appunti del dott. Claudio Italiano
Incidenza e storia naturale dell'arteriopatia ostruttiva periferica
L'arteriopatia ostruttiva periferica (AOP) delle arterie degli arti inferiori, che
rappresenta la localizzazione alle arterie periferiche della malattia arteriosclerotica,
interessa la popolazione adulta, specie maschile, con un'incidenza che può variare
dal 2.5 al 22% a seconda delle fasce di età considerate. Più precisamente l'incidenza
è del 2.5% tra 40 e 60 anni, del 5% tra 60 e 64 anni, del 13% tra 65 e 69 anni,
del 16% tra 70 e 74 anni, e del 22% oltre i 75 anni.
Da un recente studio condotto su 2307 pazienti con AOP controllati in media per
4.5 anni è risultato che:
la malattia rimane stabile o migliora nel 50% dei casi.
nel 14% dei casi peggiora e in un altro 30% dei soggetti il peggioramento si manifesta
anche con dolore a riposo o necrosi dei tessuti, che richiedono degli interventi
chirurgici o l'amputazione. Un ulteriore 6% dei pazienti è direttamente sottoposto
ad amputazione.
L'identikit del paziente con arteriopatia arti inferiori è:
Età 50-69 anni e storia di fumo o diabete
Un'età inferiore a 50 anni ma storia di diabete e un altro fattore di rischio per aterosclerosi
Età uguale o superiore a 70 anni
Sintomatologia a livello degli arti inferiori durante uno
sforzo (indicativa di claudicatio) o dolore ischemico a riposo
Anomalie all'esame dei polsi tibiali
La claudicatio è rappresentata da quel dolore che interviene
ad un certo punto della marcia in un soggetto vasculopatico (cfr
il paziente vascolare,
aocp) e viene classicamente definita come un disturbo muscolare riproducibile
provocato dall'esercizio e alleviato dal riposo. Infatti il muscolo per contrarsi
necessita di ossigeno e di glucosio ed ogni qual volta si verifica, a causa di un'aumentata
richiesta di flusso sanguigno da parte dei muscoli, un'ischemia, poiché il
sistema vascolare malato non può soddisfare tale esigenza. Un approccio non operatorio
nei pazienti con claudicatio è generalmente appropriato. Ma occorre prestare molta
attenzione davanti ad un paziente con claudicatio poiché la claudicatio è un presagio
minaccioso di malattia vascolare estesa la modificazione dei fattori di rischio
è il primo passo nel trattamento di questi pazienti.
Essi sono rappresentati da:
- il fumo di sigaretta,
- ildiabete
- la dislipidemia,
- l'iperomocisteinernia
- elevati livelli di proteina C reattiva
- l'ipertensione sono fattori che influenzano la progressione
La presenza di diabete mellito aumenta il rischio di malattia arteriosa periferica di due-quattro volte e il rischio di claudicatio di 3,5 volte nell'uorno e 8.6 volte nella donna. Pazienti diabetici con malattia arteriosa periferica degli arti inferiori hanno una probabilità da 7 a 15 volte superiore rispetto a pazienti non diabetici anch'essi con malattia arteriosa periferica degli arti inferiori di andare incontro a un'amputazione maggiore Il rischio di sviluppare una malattia arteriosa periferica degli arti inferiori aumenta circa del 5-10% per ogni aumento di 10 mg/dl di colesterolo totale. Anche l'iperomocisteinemia aumenta il rischio di progressione della rnalattia arteriosa periferica. Il Physician's Health Study documentava che i livelli di proteina C reattiva erano superiori in soggetti che successivamente avrebbero sviluppato una malattia arteriosa periferica degli arti inferiori e in quelli che alla fine avrebbero necessitato di un trattamento chirurgico. Sebbene l'ipertensione sia associata a malattia arteriosa periferica degli arti inferiori, la sua relazione con tale condizione patologica è generalmente più debole rispetto a quella con le malattie cerebrovascolare e coronarica.
visita: Un Medico per Tutti
Nel Frarningham Heart Study, l'ipertensione aumentava il rischio di claudicatio intermittens di 2,5 e 4 volte rispettivamente nell'uorno e nella donna. Il rischio era proporzionale alla gravità dell'ipertensione arteriosa. Dopo il controllo dei fattori di rischio, il passo successivo per un trattamento efficace della claudicatio è un programma di attività fisica. Un training fisico con supervisione dovrebbe essere effettuato per un minimo di 30-45 minuti, almeno tre volte alla settimana per un rainimo di 12 settimane e l'impiego di inibitori dell'aggregazione piastrinica.
Chirurgia Vascolare