza del soggetto
nei confronti della
psicopatologia.
Pertanto è fondamentale nel pensiero Jaspersiano la coscienza dell'oggetto.
Dove il termine "oggetto" va inteso come tutto ciò che ci sta di fronte, e ne deriva che questa percezione dell'oggetto sarà differente da altre teorie, ad esempio quella psicanalitica, dove l'oggetto si arricchisce di un ulteriore specificazione, ad esempio, diventa "oggetto psichico",
Mentre nella psichiatria
fenomenologica, l'oggetto è quello
che sta di fronte, nella terminologia ad esempio psicanalitica questo oggetto
avrà una diversa concezione.
Nella teoria psicanalitica, l'oggetto è la fonte e la meta delle pulsioni, ovvero si dà all'oggetto una capacità di sollecitare il desiderio e di poterlo estinguere, cosa ad esempio che non c'è nella psicologia fenomenologica che come abbiamo detto si occupa della forma piuttosto che della sua comprensione.
Con questa premessa possiamo cominciare a parlare delle anomalie
delle percezioni.
Di che cosa parliamo?
Si tratta de:
Alterazioni nell'intensità delle sensazioni;
Spostamento delle qualità sensoriali;
Sensazioni concomitanti abnormi (audition colorée, synopsie)
Una prima classificazione tiene conto delle intensità delle sensazioni, una
seconda caratterizzazione è
quella che fa riferimento allo spostamento delle qualità sensoriali, e una terza
che fa riferimento a sensazioni
concomitanti abnormi, come ad esempio le audizioni colorate, le sinestie, le
sinopsie.
Le sensazioni concomitati abnormi sono abbastanza frequenti nella psicopatologia, ma sono state prese a partire da un periodo particolare della storia, ad esempio quello del romanticismo, nella possibilità di ricerca di nuove realtà.
A tutte queste sensazioni concomitanti abnormi certamente può essere riservato ad esempio l'uso di sostanze stupefacenti.
La sensazione concomitante abnorme è allorché un senso si appropria di caratteristiche di un altro senso.
Ad esempio nel campo musicale, alcuni autori,
hanno cercato di fare una
correlazione tra produzione sonora e colori. Ad esempio
nei concerti, si proiettano luci colorate, cioè la musica si arricchisce di elementi di stimolazione di caratteri
visivo, colori fumi e quant' altro.
Estraneamento della percezione;
Vissuto completamente nuovo della percezione;
Partecipazione affettiva nella percezione: nel senso della mancanza, nel senso di una penosa
intensità, nel senso di
una partecipazione illusoria o fantastica
Scissione della percezione (come nei soggetti schizofrenici)
Le caratteristiche delle percezioni abnormi possono essere riassunte, sono riassunte da Jaspers, in questi punti.
Un primo punto è quello che fa riferimento ad un estraniamento della percezione, cioè la percezione è come se si isolasse dall'esperienza del soggetto per cui, secondo punto, la percezione viene vissuta in maniera del tutto nuova. Pensate di immedesimarvi in un determinato concerto, allorché l'ascolto da luogo a nuove capacità associative, la percezione non è pura nella sua essenza. Per esempio sono a lezione e mi annoio, dunque ciò che rende abnorme la percezione è la presenza di una partecipazione affettiva che può essere una mancanza di partecipazione affettiva, ad esempio nel lutto, nel senso di una penosa intensità, stesso esempio, o addirittura nella comparsa di elementi di carattere illusorio o fantastico: per esempio il professore spiega ed io penso si tratti di un attore che parla.
Ed è per questo che spingendo questa esperienza fino al limite
dell'incomprensibilità, che possiamo trovare
delle scissioni delle percezioni come nei soggetti schizofrenici.
Il pensiero Jaspersiano ci consente di capire meglio quella che è la sintesi
esistenziale del soggetto psicotico che per noi risulta incomprensibile allorché non abbiamo vissuto esperienze d i
questo senso.
Tutte quelle percezioni che vengono percepiti in modo ingannevole di oggetti
nuovi.
Più specificatamente l'autore fenomenologo parla di false percezioni, quando
il soggetto si trova di fronte
a nuove percezioni che vengono percepite in maniera ingannevole, ad esempio la
comparsa di oggetti nuovi,
e nell'ambito delle alterazioni di oggetti nuovi, abbiamo una classe particolare
che è rappresentata dalle "illusioni" (vedi
schizofrenia).
-
Illusioni da disattenzione (che possono essere corrette richiamando
all'attenzione);
-
Illusioni emotive (che si relazionano ad uno stato emotivo);
-
Pareidolie (tra cui i l fenomeno di Rorschach)
L'illusione è quando un oggetto presente nel mondo, viene percepito in maniera deformata.
L'illusione si riferisce a qualcosa che esiste nel mondo esterno, e questa illusione può essere dovuta alla disattenzione, dove ad esempio succede a volte che nelle situazioni di stress, in certe situazioni di carattere emotivo, e l'esempio per eccellenza delle illusioni è il fenomeno delle "pareidolie".
Ad esempio, sono agitato ed impaurito, se vedo una tenda bianca della finestra che si muove sotto il vento, posso pensare ad un fantasma! Oppure le persone quando osservano le nuvole possono trovare delle forme che ricordano ad esempio una chiave, un orso, un carro, o altre cose, questa è una pareidolia.
La nuvola resta sempre una nuvola e voi avete
dato un senso alla nuvola.
Questo fenomeno è stato utilizzato da Rorschach per mettere appunto il famoso "reattivo di Rorschach", quello delle macchie.
Naturalmente la pareidolia, la nuvola o la macchia, resta pur sempre una nuvola o una macchia. Quindi la pareidolia come fenomeno illusionale, ci porta dal mondo esterno che l'ha generata, al mondo interno che da un suo senso, un suo significato. Per la ricerca del senso, del significato, se ne occupa appunto la psicodiagnostica proiettiva.
Jaspers raccomanda di differenziare le illusioni da alcune interpretazioni
intellettuali, come ad esempio in questo quadro si osserva un quadro di Van
Gogh, dove siete chiamati ad una breve sosta per
riflettere di un possibile significato.
Bene quella che fate è una "interpretazione intellettuale", che nel campo
della pittura ad esempio
diviene sempre più complessa, tanto più l'oggetto percettivo si allontana dal
verismo proposto dalla pittura.
Le illusioni si distinguono dalle allucinazioni che ci portano in t u t f altro
campo, cioè in quello di oggetti
psichici che non sono presenti nel mondo esterno.
Le vere allucinazioni sono false percezioni che hanno carattere di
corporeità che non sorgono dalla
trasformazione di percezioni reali, ma in modo completamente nuovo, accanto e
contemporaneamente a
percezioni reali.
Le vere allucinazioni sono false percezioni che hanno carattere di corporeità. Cioè il soggetto li percepisce come realmente esistenti. Poi la seconda caratteristica è che non insorgono dalla trasformazione di percezioni reali, a differenza delle illusioni, ma insorgono in maniera del tutto nuovo, accanto e contemporaneamente a percezioni reali.
Quindi quando ci sono le vere
allucinazioni, le più frequenti sono
certamente quelle acustiche, il soggetto sente ad esempio, accanto a delle
percezioni del tutto normali. In questo senso è il dramma dell'allucinazione.
Mentre quando manca questo senso di corporeità parliamo di pseudo
allucinazioni. Come quelle che ci
provengono ad esempio dal mondo interno, ad esempio delle voci che ci parlano
dentro. Allora la presenza
delle allucinazioni ci introduce ad un altro aspetto assolutamente importante
nel funzionamento della vita
psichica. Al ruolo delle immagini che hanno nel nostro vivere e come queste
immagini nella psicopatologia
possono generare situazioni di disagio psichico fino al disadattamento, fino
alla psicopatologia, sino a quello
che poi studierete in psichiatria, caratteristico dell'esperienza psicotica.
La percezione si caratterizza per:
Carattere corporeo
Spazio oggettivo esterno
Disegno definito e
completo
Piena freschezza
sensoriale
Costanza
Indipendenza dalla volontà
La rappresentazione si caratterizza per:
Carattere immaginativo
Spazio interiore soggettivo
Disegno indefinito
Inadeguatezza
Dipendenza dalla volontà
Jaspers propone un tabella differenziale che ci consente di distinguere la
percezione che noi abbiamo
dell'oggetto esterno, rispetto alla percezione dell'oggetto interno che si
chiamerà più propriamente
rappresentazione.
Il termine rappresentazione, è molto interessante perché la rappresentazione si
compone del suffisso rapresentazioni,
Ri- presentare, quindi la rappresentazione in qualche modo, l'immagine ha a che
fare con
esperienza precedente, cosa che non necessariamente può avere la percezione,
soprattutto quando ci
troviamo di nuovo ad un percetto nuovo.
Se nelle percezioni c'è un carattere corporeo, nelle rappresentazioni questo
carattere corporeo non c'è, ma
c'è il carattere immaginativo.
Se la percezione viene a realizzarsi nello spazio oggettivo esterno, la rappresentazione si concretizza nello spazio interno oggettivo.
E allora la percezione avrà un disegno definito, completo, mentre la rappresentazione avrà un carattere indefinito.
Provate a ricordare l'immagine di un sogno.
Questa immagine per quanto possa essere viva, e sempre un po' inadeguata e mai avrà la pienezza della freschezza sensoriale della percezione.
La percezione è costante,
cioè la percezione o c'è o non
c'è, mentre la rappresentazione dipende dalla nostra volontà, dalla nostra
capacità, dalla nostra volontà di
evocare, e voi capite quanto le immagini possono essere dolorose, quando questa
volontà non riesce più a
contenerle, come ad esempio nell'ossessione. La percezione infine chiaramente è
indipendente dalla volontà.
Ricordiamoci che la percezione sensoriale interessa sempre un oggetto, e non
un campo sensoriale, e quindi quando non si ha questo interessamento, come ad
esempio nella confusione sensoriale.