ECCO Statement
Forma Severa Equivalent to a CDAI of >450
Ad esempio, cachessia (BMI <18 kg-2), o evidenza di ostruzione o ascesso. I sintomi
persistenti nonostante il trattamento intensivo. CRP auentata
L’uso iniziale di azatioprina/6-mercaptopurina o di metotrexate in combinazione
con gli steroidi nel trattamento della malattia di Crohn è una opzione appropiata
nella malattia di Crohn a localizzazione ileocecale di moderata attività. Tuttavia
la terapia con farmaci anti-TNF (terapia biologica ) dovrebbe essere presa in considerazione
come trattamento alternativo per i pazienti con evidenza di malattia in forma attiva
che sono divenuto steroido-dipendenti o steroido-refrattari od intolleranti agli
steroidi.
Inibitori del TNF per il morbo di Crohn
Infliximab
Polvere per soluz. Iniett. 100 mg
5-10 mg/kg ev ogni 8 settimane
Certolizumab
Polvere per soluz. Iniett. 200 mg
400 mg SC ogni 4 settimane
Adalimumab
Soluz. Iniett. 40 mg/0,8 ml
40 mg Sotto cute ogni 2 settimane
Per tali pazienti con una severa localizzazione ileocecale della Malattia di Crohn
o per coloro che hanno relapsato, una terapia con o senza immunomodulatori è una
opzione appropiata. Per quei pazienti che hanno non frequentemente una relapse di
malattia possono essere indicati corticosteroidi associati ad infliximab. In genere
si procede partendo da un trattamento con corticosteroidi a cui segue l’azatioprina
che stabilizza il quadro della malattia o della 6-mercaptopurina. Il dosaggio dell’azatioprina
oscilla intorno a 2-2,5 mg/kg/die ed il paziente è monitorizzato ogni quindici giorni,
per il rischio di complicanze. Viceversa il dosaggio della 6-mercaptopurina è attestato
intorno ad 1-1,5 mg/kg/die. Il trattamento deve proseguire per almento cinque anni.
La terapia agisce sui linfociti B e T ed inibisce la produzione di interferone gamma.
I pazienti possono presentare effetti collaterali quali vomito, nausea, rush cutaneo,
pancreatite severa, fino a sviluppare linfomi e mielotossicità ed epatite. I controlli
bioumorali, pertanto, prevedono la valutazione dei seguenti parametri: emocromo,
indici di citolisi (AST, ALT), indici di colestasi (bilirubina frazione, gammagt,
FA), amilasi e lipasi. Se il paziente non è donna e non ha programmato una gravidanza,
può essere indicata la cura con metotrexate, in caso di ripresa di malattia. Ovviamente,
se si tratta di una donna, è indicata la terapia contraccettiva. I dosaggi del metotrexate
si attestano sui 15-25 mg/settimana, associati all’impiego di acido folico. Gli
effetti
Nelle forme di Crohn a media attività a localizzazione ileocecale.
La Budesonide dosata a 9 mg al giorno (entocir) è il trattamento da preferire, infatti
benefici che si ottengono con la mesalazina sono limitati e gli antibiotici sono
controindicati, tranne che in casi selezionati e se le indicazioni lo esigono (per
. polmoniti, broncopolmoniti ecc.)
Le forme attive coliche possono essere trattate con sulfadiazina se soltanto
si tratta di forme in attivà media. Per i soggetti che hanno relapsato, la terapia
con anti TNF o senza immunomodulatori è un’opzione appropriata con l’obiettivo di
moderare l’andamento della malattia attiva. Se, invece, i pazienti hanno presentano
un relapse infrequente, ripartire con gli steroidi con un immunomodulatore potrebbe
essere appropriato. Prima di iniziare un immunomodulatore o un trattamento anti-TNF,
l’opzione chirurgica va sempre presa in considerazione.
Forme di morbo di Crohn estese al piccolo intestino
Esse vanno trattate con corticosteroidi per via sistemica e tiopurine (azatioprina
e 6-mercaptopurina) o metotrexato. I pazienti che hanno relapsato possono avvantaggiarsi
della terapia anti-TNF con o senza azatioprina, con o senza azatioprina. Un supporto
nutrizionale per via parenterale si ritiene corretto. Le opzioni chirurgiche possono
essere prese in considerazione.
Forme di morbo di Crohn del tratto alto
La malattia di Crohn a localizzazione esofagea e gastroduodenale possono essere
trattate con inibitori di pompa protonica, in contemporanea a corticosteroidi e
tiopurine o metrotrexato. La terapia con antiTNF è un’alternativa per la forma refrattaria
della malattia e la chirurgia è un’ipotesi terapeutica da considerare.