I principi attivi drogastici, detti cannabinoidi, si estraggono dalla cannabis sativa
o canapa indiana, arbusto dalle foglie frastagliate, coperte da peluria e con inflorescenze
maschili e femminili.
Principio attivo della cannabis sativa: delta 9 THC o tetraidrocannabinolo,
i cui principi attivi si trovano specialmente nelle inflorescenze alla sommità della
pianta femmina, cresce nelle zone tropicali.
Uso in aumento: nelle scuole degli
USA il 60% dei ragazzi fuma, l'11% ne abusa tutti i giorni. Nei SERT su 2
soggetti positivi di eroina, 1 risulta positivo di cannabinoidi
2-3% dei "fumatori" passa ad esperienze con droghe pesanti.
I prodotti a base di cannabinoidi sono:
-Marijuana a potenza relativa che sta a 1;
- Hashish, charar, una resina pura con THC 3-7 % che vale 5;
- L'olio di hashish con 20-30% di principio attivo che vale 30;
Sul SNC disturbi memoria, psicosi, deliri, schizofrenia, apatia, ottundimento
Sull'apparato sessuale: impotentia generandi, amenorrea ed aborti nella donna
cancro, immunodeficienza
cuore: tachicardia, irritazione bronchiale
Se la droga viene inalata si ha un picco di azione già dopo 7-8 minuti. Per os, invece, gli effetti sono minori. Il metabolismo dei cannabinoidi è epatico ed essi vengono catabolizzati e si trasformano in mono-di e triidrossi, 11 idrossiTHC, quindi vengono coniugati ed escreti , però l'eliminazione è lenta perchè essendo sostanze altamente liposolubile, si legano ai grassi e si eliminano lentamente, con riscontro, dunque, di positività nelle urine anche dopo 15 -30 gg nel fumatore cronico, 5-6 gg in quello non inveterato. Dosaggi tra 20 e 30 mg di principio attivo sono efficaci per dare gli effetti, dose psicotossica 20-250 mg.
Fino agli anni 80 si pensava che agissero sulle membrane neuronali, essendo la sostanza con scarsa specificità nella forma levo e destrogira, nel 1987 è stato dimostrato un recettore, un bersaglio per i cannabinoidi detto CB 1, con 7 subunità proteiche o domini, associato ad una proteina G con effetto inibitorio, la cui azione è quella di bloccare un'adenilato ciclasi. Il CB1 è stato isolato anche nei testicoli, si trova nel cervello del ratto e nell'uomo. E' stata scoperta una sostanza che si lega sul recettore CB1, della famiglia degli ac. grassi, la arachidoniletanolamide (anandamide).
Esiste un'azione anche sul reuptake della dopamina e della serotonina con incremento nel vallo sinaptico.
Tolleranza, dipendenza e astinenza per i cannabinoidi non è dimostrata; la tolleranza ci può essere ma scompare subito; l'astinenza è più che altro presente nei soggetti compulsivi e regolari che fumano ed hanno la paura di smettere.
Gli effetti biologici conseguenti all'attivazione dei recettori per i cannabinoidi sono: analgesia, atassia statica, inibizione sul rilascio della prolattina, gonadotropine, stimolazione di corticotropina, riduzione della temperatura, aumento della frequenza cardiaca, riduzione della pressione oculare, quindi riduzione dell'FSH (fattore stimolante i follicoli), riduzione dell'attività macrofagica, riduzione dell'ansia.
Col fumo si determina
angoscia e paura, già dopo 10-30', poi segue un periodo di rilasciamento e di benessere,
con sonno profondo; si hanno sinestesie: il soggetto "vede" la musica e "sente"
i colori; a dosaggi maggiori a 30 mg e dopo 4 ore il soggetto è depresso, avverte
il suo corpo estraneo, "depersonalizzazione", secchezza delle fauci, tachicardia,
iperemia congiuntivale, incoordinazione motoria
Fattori che influenzano l'azione farmacologica sono:
dose, aspettativa del soggetto, sensibilità individuale, tecnica del fumare, contenuto,
combustione, via di somministrazione; dapprima effetti psichedelici: euforia, sonnolenza,
o sedazione, alterata funzione del tempo, poi continuando a fumare: riduzione del
tempo di reazione, incoordinazione motoria, riduzione e deficit di attenzione, reazione
di panico, stato di depersonalizzazione, cioè il soggetto si osserva mentre vive
questo stato.
-Danni sul SNC : disturbi della memoria a breve termine e a lungo termine, psicosi
dopo l'uso; sul sistema cardiovascolare, aumento della frequenza cardiaca, vasodilatazione
e ipotensione, sull'apparato riproduttivo si avrà riduzione della spermatogenesi
e cicli anovulatori, sull'apparato respiratorio, c'è broncodilatazione ed irritazione
bronchiale, sul sistema immunitario si riduce l'attività killing dei macrofagi,
sull'occhio, si riduce la pressione intraoculare;
sul DNA ---> mutagenesi, per cui in corso di gravidanza rischi sull'embrione e rischio
di carcinogenicità. Alterazioni di pertinenza psichiatrica: sindrome amotivazionale:
apatia, ottundimento, impoverimento al giudizio, della concentrazione e della memoria,
perdita dell'interesse per il proprio aspetto, disinteresse per gli obiettivi convenzionali
-disturbi motori
-sclerosi multipla (perchè riduce la spasticità);
-corea di Huntington (dovuta alla
perdita dei neuroni striati di I tipo)
-convulsioni;
-asma bronchiale
-glaucoma (perchè riduce la pressione endooculare)
-nausea e vomito
Secondo indagini condotte sui soggetti che abusano della cannabis, i fattori psicosociali
correlati all'uso di queste sostanze includono l'attribuzione di una minore importanza
ai risultati scolastici e di una maggiore indipendenza riguardo ai valori legati
al successo; i soggetti sono anticonformisti, più tolleranti verso il comportamento
deviante, si lasciano coinvolgere più facilmente in altri comportamenti di abuso
(alcol, eroina, ecc.) e nella delinquenza. La droga viene usata per alterare le
percezioni in modo da renderle più "ovattate" e cioè sensazioni di noia, frustrazione,
ansia, inadeguatezza alle richieste e/o aspettative dei coetanei, genitori, autorità
scolastica.
Si è dimostrato che i disturbi psicotici prolungati o cronici possono precipitare da un uso di cannabis ad alte dosi; E' probabile che lo sviluppo di disturbi psicotici necessiti di una psicopatologia premorbosa o una vulnerabilità. Nella maggior parte dei casi, per fortuna, i disturbi psicotici si riducono dopo giorni o settimane. Possono residuare comunque pensieri paranoidi e allucinazioni uditive lievi che persistono per lunghi periodi. Queste possono rivelarsi come espressione dell'ansia e come forme di fashback.
Si avvale di:
Psicoterapia,
terapia della depressione : citalopram ,
Venlafaxina , 75 75-150 mg/die
Paroxetina 20 mg cpr: 1 al mattino, aumentando a 2 nell'attacco panico, disturbo
ossessivo 3 /die;fobia sociale da 1cpr a 2cpr per difficoltà del paziente nella
vita sociale (es. difficoltà inserimento scolastico, difficoltà a mangiare in pubblico
e parlare. Il farmaco lavora sull'ansia).
Fluoxetina 20 mg cpr , 1 o 2 /die per depressione reattiva, (es. il soggetto si
abbatte per un lutto, per la carcerazione)
Aloperidolo nei disturbi psicotici più importanti e diazepam 40-60 mg al giorno.
Lorazepam o altre benzodiazepine ad emivita di 12-18 ore per l'ansia.
oppure cfr indice di psichiatria