cfr prima Linfoma intestinale
La collocazione di clips radiopachi nelle sedi di possibili residui tumorali in occasione dell'intervento chirurgico facilita una localizzazione accurata della radioterapia. Con l'estendersi della malattia a sedi extraintestinali, la prognosi peggiora precipitosamente e la sopravvivenza attesa a cinque anni è dell'ordine del 10-50 per cento. Alcuni esperti preconizzano la terapia radiante e/o la chemioterapia in fase postoperatoria in tutti i pazienti, compresi quelli nei quali il linfoma era ritenuto essere circoscritto a un singolo focus intestinale, perché l'interessamento iniziale dei tessuti adiacenti può essere difficile da rivelare. L'ostruzione intestinale, la perforazione e l'emorragia causate dal linfoma primario circoscritto ad una singola sede vengono trattate chirurgicamente e si tenta, di solito, di resecare l'intero tumore. Il trattamento dei pazienti con malassorbimento causato da linfoma diffuso primario interessante un lungo tratto di piccolo intestino è stato generalmente deludente. Un intervento chirurgico definitivo è fuori questione a causa della lunghezza del segmento intestinale interessato. La radioterapia, impiegando tecniche a «striscia» od a «spruzzo» è stata proposta con contributi aneddotici di risultati importanti, ma la sua efficacia nel prolungare la sopravvivenza non è stata provata. La chemioterapia con una serie di svariati farmaci, tra i quali steroidi linfolitici come il prednisone, agenti antimitotici come gli alcaloidi della vinca ed agenti alchilanti come la ciclofosfamide od il clorambucil, da soli od in combinazione, è stata impiegata. Alcuni pazienti rispondono drammaticamente e raggiungono la remissione clinica; molti no. Il trattamento con radiazioni o con farmaci citotossici può predisporre alla perforazione intestinale causando necrosi della neoplasia che infiltra la parete intestinale. L'incidenza di sepsi e di infezioni fungine sembra pure alta nei pazienti trattati aggressivamente con radiazioni od agenti citotossici. La coesistenza di malassorbimento con grave anoressia in questi pazienti complica gli sforzi per mantenere una nutrizione adeguata. Possono essere utili supplementi di trigliceridi a media catena e l'impiego generoso di supplementi di vitamine e minerali. La prognosi nel linfoma intestinale primario diffuso varia grandemente da paziente a paziente ma è generalmente deludente. Alcune volte remissioni cliniche complete a lungo termine fanno seguito alla terapia, ma, più spesso, la malattia progredisce senza tregua e rapidamente. In una serie di nove pazienti, tre morirono entro un anno dall'esordio dei sintomi e nessuno sopravvisse quattro anni. Nel linfoma disseminato con interessamento intestinale secondario il trattamento è palliativo. Se una lesione specifica, sintomatica è limitata ad un segmento localizzato dell'intestino, può essere usata la terapia di radiazioni; più spesso, si impiega la chemioterapia. La sopravvivenza a cinque anni è inferiore al 10 per cento. Può essere necessaria la chirurgia palliativa per trattare complicanze come l'ostruzione intestinale
Per approfondire il tema:
occlusione intestinale
malattia di Hodgkin
linfoma non-Hodgkin
malassorbimento
sprue celiaca