Alimenti funzionali
DIETOLOGIA
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regimi dietetici
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appunti del dott. Claudio Italiano
Sono
il futuro della nostra alimentazione; sono stati creati in Giappone negli
anni ‘80 e si definiscono “alimenti funzionali” gli alimenti freschi o trasformati,
caratterizzati da effetti addizionali dovuti alla presenza di componenti generalmente
non nutrienti, naturalmente presenti o aggiunti. Tali componenti interagiscono funzioni
fisiologiche dell’organismo, determinando una biomodulazione e, dunque,
effetti positivi sulla salute e/o prevenzione delle malattie.
Essi si dividono in alimenti di tipo A e tipo B:
Tipo A: alimenti che migliorano una specifica funzione fisiologica al di là
del loro specifico ruolo nella crescita corporea e nello sviluppo. Questo tipo di
alimenti non hanno funzioni in relazione a malattie o stati patologici. Esempio
può essere il caffè, per il suo contenuto in caffeina che aumenta le capacità cognitive.
Tipo B: alimenti che riducono il rischio di una malattia. Ad esempio il pomodoro
grazie al suo contenuto in licopene può ridurre il rischio di tumori.
Essi svolgono funzioni:
antiossidanti,
probiotici,
prebiotici.
I prebiotici si definiscono: “Ingrediente alimentare che non viene idrolizzato dagli enzimi del tratto
gastrointestinale umano e che stimola la crescita e/o l’attività di uno o un limitato
numero di batteri nel colon portando ad un miglioramento della salute dell’ospite”
Gibson e Robertfroid, 1995. Il concetto di probiotico (dal greco: "pro-bios"
a favore della vita) nacque nel lontano 1908, quando il premio Nobel Elie
Metchnikoff avanzò l'ipotesi che la longevità dei contadini bulgari fosse
collegata all'elevato consumo di latte fermentato.
di ausilio nella digestione come le
fibre alimentari.
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Indurre enzimi detossificanti
Inibire la formazione di nitrosammine
Fornire substrati per la sintesi di sostanze anti-cancerogene
Diluire e sequestrare cancerogeni nel tratto digerente
Modificare l’equilibrio ormonale
Potenziare l’attività antiossidante
Azioni importanti che essi svolgono si espletano combattendo i radicali liberi em
dunque, l’invecchiamento delle cellule; inoltre altre funzioni sono:
rinforzare le difese immunitarie;
migliorare le funzioni intestinali;
proteggerci dalle patologie a carico del sistema cardiocircolatorio.>>
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Essi contengono dei principi attivi con funzione:
•Antiossidanti, attivi nella difesa da stress ossidativo
•Antimutageni, anticarcinogenici, detossificatori
•Antimicrobici e antivirali
•Stimolatori della funzione del Gastro Intestinale
•Immunomodulatori e anti-infiammatori
•Neuroregolatori
•Anti-ipertensivi
•Ipo-colesterolemici
•A ridotta attività allergenica
Abbiamo le seguenti categorie di alimenti:
•Vitamine e minerali
•Colture batteriche
•Fibra (intrinseca o aggiunta)
•Olio di pesce o acidi grassi n-3 (intrinseco o aggiunto)
•Grassi (saturi, PUFA)
•Estratti vegetali
Qualità degli alimenti funzionali
Gli alimenti funzionai contengono principi che modulano l’espressione genica, le
funzioni biochimiche e determina potenziali effetti fisiologici. Si dividono in
alimenti naturali, che possiamo ottenere senza l'aiuto dell'industria alimentare
e che troviamo ogni giorno dal verduraio; per esempio l’erba cipollina, le
cipolle, l’aglio che contengono composti solforati in grado di rafforzare
il sistema immunitario e cardiovascolare; l’aglio è in grado di abbassare la pressione
sanguigna e ci protegge nei confronti di certi tipi di tumore.
Ricordiamo ancora il pomodoro, specie se di stagione, a buon mercato,
che contiene il licopene, un carotenoide, costituito da una struttura costituita
da idrogeno e carbonio, in grado di proteggerci da alcuni tumori dell'apparato
digerente e dal tumore alla prostata. Le sue concentrazioni nel plasma variano
da 0.22 a 1.06 nmoli/ml ed è ampiamente distribuito nei tessuti corporei : nel tessuto
adiposo, nei testicoli e nel liquido seminale, nel fegato e nella prostata. Ha un’attività
antiossidante, scavenger nei confronti dei radicali liberi. I broccoli,i
cavoli, i cavolini di Bruxelles contengono glucosinati inibenti la crescita
cellulare tumorale; glusinolato contenuto nei broccoli ( la glurafanina ) genera
nella propria degradazione il sulforafano, una sostanza con attività spiccatamente
aggressiva verso le cellule tumorali. A parte i composti caratteristici delle
Brassicacee, i glusosinolati, non si deve dimenticare che nei broccoli( e anche
nei suoi fratelli ) troviamo anche un elevato contenuto di vitamina C, di vitamina
E, di fibra, di flavonoidi (che sono degli antiossidanti ).
Vengono poi legumi e soia che contengono isoflavoni, sostanze estratte
dalle proteine della soia che presentano una struttura simile agli estrogeni e ne
mimano anche le azioni fisiologiche. Lo studio di queste sostanze, e la loro applicazione
terapeutica è stato indotto dall’osservazione che le donne asiatiche hanno minori
problemi legati alla menopausa. Le donne asiatiche, per esempio, che si nutrono
con la soia, rispetto alle occidentali presentano un adattamento migliore allo squilibrio
ormonale che si crea con la menopausa. Studi comparativi hanno dimostrato
che con circa tre mesi di
terapia
con isoflavoni, si hanno notevoli miglioramenti della sintomatologia, mentre i primi
benefici iniziano a manifestarsi dopo un mese. I dosaggi raccomandati variano tra
60 e 80 mg al giorno, tale quantità può essere assunta anche in dosi frazionate.
La quantità giornaliera di isoflavoni da assumere può essere sostituita con una
integrazione alimentare di circa 60 g di soia o 40 g di proteine di soia che contengono
isoflavoni che proteggono dalle malattie cardiovascolari, per l’azione benefica
di prevenzione dei processi di aterosclerosi e di formazione della
placca ateromasica. Vengono
poi carote, meloni, albicocche, vegetali a foglia verde che grazie ai carotenoidi
in essi contenuti proteggono dagli attacchi cardiaci, dai danni dei raggi solari
e da problemi respiratori. Un esempio di alimento funzionale sono lo yogurt e altri
prodotti fermentati, per il loro contenuto in probiotici, microrganismi vivi con
benefico impatto sull'ospite attraverso una azione benefica sul tratto intestinale.
Infine ricordiamo il caffè come eccitante ed il Tè verde al gelsomino: ottima fonte
di EC, ECG, EGC, EGCG Inibisce i processi di tumori genesi
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The optimal diet for the prevention and treatment of obesity, if one exists, remains
to be determined. In particular, the effects of GI on body weight regulation must
be explored in longterm clinical trials. Such a diet would contain abundant quantities
of vegetables, fruits and legumes, moderate amounts of protein and healthful fats,
and decreased intake of refined grain products, potato and concentrated sugars
Finally, reductions in dietary GI may also lower the risks for various conditions
associated with hyperinsulinemia, such as diabetes mellitus (Salmeron et al. 1997)
and cardiovascular disease (Frost et al. 1999)>>
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Il paziente con colesterolo_trigliceridi.htm
L’ipercolesterolemia colpisce il 15-20% della popolazione nei paesi occidentali.
Nella maggior parte dei casi è legata a una scorretta alimentazione, al
fumo, alla sedentarietà, al
sovrappeso, al
diabete; raramente è dovuta a un’alterazione
genetica. Un’alimentazione sana può ridurre il colesterolo nel sangue fra il 5 e
il 10%; una riduzione del 10% della colesterolemia riduce la probabilità di morire
di una malattia cardiovascolare del 20%. Il colesterolo che si trova nei cibi
(fegato, uova e frutti di mare) non contribuisce molto a elevare il livello di LDL-colesterolo.
La principale causa dell’ipercolesterolemia è
un’alimentazione troppo ricca di
grassi saturi (di origine animale, come carni rosse, formaggi, insaccati):
i grassi saturi aumentano il livello di LDL-colesterolo e diminuiscono il livello
di HDL-colesterolo. I grassi polinsaturi (come l’olio di semi) e monoinsaturi (come
l’olio d’oliva), in quantità limitata, hanno un effetto positivo perché tendono
ad abbassare il livello di LDL-colesterolo.>>
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indice delle diete