La presenza di sangue nelle urine o ematuria significa che macroscopicamente, quindi ad occhio nudo, si vede sangue e le urine si colorano pertanto a” lavatura di carne” o di color ambrato torpido, come del tè non colato, o come la coca-cola. Anche la microematuria va indagata, poiché potrebbe essere una spia insidiosa di patologie gravi e questo avviene con l'esame chimico-fisico delle urine.
Altre volte il sangue è solo evidente
nell'esame chimico-fisico delle urine. La prova dei 3 bicchieri, cioè la
prova che consiste nel fare urinare in sequenza in 3 bicchieri, è ormai
abbandonata. In sostanza serviva per orientarsi circa la presenza di sangue nel
primo bicchiere che voleva dire ematuria di provenienza dalle basse vie urinarie,
per es, vescica e prostata, qualche papilloma sanguinante, oppure nell'ultimo
bicchiere, e, cioè, di provenienza più alta, per es. anche in neoplasie
ureterali e del rene.
Oggi si pensa ad ematurie per cistiti emorragiche, a
papillomi della vescica e/o neoplasie in genere. Può essere, più semplicemente,
che una persona urini sangue solo per una banale colica pieloureterale per
litiasi urinaria. E' un fatto molto grave, invece, se perde in corso di una
glomerulopatia. Vedi appresso.
Il sanguinamento può avvenire in qualsiasi parte dell'apparato urinario, in particolare
la provenienza del sangue in generale può dipendere da:
Sanguinamento renale: glomerulonefriti acuta e riacutizzata, pielonefrite,
nefroangioscleorsi, nefrolitiasi, tubercolosi renale, nefroptosi, cioè rene
abbassato, neoplasie, cisti renali e rene policistico
Cause extraurinarie: ematuria in corso di malattie emorragiche (cfr La coagulazione ) infiammazione degli organi adiacenti, impiego di farmaci anticoagulanti (cfr La terapia con anticoagulanti orali) Le cause di sanguinamento che riteniamo più frequenti le abbiamo riportate in grassetto.
Classico esempio è il paziente ospedalizzato e con catetere vescicale, col palloncino interno del catetere che sfrega contro la parete della vescica, e la busta delle urine si riempie di un’urina rossastra. Più raramente il sanguinamento renale è causato dalla rottura di una cisti, e ciò accade nei pazienti con rene policistico, dove si può avere un sanguinamento abbondante, specie dopo traumi alla loggia renale.
Il sanguinamento renale però può dipendere anche da un tumore renale, ma in genere l’esordio è con ematuria microscopica. In soggetti che assumono antiinfiammatori, per esempio la fenacetina, si può avere la necrosi papillare e, di conseguenza, la ematuria. Perfino le malformazioni dell’arteria mesenterica e dell’aorta che “schiacciano” la vena renale ed impediscono il deflusso di sangue, sono causa di ematuria imponente, nella sindrome dello schiaccianoci, da non confondere con quella dell’esofago a schiaccianoci (cfr Nutcracker esophagus)
Ematuria franca nella busta delle urine in paziente con neoplasia vescicale |
Se invece il calcolo si impegna nell'uretere di norma compare il dolore tipico della colica renale, (cfr Il dolore addominale), cioè un dolore intensissimo, a colica, quindi che dà come dei colpi, aumenta e decresce, e si accompagna a vomito, nausea, panico.
Nei casi più fortunati il calcolo viene espulso con le urine, dopo opportuno trattamento antidolorico e/o antispastico, in genere evitando le flebo reidratanti perché c’è il rischio di sovraccaricate le vie urinarie con un calcolo impattato in uretere. Poi l’altra cosa importante è controllare la sua espulsione, a pena della idronefrosi.
La maggior parte delle ematurie però, come abbiamo già detto, riconoscono cause infettive (cfr Le infezioni delle urine, parte I Le infezioni delle urine, parte II ), cioè le cistiti nelle donne e nelle persone anziane. In questi casi si formano coaguli che vengono eliminati durante la minzione ed una ematuria con coaguli orienta la diagnosi verso un sanguinamento vescicale. Ma non è detta che non si tratti piuttosto di lesioni della parete vescicale, cioè i tumori infiltranti o quelli vegetanti, detti “papillomi”, che sembrano dei “cavolfiori” minuscoli e possono sanguinare. Infine anche i farmaci possono dare sanguinamenti dalal vescica, specie nei pazienti in tao.
presentare stranguria, cioè minzione dolorosa,o disuria cioè minzione lenta e difficile, come il prostatico che “sgocciola” urina, il cui mitto non è imperioso(!), o ancora pollachiuria, cioè necessità di urinare frequentemente anche e incapacità a saziare questo bisogno! Altre volte c’è “urge incontinence”, cioè la vescica ipertrofizzata di un prostatico scatta in automatico e sparge le urine senza che il soggetto possa controllare la minzione.
MAI TRASCURARE UN’EMATURIA!
La diagnosi si pone talvolta con l’esame delle urine e l’urinocoltura, che documenta la cistita e che consente una terapia antibiotica mirata. Altre volte è utile per la diagnosi una semplice ecografia o un urografia delle vie urinarie, eseguita da radiologo esperto.
Possono completare l’esame una ecografia trans rettale se si sospettano problemi di ipertrofia o lesioni prostatiche che vanno sempre accompagnate dalla ricerca del PSA o la cistoscopia e l’esame bioptico o citologico, se c’è il sospetto di lesioni (polipi, papillomi e lesioni infiltranti la vescica). Anche la TAC e la RMN trovano indicazioni.
Utile, infime, la biopsia del rene per la diagnosi
delle glomerulopatie.
Per approfondire il tema dei disturbi della minzione:
Nicturia
ematuria
ematuria, cause
disuria
Disturbi della minzione
Pollachiuria
Le infezioni delle urine, parte I
Le infezioni delle urine, parte II
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