L'ecografia è sempre la tecnica di primo impatto che ha una precisione diagnostica del 90-95%; i calcoli sono visti come focolai ecogenici che emanano ombre acustiche ed all'ecografia la colecisti ha pareti ispessite > 5 mm; con la colecistografia per os, invece, cioè con l'assunzione di mezzo di contrasto seguita dalla Radiografia delle vie biliari, oggi in disuso, si può osservare una colecisti in certi casi, una "colecisti esclusa", cioè che non si opacizza; talora invece, la colecisti si evidenzia ed i calcoli sono visibili come formazioni negative all'RX, che fluttuano. Comunque fatta l'ecografia se il calcolo all'RX non si evidenzia, vuol dire che è un calcolo di colesterolo trasparente ai raggi; nel caso opposto vuol dire che c'è calcio nella sua conformazione e quindi non si scioglierà alla terapia.
1) Terapia medica, si può attuare se i calcoli sono di colesterolo, se il
dotto cistico è pervio, se le dimensioni sono di <15 mm di diametro; si attua con
l'impiego di acidi biliari (ursodesossicolico e chenodesossicolico) a dosi generose
di 12-15 mg/Kg/die nei non obesi, 12-20 negli obesi
che tendono alla sovrasaturazione della bile. Si possono incrementare i valori della
ALT e delle AST. Il tasso di successo della terapia per os è del 40% e sale al 60%.
2) disssoluzione diretta con solventi, si attua con catetere transepatico,
all'interno della colecisti; si utilizza l'etere ter.butil metilico (MTBE), però
c'è rischio di duodenite ed emolisi, data la tossicità del prodotto, in disuso.
3) terapia con onde d'urto, che presuppone una colecisti funzionante; oggi
è in disuso per gli effetti collaterali, petecchie, ematuria, coliche, rischio di
pancreatite
La sindrome post-colecistectomia
La calcolosi della via biliare, terapia
I calcoli biliari, cosa sono e perchè si formano
La cura della calcolosi della via biliare:
la sfinterotomia endoscopica
4) terapia chirurgica: a cielo aperto, con mortalità dello 0,1 % in pazienti al di sotto dei 50 anni. E' una cura sicura ed efficace della calcolosi, ma rischiosa per i soggetti > di 75 anni; oggi è preferibile la colecistectomia perlaparoscopica, che impiega elettrocauterio o laser. La cistifellea viene separata dalla sua sede ed asportata completamente. Quest'ultima tecnica, se non in mani esperte, darà complicanze nel 1,6-8% dei casi, che vanno dall'infezione della ferita, lacerazione del dotto biliare, mancata rimozione dei calcoli, danneggiamento dei dotti biliari.
Nel 96% dei pazienti con ostruzione del dotto cistico, i lipidi possono penetrare nei seni di Rokitansky-Aschoff, ed esercitare un'azione irritante. La cistifellea è grigio-rosso con una superficie opaca, poi la parete è spessa e contratta. Essa contiene liquido torbido che può essere decisamente purulento.I batteri che la invadono sono intestinali: E.coli, Strep.fecalis, Klebsiella, Bacteriodides e Clostridium. Se il dotto cistico è ostruito le complicanze sono l'empiema della colecisti o la perforazione della colecisti.
Dolore da distensione, durante la notte, localizzato all'addome destro o all'epigastrio, sotto l'angolo scapolare destro, spesso si associa a dolore peritoneale, con iperestesia e rigidità muscolare. Il quadro clinico è caratterizzato dal segno si Murphy, cioè si blocca l'inspirazione alla palpazione; la conta dei leucociti è di 10.000/mm3, compare febbre alta, nausea e vomito.
Terapia con antibiotici a largo spettro, cefalosporine e penicilline, gentamicina, imipenem ecc.