Linfoma gastrico, diagnosi e cura
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appunrti del dott. Claudio Italiano
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linfoma linfoma intestinale
Definizione
Il
linfoma gastrico appartiene alla grande categoria dei Linfomi non Hodgkin a localizzazione
extranodale primitiva. II primo passo verso una migliore conoscenza biologica è
stato l'acquisizione del concetto di MALT (Mucosa Associated Lymphoid Tissue)
che ha indicato come, a seguito di una risposta infiammatoria, si può generare tessuto
linfoide in organi e sedi dove normalmente non è prevista la presenza di linfociti.
Questo tessuto linfoide è costituito sia da T che da B linfociti e questi ultimi
possono andare incontro a trasformazione neoplastica, determinando così lo sviluppo
di un linfoma.
L’acronimo MALT, infatti, definisce una componente linfoide osservata in vari organi
che non si identificano coi siti periferici del sistema linfoide e che, oltre ad
essere del tipo c.d. “nativo” (tessuto linfoide strutturalmente presente ab origine),
può risultare invece del tipo c.d. “acquisito” (tessuto linfoide che si “sviluppa”
secondariamente a stimoli antigenici infettivi od autoimmuni cronici in strutture
che ab origine siano sprovviste di tessuto linfatico “istituzionale”).
Epidemiologia
I linfomi gastrici rappresentano meno del 5% delle neoplasie gastriche ma costituiscono
la più frequente localizzazione extranodale dei
linfomi non Hodgkin. L’incidenza
è dello 0.21-0.70/100.000 per anno. L'età mediana dei pazienti colpiti è di circa
60 anni e, nel sesso maschile, il rischio di sviluppare un linfoma gastrico è 2-3
volte superiore al sesso femminile.
Eziopatogenesi del linfoma
Il passo successivo delle conoscenze è stato quello che ha dimostrato la connessione
fra l'infezione da Helicobacter
pylori (Hp) e lo sviluppo di un linfoma MALT dello stomaco. Lo sviluppo di un
linfoma gastrico sembrava infatti un paradosso in quanto lo stomaco è normalmente
privo di tessuto linfoide ma lo acquisisce proprio per effetto della infezione da
Hp. Nel 1993 Isaacson e collaboratori l'hanno dimostrato anche sperimentalmente.
Questi Autori hanno coltivato in vitro cellule di linfoma gastrico e hanno dimostrato
che queste cellule potevano mantenersi in vita ed anzi proliferavano solo se poste
a contatto con estratti di Hp. Inoltre, si è visto in studi in vitro che la rimozione
delle cellule T dalla sospensione di cellule del linfoma gastrico abrogava l'effetto
proliferativo indotto dall'Hp. Questo ultimo dato indica chiaramente la necessità
di una cooperazione dei linfociti T nel processo di trasformazione neoplastica dei
linfociti B indotto dall'Hp e rende anche ragione del fatto che il linfoma gastrico
tende a rimanere localizzato nello stomaco, proprio perché per svilupparsi ha necessità
dei T linfociti reattivi contro l'Hp che si possono trovare in grande quantità solo
nello stomaco. Pertanto, la patogenesi del linfoma riconosce un primo momento di
infezione da Hp cui fa seguito una infiammazione che determina la formazione di
tessuto MALT e che induce alterazioni genetiche che daranno origine alla emergenza
di un clone neoplastico dei B linfociti.
Curiosità terapeutica
Da qui, dimostrato il ruolo svolto da H.P., quando un tempo il trattamento dell’affezione
era quasi esclusivamente una gastrectomia, si è dimostrato che un semplice trattamento
antibiotico è efficace nel 75% dei casi di MALT gastrico. E’ vero, tuttavia, che
in circa il 50% dei casi rispondenti alla terapia anti-Hp, persiste la presenza
di una popolazione monoclonale di linfociti B anche se i pazienti sono in remissione
istologica completa. Il destino di questa popolazione monoclonale non è ancora ben
chiaro, ma esistono adesso dei reports con lungo follow-up che indicherebbero che
in molti pazienti queste cellule alla fine scompaiono anche dopo diversi anni.
GASTROSCOPIA: Linfoma gastrico ulcerato e coperto
da fibrina in stadio avanzato che infiltra entrambe le pareti del corpo
gastrico, a manicotto
|
Negli ultimi anni sono stati fatti anche notevoli progressi, sul piano della comprensione
delle basi molecolari che sottendono allo sviluppo dei linfomi gastrici, ed anche
di come lo stato infiammatorio possa indurre alterazioni genetiche e molecolari
che determinano trasformazione neoplastica. In particolare, sono state identificate
tre traslocazioni cromosomiche:
La prima traslocazione identificata è la t(11;18)(q21,q21) che è stata riscontrata
in circa il 30% dei casi di linfoma MALT dello stomaco. Questa traslocazione induce
la formazione di un gene di fusione ibrido composto da API2 e MALTI. Il gene API2
ha la funzione di inibire alcune caspasi e quindi ha una attività anti-apoptotica,
mentre il MALT1 è in grado di stimolare FNFkB che è una molecola capace di indurre
attività replicativa cellulare.
La seconda traslocazione è la t(l;14)(p22;q32) che è stata riscontrata in circa
il 5% dei MALT e anche questa si associa a malattia più avanzata e non rispondente
alla terapia eradicante. In questa traslocazione il gene che codifica per la proteina
BCL10 viene messo sotto il controllo dell’enhancer del gene delle catene pesanti
delle immunoglobuline. In questo modo il BCL10 è sempre attivo nell'esplicare la
sua funzione che è quella di promuovere la proliferazione linfocitaria attraverso
l'NFkB.
La terza traslocazione è la t(14;18)(q32,q21) che per la verità è più frequente
nei MALT non gastrointestinali. In questo caso il gene MALT1 viene iperespresso
in quanto è posto sotto il controllo dell’enhancer del gene delle catene pesanti
delle immunoglobuline. Gli studi più recenti hanno dimostrato che in realtà queste
tre alterazioni cromosomiche inducono alterazioni molecolari che alla fine convergono
nella via di attivazione dell'NFkB.
Clinica
La presentazione clinica dei linfomi gastrici è abbastanza aspecifica, con disturbi
gastrointestinali non patognomonici, che possono andare da lievi turbe dispeptiche
a severi sanguinamenti a partenza dal tubo gastroenterico. I segni sistemici che
spesso accompagnano i linfomi nodali, quali
febbre e sudorazione
notturna, sono abbastanza rari nei linfomi gastrici. In comune con i linfomi nodali
è invece il dimagrimento, anche se
nei linfomi gastrici questo è spesso espressione della difficoltà ad alimentarsi
correttamente. Anche i reperti radiologici sono aspecifici e quindi la diagnosi
è sempre istologica. Pertanto, la
esofagogastroduodenoscopia
con biopsia (E-Bx) costituisce il metodo primario per la diagnosi. È usualmente
raccomandato fare biopsie multiple e il più possibile profonde, in quanto il linfoma
si sviluppa usualmente nella sottomucosa.
Anatomia patologica
Sul piano istologico si distinguono due grossi gruppi, il primo rappresentato da
una proliferazione di piccoli linfociti maturi che configura un quadro di linfoma
a basso grado di malignità (il MALT propriamente detto) e il secondo rappresentato
da una infiltrazione di elementi più grandi (linfoma a grandi cellule) a più elevato
grado di malignità che può avere o meno dei residui di linfoma MALT. La distinzione
fra un linfoma a basso grado e una gastrite con infiltrato linfocitario non è sempre
agevole, come del resto è aspettabile considerando che il linfoma origina proprio
dalla gastrite. Infatti, in precedenza era spesso usato il termine di "pseudolinfoma"
ad indicare quei casi nei quali la diagnosi differenziale fra gastrite e linfoma
era difficile da fare.
Successivamente i patologi hanno accettato i criteri proposti da Wotherspoon che
prevede cinque gradi di infiltrazione linfocitaria e la diagnosi di linfoma viene
accettata a partire dal III grado in poi. La diagnosi diviene poi inequivocabile
quando sono presenti le cosiddette lesioni linfoepiteliali. Occorre inoltre dire
che, nei casi di più difficile interpretazione morfologica le moderne tecniche di
biologia molecolare possono facilitare la diagnosi con la dimostrazione della monoclonalità
dei linfociti. I Linfomi primitivi gastrici ad alto grado ("high-grade"), nella
quasi totalità appartenenti anch'essi al fenotipo B, sono invece caratterizzati
da una presentazione clinico-patologica sicuramente "aggressiva", mentre la loro
struttura cito-istologica è praticamente indistinguibile dai linfomi B ad alto grado
che insorgono nei siti nodali. Si tratta infatti di Linfomi a grandi cellule B (blasti),
che possono essere monomorfe, ma con possibili variazioni citometriche e nucleari
tali da determinare un aspetto pleiomorfo, mentre d'altro canto non si riscontrano
le c.d. lesioni linfoepiteliali, tipiche dei Linfomi low-grade.
>> segue
linfoma gastrico
vedi anche gastroenterologia
ematologia