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La semeiotica in riabilitazione

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Come attuare un'adeguata riabilitazione?

Una volta che lo specialista fisiatra accertata la menomazione (cfr Riabilitazione), questi dovrà valutare il grado di disabilità e il grado di handicap.

 Per fare questo sono necessari degli strumenti che forniscano una valutazione obbiettiva e numerica per quantificare il miglioramento del paziente. In riabilitazione si usano perciò moltissimo le cosiddette scale di valutazione, in generale avremo :
• scale di menomazione
• scale di disabilità
• scale di handicap o di qualità della vita
,

L'obbiettivo ultimo della riabilitazione è migliorare la qualità della vita.
Tutto dipende dagli items che fanno parte di queste scale.

Nelle scale più semplici per esempio si considerano criteri come l'escursione articolare, i ROM (range ofmotion) attivi e passivi, cioè i gradi che le articolazioni normalmente riescono a raggiungere; misurando i gradi avremo un valore numerico.

Un'altra scala è quella che valuta la forza che il paziente riesce ad opporre all'operatore, la scala MRC (medicai research council):


5 - forza normale
4 - movimento possibile contro discreta resistenza
3 - movimento possibile contro gravità ma non contro resistenza
2 - movimento possibile in assenza di gravità
1 - motilità visibile, piccola contrazione visibile ma non c'è movimento del segmento
0 - nessuna motilità visibile


Questa scala esplora la forza muscolare, cioè una funzione motoria quindi questa è una scala di menomazione.
Un'altra scala di menomazione è la Glasgow coma scale, che valuta il grado di coma esaminando la risposta verbale, l'apertura degli occhi e la risposta motoria. Esplora una funzione fondamentale dell'uomo che è la coscienza.

Un'altra scala di menomazione è quella che valuta l'ipertono muscolare, la Scala di Ashworth.

Quando invece consideriamo altri varianti come possono essere le attività della vita quotidiana, parliamo di scala di disabilità globale, in cui c'è di tutto, si fa riferimento a valutazioni che procedono dai movimenti più semplici all'alimentazione ecc.

 

Nella scala FIM a questi si associa un'esplorazione delle funzioni cognitive.


Vi sono poi delle scale che esplorano le attività ma riguardano per esempio un arto superiore solamente, scale di disabilità regionale. Ci sono scale che valutano il cammino o per esempio il controllo del tronco e del capo, importante quando il paziente allettato deve essere rimesso in piedi.
Ci sono poi scale specifiche per malattie, come può essere per la sclerosi multipla, per esempio, la scala per la fatica, le scale per le patologie osteoartriche, scala per il morbo di Parkinson, e poi la scala per la qualità della vita, molto utilizzata.
Ci sono poi i vari test neuro psicologici, che valutano per esempio la memoria, l'attenzione, funzioni visu-spaziali, disturbi del linguaggio, ecc.
Ci sono test per valutare la funzione respiratoria, come spirometria ed emogas analisi, che misurano la menomazione, mentre i test per la dispnea o i test da sforzo misurano la disabilità.
Esistono dei questionari per l'handicap specifici.

 Ci sono le scale per il dolore che vanno da quelle unidimensionali, qualitative e quantitative, come la VAS (su una linea che parte da assenza di dolore e finisce a il dolore più forte il paziente indica il livello di dolore che percepisce), a quelle pluridimensionali.

La scala visuo-analogica (o analogico visiva) del dolore (acronimo: VAS) è uno strumento di misurazione delle caratteristiche soggettive del dolore provato dal paziente.

Le linee guida sul trattamento del dolore nei traumatizzati sottolineano come questo sintomo sia relegato al rango di un sintomo minore e confermano l'opportunità della adozione di scale e strumenti di misura soggettiva del dolore percepito dal paziente, al fine di trattarlo in modo più adeguato

La scala consiste semplicemente in una striscia di carta di 10 cm che alle estremità presenta due "end points" che vengono definiti con "nessun dolore" ed il "peggior dolore che io possa immaginare". Il sanitario chiede al paziente di segnare in un punto della scala il dolore così come viene percepito in quel momento.

 


Terapie fisiche, ortesi e terapia occupazionale

A volte in riabilitazione si utilizzano queste particolari terapie come può essere l'elettroterapia antalgica (Tens), l'ultrasuonoterapia, la crioterapia, la termoterapia, la laserterapia, utilizzata in molte patologie osteoarticolari per contrastare l'infiammazione.

Tra le ultime ci sono per esempio le onde d'urto, utili per trattare nelle fasi iniziali una complicanza che può colpire soggetti con mielolesioni, specie se giovani, in cui si deposita tessuto osseo nei tessuti molli periarticolari bloccando l'articolazione stessa; c'è poi la tecarterapia che ha effetto antiinfiammatorio, favorisce i processi riparativi a livello di muscoli, tendini e ossa.

Le ortesi sono dei residui fissi applicati a un segmento corporeo o per fissarlo in una specifica posizione o per permettergli un movimento.

Esistono perciò ortesi statiche, come può essere quella al polso in caso di ipertono spastico, e dinamiche, per esempio quella al piede in soggetti col piede calante.
Ci sono poi corsetti, busti e protesi, standing per far stare in piedi il paziente che non ci riesce. Ci sono tutori vari e ausili che si applicano esternamente alla persona, per esempio i lettini che sollevati a vari gradi permettono di evitare l'ipotensione ortostatica a cui può andare in contro un paziente allettato da molto tempo e che deve rimettersi in piedi, le sedie a rotelle e tutti i vari tipi di bastoni, girelli ecc.


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