appunti del dott. Claudio Italiano
Il tentativo di utilizzare dispositivi intrauterini o IUD risale all’antichità. La metodica si è però diffusa solo di recente, con Oppenheimer (1959) ed Ishihama (1959) che indicarono apparecchi di plastica. Da tale epoca sono impiegati diversi IUD e ciò per i seguenti motivi:
1) Elevata efficacia contraccettiva
2) Facilità di inserimento nell’utero
3) Poche probabilità di essere espulso
4) Pochi effetti collaterali
Esistono due tipi di IUD:
IUD in rame: è un piccolo supporto in plastica avvolto da un filo di
rame (da qui il nome spirale) che viene inserito nell’utero, solitamente durante
il ciclo mestruale, da un ginecologo esperto, tramite una piccola cannula
flessibile.
Meccanismo d'azione del IUD in rame
Gli
ioni di rame rilasciati dal IUD bloccano i movimenti e la sopravvivenza degli
spermatozoi nell'utero, e rallentano la risalita degli spermatozoi dal canale
cervicale, in modo che non riescano a raggiungere l'ovulo e fecondarlo. La
spirale inoltre provoca une leggera reazione infiammatoria che modifica il
rivestimento interno dell'utero (endometrio) rendendolo inadatto alle
gravidanze, impedendo che l'ovulo - nel caso venga fecondato - possa impiantarsi
e svilupparsi. Già nel Medioevo, e, ancora prima, in Egitto era risaputo che
grazie all’inserimento di corpi estranei come anelli o piccoli sassolini si
potevano diminuire le probabilità di una gravidanza, questo espediente era
infatti utilizzato spesso da prostitute dell’epoca.
Di recente sono state messe in commercio spirali che permettono un rilascio
graduale di progesterone; questo ormone (rilasciato naturalmente dal corpo luteo
durante la sua maturazione) altera la formazione dell’endometrio stabile e di
conseguenza anche le condizioni d'annidamento dell’ovulo. Grazie ad esso sono
inoltre alleviati gli eventuali sintomi negativi della spirale e anche del
normale ciclo mestruale, che dopo circa un anno può anche essere caratterizzato
dall’assenza di perdite sanguigne. L’elevata efficacia della contraccettiva è
legata all’aumento di dimensioni dell’apparecchio, anche se ai fini pratici è
opportuno che sia inserito al fondo dell’utero e che scenda verso il canale
cervicale. La sicurezza contraccettiva è stata migliorata con gli apparecchi di
Zipper, un apparecchio a cui viene arrotolato un filo di rame, la cui emissione
di ioni, a livello dell’epitelio uterino (endometrio) determina un migliore
effetto contraccettivo.
1)Meccanismo dell’azione contraccettiva
Gli IUD non bloccano l’ovulazione ed agiscono con un meccanismo legato alla risposta endometriale di fronte alla presenza di un corpo estraneo, con liberazione di sostanze citotossiche che impediscono l’impianto dell’uovo oppure impedendo la capacitanza degli spermatozoi. Con gli IUD al rame non si osserva infiltrazione leucocitaria con essudato di tipo infiammatorio. Verosimilmente ancora il rame diminuisce la concentrazione di ione zinco a livello tissutale. Il meccanismo con cui gli IUD medicati con progesterone determino contraccezione resta ancora poco chiaro.
Vantaggi dello IUD e svantaggi Il vantaggio consiste nel fatto che la donna non si sottopone ad un pericoloso bombardamento ormonale (cfr la pillola estroprogestinica), specie se si tratta di una paziente epatopatica o con trombofilia. Si preferisce inserire lo IUD negli ultimi giorni del ciclo o entro 2 giorni dal suo termine perchè il canale cervicale (la struttura attraverso la quale si arriva alla cavità uterina) è più ampio e quindi la procedura è facile e poco dolorosa. E' possibile comunque inserirlo in qualsiasi altro momento con l'accortezza però di aver escluso la presenza di una gravidanza. E' più facile l'inserimento in donne che hanno avuto già una o più gravidanze ma in caso di necessità può essere utilizzato anche nelle nullipare (donne che non hanno mai partorito).
Controindicazioni.
- Gravidanza.
- Anomalie morfologiche dell'utero (congenite o acquisite) che alterano la
cavità uterina (es. alcune forme di fibromatosi uterina).
- Patologia infiammatoria endometriale, pelvica anche pregressa.
- Algomenorrea (chiamata più comunemente dismenorrea).
- Precedenti gravidanze extrauterine.
- Allergia al rame o ad altri componenti del dispositivo.
- Immunodeficenza (es. AIDS).
- Anomalie citologiche al
Pap Test.
Per quanto tempo può essere portato.
Se ben tollerato, come accade frequentemente, lo IUD può essere utilizzato per
molti anni avendo cura comunque di sostituirlo al termine dei periodi di
scadenza. Infatti non tutte le donne tollerano gli IUD, poiché le mestruazioni
diventano dolorose, ci possono essere piccole perdite di sangue dolorose
(metrorragie), come di
stillicidio continuo o di menometrorragie, cioè di perdite continue che creano
disagio ed anemia da perdita cronica di ferro, per cui infine il ginecologo
rimuove il dispositivo intrauterino. Infine è possibile, a parte il
dolore, legato alle contrazioni dell’utero, che si possano determinare la perforazione
stessa dell’utero ed una reazione infiammatoria pelvica o, peggio, ancora una
peritonite. Le nullipare, come dicevamo, di solito sopportano mano lo IUD, mentre,
dopo il parto, occorre fare trascorrere 6-8 settimane prima di posizionare la “spirale”
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