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Esofagogastroduodenoscopia

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appunti del dott. Claudio Italiano

L'endoscopia digestiva

Con l'avvento dell'endoscopia a fibre ottiche, scoperta dai giapponesi nel 1963, l'endoscopia digestiva è divenuta, oggi più che mai, una tecnica insostituibile. Chi vi scrive è stato per decenni un ragazzo specializzando presso L'endoscopia Digestiva del Policlinico di Messina, dove ha appreso quanto potete leggere in questo sito, con sacrificio triplo, cioè con la difficoltà che ha l'apprendista di un'arte a dover "strappare" la tecnica di bottega al maestro geloso!

Oggi lo studio del tubo digerente, si avvale anche di altre tecniche non invasive (per es. ecografia dell'addome, radiografia del torace per lo studio dell'esofago col pasto baritato, rx diretta dell'addome, TAC ADDOME e RMN dell'addome, colangioRMN). Tuttavia nei paziente in cui è possibile eseguirla o in casi di fatti emorragici, quando indicata, la gastroscopia è tecnica insuperabile, talora salva-vita, grazie alle nuove metodiche per il trattamento e l'emostasi delle lesioni sanguinanti.

Distinguiamo per lo studio del tubo digestivo: 

- tratto alto (esofagogastroduodenoscopia)

- tratto basso (colonscopia)

I moderni endoscopi, infatti,  sono oggi dei video endoscopi, cioè associano delle tecniche informatiche all'esecuzione dell'indagine endoscopica, nel senso che è possibile creare un documento video digitale di ogni esame effettuato e trasmettere in rete le informazioni a distanza e, addirittura, per il futuro sarà possibile intervenire a distanza con robots operativi ecc. La sua importanza clinica è divenuta negli ultimi decenni  fondamentale nella diagnosi precoce e nella valutazione delle affezioni gastroenterologiche. Alcune delle più comuni patologie che possono essere diagnosticate tramite l'EGDS sono:
Ernia Iatale
Esofagite
Gastrite
• Gastroduodenite
Ulcera

Dalla fine degli anni '90 si è diffusa anche la tecnica dell'ecoendoscopia, o EUS, che abbina l'esame endoscopico tradizionale ad una tecnica ecografica, con significativi vantaggi diagnostici per lo studio di determinate situazioni cliniche, per esempio per studiare lesioni del pancreas, montando una sonda ecografica alla punta del duodenoscopio (strumento usato per gli esami delle vie biliari (cfr calcolosi della via biliare principale  tumore del pancreas ) oppure anche per studiare l'esofago in caso di cancro dell'esofago (cfr anche palliazione del cancro dell'esofago), allo scopo di cogliere le lesioni inziali di parete. In alcuni casi (gastroscopia operativa), l'EGDS viene effettuata per rimuovere piccoli corpi estranei, termocoagulare lesioni, etc.

EGDS: poliposi gastrica sopra, sotto immagine di
resezione (escara che residua dopo il trattamento con
ansa diatermica)

Modalità d'esecuzione

Il gastroscopio permette l'osservazione diretta delle cavità dell'esofago, dello stomaco e del duodeno. Esso infatti è munito di una sonda di circa 8-12 mm di diametro, attrezzata con una telecamera e delle fibre ottiche all'estremità. Il paziente che effettua l'esame deve essere completamente digiuno almeno da 12 ore prima, infatti specie il paziente diabetico (cfr neuropatia diabetica) può presentare una gastropatia diabeticorum, con gastroparesi e riscontro di ingesti nello stomaco, come una nostra paziente aveva, con riscontro, addirittura, di anemia megaloblastica. Se il paziente ha mangiato, c'è il rischio di un rigurgito di materiale nelle vie respiratorie. Inoltre è importante la sedazione del paziente, con benzodiazepinici e l'impiego di anticolinergici per ridurre i riflessi vago-vagali da distensione addominale, stante le manovre di introduzione della sonda endoscopica nel viscere e l'insufflazione di aria che distende le pareti gastriche e del duodeno. Il paziente, inoltre giace in decubito laterale sinistro, anche per consentire il refluire di bava all'esterno, poiché durante l'esame c'è emissione di saliva e di muco, mentre anche la gola viene trattata con un anestetizzante spray. Un segreto per effettuare l'indagine con meno disagio possibile, è quello di concentrarsi sul respiro del naso, lasciando colare la bava dalla bocca, anche se il paziente ha il fastidio per la presenza di  questo corpo estraneo che scivola nel retrofaringe e pensa di soffocare !

Tecnica dell'esame

La sonda endoscopica  viene introdotta in bocca la sonda, che viene poi spinta delicatamente in esofago, e da li fatta scendere prima nello stomaco e poi nel duodeno, fino al secondo duodeno; l'esame si completa con il ritiro della sonda, e la visualizzazione in retroversione delle stesse strutture anatomiche, per esempio per controllare il "segno del batacchio", se cioè il LES, visto in retrovisione, con l'endoscopio appoggiato, è continente. Inoltre consente manovre operatorie come la polipectomia endoscopica, come potete vedere nelle foto endoscopiche qui a lato dove una serie di polipi gastrici sono stati resecati con ansa diatermica.

Attraverso un canale interno alla sonda è anche possibile il prelievo  indolore  di campioni bioptici di tessuti, utilizzabili per indagini anatomopatologiche più approfondite (attraverso approcci istologici o citologici); e, sempre tramite il canale interno, è possibile l'uso di strumenti per la gastroscopia operativa (cestelli, pinze, coagulatori). L'esame consente anche l'esecuzione della ricerca di Helicobacter pylori previo biopsia e test all'ureasi.

Complicanze

L'esame è invasivo, ma sicuro e con una bassissima incidenza di complicanze (0,05% di morbilità, e meno di 0,006% di mortalità), con  durata diesecuzione breve (pochi minuti) e non è doloroso, anche se il naturale riflesso deglutitorio può portare a successive, leggere, irritazioni faringee; più frequentemente l'esame può causare fastidio, con nausea e conati di vomito a vuoto, significativamente riducibili previa una leggera sedazione cosciente (con benzodiazepine) e l'applicazione abbondante di anestetici topici in orofaringe (Xilocaina o Lidocaina). Nei pazienti non collaboranti si può perfino somministrare e.v. di Propofol o Midazolam) ed eseguire praticamente in anestesia e con assistenza l'esame.

 

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