Stiamo parlando di un esame, quello citologico urinario, che riveste un ruolo importante nella diagnosi, nello screening e nel follow-up delle neoplasie vescicali in primis e dell'apparato escretore in generale.
Teniamo presente che normalmente le urine
non devono presentare cellule. L'indagine presenta buone possibilità
diagnostiche nei tumori papillari di medio grado ed alto grado e nel carcinoma
in situ non papillare.
La citologia urinaria viene generalmente effettuata in soggetti a rischio quali:
a) individui con sintomatologia urinaria (ematuria, pollachiuria,
stranguria);
b) lavoratori esposti ad agenti cancerogeni quali amine aromatiche (alanina);
c) pazienti sottoposti ad irradiazione della pelvi o a cicli di ciclofosfamide;
d) pazienti in trattamento per neoplasia dell'urotelio, data la frequenza delle
recidive che si verificano in tali casi.
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Fondamentale per un accurato iter diagnostico che il campione di urine sia accompagnato da una dettagliata storia clinica del paziente, dalle modalità di raccolta e conservazione delle stesse e da ogni dettaglio riguardante terapie precedenti o in atto in quanto possono facilmente alterare le cellule e dare quindi dei falsi positivi.
Infatti la cellularità e la morfologia cellulare possono essere alterate da manovre invasive (esempio cistoscopia o cateterismo), infezioni, infiammazioni, recenti interventi chirurgici, immunoterapia, radioterapia e chemioterapia locale o generale.
Per evitare disformità, sarebbe opportuno che il processo di preparazione delle urine sia codificato e standardizzato dal laboratorio: il miglior prelievo è quello delle urine mattutine in quanto sono più cellulate anche se presentano alterazioni degenerative più marcate; per tale motivo ci sono più metodiche per la raccolta delle urine; dal punto di vista diagnostico, l'ottimale sarebbe la raccolta delle prime urine mattutine dopo averne eliminate un po' con un primo getto, per 3 giorni consecutivi, in un contenitore sterile a bocca larga a cui si aggiunge una pari quantità di fissativo (normalmente alcool etilico) per fissare le cellule e quindi evitare quei processi degenerativi di cui si è fatto cenno in precedenza; il contenitore dovrebbe essere riempito quasi fino al colmo e poi accuratamente chiuso onde evitare la perdita di urina durante il trasporto.
Se tutti i contenitori vengono consegnati al laboratorio il terzo giorno (giorno dell'ultima raccolta), i campioni di urina devono essere conservati al fresco (temperatura ambiente) e non devono essere sottoposte a temperature elevate (superiore a 25°C). Naturalmente questa procedura deve essere anticipata da un'accurata pulizia dei genitali.
In sintesi occorre:
Raccogliere 1 campione al giorno, per 3 giorni consecutivi seguendo le seguenti
modalità:
a. scartare le prime urine del mattino
b. bere 1 bicchiere d'acqua
c. dopo 2 ore raccogliere le urine direttamente nel contenitore fino alla
seconda tacca. Al
di sotto di questa il campione non è ritenuto idoneo per l'esame
d. utilizzare i contenitori secondo la numerazione riportata sull'etichetta
(1-primo gg di
raccolta, 2-secondo gg di raccolta, 3-terzo giorno di raccolta)
Di norma, infatti, l'urina è priva di elementi cellulari. In qualche caso, però,
durante il transito nelle vie urinarie cioè dalla pelvi renale fino
all'uretra questo liquido può raccogliere eventuali cellule che derivano dalla
desquamazione dell'urotelio.
Il riscontro di cellule atipiche o neoplastiche in un campione di urina può segnalare lo sviluppo di una neoplasia, spesso riconducibili ad un organo specifico delle vie urinarie, tra cui:
- Tumore alla vescica;
- Tumore dell'uretere;
-
Tumore dell'uretra;
- Tumore del rene;
- Tumore della prostata.
Il suo referto è costituito da una breve descrizione il cui significato è il
seguente:
Cosa significa:
- Campione non rappresentativo : contenente un numero troppo esiguo di cellule
per la corretta definizione diagnostica
- Campione non valutabile per/con interpretazione limitata da : presentante
alterazioni che impediscono o limitano la corretta definizione diagnostica
- Cellule uroteliali (e/o squamose) nei limiti della norma : assenza di anomalie
cellulari, normale.
- Cellule uroteliali reattive : reperto benigno, indicatore di modificazioni
aspecifiche secondarie a cause non tumorali, ad esempio infiammazioni e
calcolosi.
- Iperplasia uroteliale : reperto benigno non tumorale, indicatore di aumentata
proliferazione cellulare non tumorale.
- Campione con modificazioni correlabili a : reperto con modificazioni cellulari
attribuibili a specifiche terapie, come chemioterapia o radioterapia
- Campione con modificazioni citopatiche da : reperto con modificazioni
cellulari attribuibili a specifici agenti causali virali.
- Cellule uroteliali atipiche, probabile neoplasia uroteliale basso
grado/probabile displasia : reperto con modificazioni cellulari sospette, ma non
definitivamente conclusive, di neoplasia.
- Reperto compatibile con neoplasia uroteliale indeterminata : reperto positivo
per tumore, da accertare con altri esami.
- Carcinoma/adenocarcinoma : tumore; per i diversi tipi di tumore vescicale
vedi: Neoplasia vescicale
- Diagnosi citologia molecolare negativa : assenza di anomalie cromosomiche
delle cellule presenti nell'urina.
- Diagnosi citologia molecolare positiva : presenza di anomalie cromosomiche
delle cellule presenti nell'urina, indicative di lesione tumorale.
Infine, il crescente utilizzo della citologia urinaria è stato accompagnato da un contemporaneo miglioramento nell'accuratezza diagnostica dei preparati citologici; infatti le caratteristiche citomorfologiche delle neoplasie vescicali e dei suoi precursori sono state standardizzate e pertanto il grado di anomalie citomorfologiche delle cellule è correlato al grading della neoplasia; infatti la capacità diagnostica della citologia urinaria è più accurata nelle neoplasie con grading maggiore in quanto le alterazioni cellulari sono più marcate e la cellularità è maggiore perché le cellule neoplastiche perdono la differenziazione classica.
Pertanto, l'esame citologico delle urine è un esame non invasivo per il paziente e gioca un ruolo importante in quei pazienti con pregressa storia clinica di neoplasia vescicale ed ha il compito di monitorare la progressione, le recidive o di valutare eventuali trattamenti; per una buona riuscita dell'esame, comunque, ha un ruolo fondamentale anche il paziente che deve collaborare sia nella raccolta, conservazione e trasporto del materiale e sia nell'indicare all'osservatore eventuali patologie, terapie o manovre effettuate che possono inficiare il buon esito dell'esame.