Nella versione tipica ottocentesca, l'isteria si manifestava con sintomi molto simili all'epilessia, paralisi degli arti, cecità momentanea, perdita di coscienza e della capacità di parlare. Finito l'attacco, seguiva spesso una fase emozionale molto intensa, in cui il soggetto compiva azioni imprevedibili e esprimeva con poche parole o gesti sentimenti molto profondi, in uno stato semi-allucinatorio.
Isteria è un termine che è stato utilizzato nella psichiatria dell'Ottocento per indicare una tipologia di attacchi nevrotici molto intensi, di cui erano generalmente vittime soggetti femminili.
Il termine viene dal greco Hysteron, utero. Infatti nell'antica Grecia si considerava che la causa di sintomi di questo tipo nelle donne fosse uno spostamento dell'utero. Dalla seconda metà del Novecento, la sostanziale scomparsa di simili fenomeni e il mutamento dei paradigmi teorici in psicologia e medicina hanno portato a nuovi quadri interpretativi. Si tende a considerare attacchi di questo tipo manifestazioni di stati depressivi o situazioni esistenziali di crisi che la persona esprime in una rappresentazione codificata che conosce. Il soggetto, più o meno inconsapevolmente, utilizza la reazione isterica per comunicare uno stato emotivo estremamente negativo nel quale si trova e dal quale non vede via d'uscita.
Il paziente è incapace di entrare in contatto profondo con gli altri; questa
dissonanza è percepita sia dall'isterico sia da quelli che gli stanno attorno, e
questo fornisce all'isterico un senso di solitudine, che lo allontana ulteriormente
dagli altri e gli fa sentire il bisogno di essere notato e visto e quindi assumere
atteggiamenti teatrali per essere visto, notato, ecc. L'isterico non finge!
Questo suo modo di fare rappresenta il suo modo per comunicare con gli altri. Egli
non si rende conto dell'erroneità del suo modo di fare, egli lo vive come l'unico
possibile. Da ciò deriva che l'affettività dell'isterico è come quella di un bambino,
che per calmarsi ha bisogno di poco (un giocattolo). Egli è legato ad eventi contemporanei,
passa facilmente da un'emozione all'altra. Avendo questo tipo di personalità,
forse la maniera più teatrale per attirare l'attenzione, l'isterico la trova nella
conversione, dove il soggetto non finge, in quanto lui non utilizza realmente la
funzione colpita.
La necrosi isterica si caratterizza per:
1) sintomatologia isterica: a) accessionale acuta; b) somatica (di "conversione")
più o meno permanente;
2) personalità di base isterica
La sintomatologia della nevrosi isterica è prevalentemente corporea, ma riguarda
anche la coscienza (intesa come vigilanza). Ciò che caratterizza il soggetto isterico
è una sorta di distacco, di distanzatra l'Io ed il sintomo: definita come
"bella
indifferenza". La sintomatologia isterica ha degli elementi in comune, ben caratteristici:
il suo significato di richiamo dell'attenzione; il suo finalismo: ricerca più o
meno inconsapevole di un "vantaggio" o di una "soluzione" in una situazione difficile;
la sua espressività: grossolana, grottesca, teatrale. In sintesi, ogni sintomo isterico
è una specie di messaggio mimato non verbale che lascia agli interlocutori (medico,
familiari) la responsabilità e l'impegno della interpretazione. Il dinamismo di
base mediante il quale l'ansia conflittuale viene spostata su un organo o su una
funzione, divenendo sintomo, è detta conversione e sintomi di conversione le
relative manifestazioni somatiche.
Grande crisi isterica: è una crisi epilettiforme ma senza perdita di coscienza
con gesti scomposti e torsioni grottesche e manierate.
Stati crepuscolari: è una alterazione dello stato di coscienza che può giungere
fino allo stupore.
Propriamente detti. Possono riguardare praticamente tutti gli organi e apparati. I più frequenti sono: a) le "paralisi" isteriche e le "anestesie" isteriche, senza alcun rapporto anatomo-topografico con le vie nervose principali, con riflessi e tono muscolare indenni; b) fenomeni di "astasia-abasia" (incapacità a reggersi in piedi e a camminare); c) afonia, disfonia, mutacismo; d) diplopia, ambliopia, amaurosi; e) a livello gastrointestinale: disfagia (bolo isterico), vomiti, aerofagia, stipsi ostinata, coliche; frequente è la cefalea; g) a livello sessuale: frigidità, vaginismo.
Le caratteristiche principali sono:
1) immaturità affettivo-emotiva che mantiene la necessità di dipendere dagli altri
e la espressione, esagerata ed al tempo stesso superficiale di emozioni e affetti;
2) incapacità a sopportare le frustrazioni;
3) egocentrismo;
4) falsamente della realtà: l'isterico si costruisce un mondo immaginario e lo propone
a se stesso e agli altri (pseudologia).
Poiché l'isteria è una nevrosi altamente somatizzata, la diagnosi sarà sempre opportuno
farla per esclusione: a) effettuare sempre un accurato esame neurologico; b) eventualmente
effettuare un EEG.
La diagnosi differenziale si pone con epilessia e tumori cerebrali.
Nelle forme a prevalente componente psichica, la diagnosi differenziale va posta
con forme schizofreniche ad inizio pseudoneurotico (es.: in un giovane in cui alcuni
sintomi, di marca psicotica, si sovrappongono ad una certa teatralità e manierismo
ed a movimenti di richiamo nei riguardi dell'ambiente).
Psicodinamica: l'isterico non ha mai risolto il suo conflitto edipico perchè non
ha potuto stabilire identificazioni. stabili ed è pertanto "fissato" a questo stadio
di sviluppo libidico. Quando nella sua vita si crea un conflitto tra desiderio e
realtà, regredisce al livello della sua "fissazione" con il riemergere di fantasie
edipiche evidenti sia nei sogni che nel comportamento. nei confronti degli altri
(dipendenza, richiesta d'aiuto).