MALASSORBIMENTO E SINDROME DELL'INTESTINO CORTO (SIC)

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appunti del dott. Claudio Italiano

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Resezioni estese dell'intestino danno spesso luogo alla sindrome dell'intestino corto.
 Le cause più frequenti della sindrome dell'intestino corto sono:
1) massiva resezione intestinale secondaria ad alterazioni vascola­ri dell'intestino tenue;
2)  resezioni multiple in seguito a enterite regionale;
3)  bypass digiunoileale (cfr La chirurgia_metabolica ) per obesità patologica.
In generale, l'assorbimento delle sostanze nutritizie è condizionato dalla estensione e dalla sede dell'intestino tenue in cui è stata praticata la resezione, dalla presenza della valvola ileocecale e dall'adattamento dell'intestino tenue residuo. Una resezione del 40-50% di intestino tenue è, in genere, ben tollerata, a condizione che vengano risparmiati il duodeno prossimale, la metà distale dell'ileo e la valvola ileocecale. Di contro, la sola resezione dell'ileo e della valvola ileocecale può provocare una grave diarrea con malassorbimento, anche se la resezione ha interessato meno del 30% dell'intera lunghezza dell'intestino tenue.

Sintomatologia.

La SIC causa:
•diarrea
•steatorrea
•calo ponderale
•disidratazione
•acidosi metabolica
•escoriazioni perianali
•sintomi da carenza elettrolitica (K, Ca, Na) e vitamine (B12, A,D,E,K)

Terapia

Il trattamento della sindrome dell'intestino corto prevede l'adozione di diverse misure terapeutiche:
1) dieta di almeno 2500 kcal, costituita soprattutto da carboidrati e proteine e con un contenuto lipidico inferiore a 40 g/die. Una dieta povera di grassi è efficace nel ridurre la diarrea, presumibilmente perché con essa viene ridotta la produzione di acidi grassi idrossilati, derivati dai lipidi a catena lunga. Tali acidi grassi idrossilati sono dotati di attività catartica e incrementano la secrezione netta di acqua ed elettroliti da parte del colon e dell'intestino tenue; inoltre occorre un'integrazione della dieta con vitamine e minerali, tra i quali K+, Cl~, Mg2+, Ca2+, metalli in tracce (Zn, Cd, Mn), ferro, folati, vita­mine B12, A, D, E, K, B1, B6, biotina e acidi grassi essenziali; spesso è necessario ricorrere alla nutrizione parenterale tota­le nei primi 6 mesi successivi alla resezione massiva dell'inte­stino, fino a che non si sia ottenuto un certo grado di adatta­mento. Questi pazienti possono richiedere un'iperalimentazione parenterale prolungata mediante catetere di gomma al silicone posizionato nella vena cava superiore, intervento che è possibi­le effettuare anche a domicilio del paziente.
2) somministrazione di farmaci (alcaloidi della belladonna, difenossilato, loperamide e codeina , cfr La diarrea e la cura ) che, rallentando la motilità intestinale e prolungando il tempo di contatto con la mucosa, permettono di ottenere un buon controllo della diarrea; inoltre  i farmaci in grado di sequestrare i sali biliari, come la colesteramina, possono ridurre la stimolazione della secrezione netta di acqua ed elettroliti indotta dai sali biliari; 3) va riscontrato, inoltre, che i pazienti con sindrome dell'intestino corto presentano, spesso, un'ipersecrezione acida gastrica transitoria che può produrre una diluizione delle secrezioni pancreatiche, come pure l'inattivazione degli enzimi pancreatici. In tal caso, l'impiego di un antagonista per i recettori H2 o di un inibitore della pompa protonica è efficace nell'inibire la secrezione acida e nel ridurre il volume di liquidi del tratto prossimale dell'intestino tenue, aumentando così la concentrazione degli enzimi pancreatici; può essere tuttavia richiesto un supplemento di questi ultimi; 4) l'octreotide, un analogo della somatostatina ad azione prolungata, riduce la secrezione di enzimi digestivi (biliari, pancreatici, succo enterico) e può in tal modo ridurre la diarrea;

cfr  index di gastroenterologia