Putrefazione e fermentazione dei gas intestinali

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Presenza di gas nel canale digerente

Lo stomaco contiene di norma circa 50 ml di aria localizzati nella regione del fondo (bolla gastrica). L'intestino tenue ha poca aria mentre il crasso contiene gas per un volume che varia da 30 mi a 200 mi e che può anche arrivare a 2.000 mi quando l'alimentazione è ricca di scorie che vengono scomposte nel colon. La miscela dei gas intestinali è composta per il 99% di N2 (azoto), 02 (ossigeno), C02 (anidride carbonica), H2 (idrogeno), CH4 (metano). La loro quota percentuale varia molto e dipende anche dalle sostanze dalle quali derivano. Sono essenzialmente tre i fattori che determinano la presenza di gas nell'intestino:
1) ingestione di aria. Quando mangiamo e beviamo o anche semplicemente deglutiamo saliva, ingeriamo aria (circa 2-3 mi per ogni volta che si ingoia) gran parte della quale viene eliminata rapidamente con l'eruttazione.
2) Produzione di gas nel lume intestinale. Nell'intestino si formano C02, CH4 e H2.

La C02 è prodotta in grandi quantità per la reazione di HC03- (ioni bicarbonato del succo enterico, pancreatico e biliare) con H+ (dell'HCI del succo gastrico) e con gli acidi grassi del materiale alimentare. Sotto forma di gas esercita una pressione di circa 200-500 mmHg e viene in gran parte assorbita nel tenue.
La CO2 che si trova nel colon deriva dai processi fermentativi dei carboidrati non assorbibili. Dai medesimi processi deriva anche H2 che è presente esclusivamente nel colon. Nell'intestino tenue, infatti, l'ambiente non è densamente popolato da batteri e così la formazione di idrogeno è ridotta. Per la degradazione batterica dei glucidi si forma anche CH4 in una quantità che è in relazione con il tipo di flora batterica del soggetto. Generalmente la sua produzione è piuttosto elevata tanto che il peso specifico delle feci è inferiore al peso specifico dell'acqua e queste affiorano in acqua. Un'altra caratteristica delle feci che affiorano è data dalla putrefazione che produce gruppi NH2 che, in presenza di acido carbonico, che deriva dalla idratazione della CO2, forma il bicarbonato d'ammonio, meglio conosciuto come lievito. La produzione di metano viene per lo più espulsa con le flatulenze rettali e soltanto in minima parte viene riassorbito nel sangue ed eliminato con l'espirazione.

3) Diffusione di gas dal sangue.

Ulteriore fonte di gas intestinale è il plasma. Dopo i pasti, la pressione esercitata da H2 e 02 è maggiore nel plasma che non nel lume intestinale e, pertanto, questi gas si diffondono nell'intestino, mentre a digiuno, si diffondono dal plasma HCO,- e H+.

Per approfondire l'argomento:

La cura del colon irritabile: probiotici, prebiotici, butirrato ecc.
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I probiotici nella malattia diverticolare
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Putrefazione e fermentazione

La putrefazione è un processo di decomposizione attuato da microorgani saprofiti anaerobi, obbligati o facoltativi, attraverso il quale le molecole proteiche complesse vengono trasformate in molecole semplici e assimilabili. Dei principali prodotti della degradazione putrefattiva fanno parte l'indolo, lo scatolo, le amine aromatiche derivanti dalla decarbossilazione batterica degli aminoacidi (etilamina dalla alanina; tiramina dalla tirosina; istamina dalla istidina; colina dalla lecitina) e dotate di una certa tossicità, gli acidi grassi a catena corta (dalla deaminazione degli aminoacidi) e diversi gas (idrogeno, idrogeno solforato, ammoniaca, mercaptano, metano, ecc.). Vengono scisse nel crasso proteine indigeste, proteine derivate dalla desquamazione dei tessuti e dei secreti, ecc. La fermentazione è un processo anaerobio attraverso il quale talune popolazioni di microrganismi intestinali (la maggior parte delle 500 specie che colonizzano il crasso) scindono i legami glucidici di diversa natura a scopo energetico.

La fermentazione intestinale produce acido piruvico, dal quale deriva la produzione dei gas C02, H2 e CH4 e anche acidi grassi a catena corta che vengono assorbiti dalle cellule del colon. Alcuni di questi (butirrato, propionato, acetato) sono volatili, ma vengono anch'essi assorbiti dalla mucosa del colon molto rapidamente. Il butirrato viene utilizzato come fonte di energia; il propionato con il primo passaggio nel sangue portale giunge al fegato dove verrà utilizzato dagli epatociti per la gluconeogenesi; l'acetato, una volta in circolo, viene utilizzato da diversi tessuti come substrato energetico nel ciclo di Krebs o nella sintesi di lipidi. La fermentazione intestinale dei carboidrati determina un aumento dell'acidità nel lume intestinale. Quando il pH raggiunge un valore più basso di 5,5 ostacola i processi putrefattivi fino a bloccarli.

 

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