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Idrarginismo o intossicazione da mercurio (Hg)

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La sindrome del cappellaio matto di Alice nel paese delle meraviglie

Intossicazione generalmente cronica per inalazione o ingestione di mercurio nativo o di composti inorganici (miniere di Hg; fabbriche di cappelli di feltro; fabbricazione o uso di manometri, barometri, termometri, ecc.; elettrolisi del cloruro sodico; otturazioni dentarie) o organica (disinfestanti e miceticidi, impiegati specialmente in agricoltura).

La massima concentrazione tollerabile nell'aria per il mercurio ed i suoi composti è 0,1 mg/m3.

L'uomo può venire in contatto con la forma inorganica (naturale e salina) o organica (di solito metile) tutte e tre sono tossiche, ma è soprattutto la forma organica a rappresentare un pericolo. Il mercurio naturale viene scarsamente assorbito a livello intestinale ma è ottimamente introdotto con gli scambi respiratori a livelli polmonari essendo liposolubile passa la barriera ematoencefalica e la placenta. Il mercurio inorganico viene assorbito attraverso il tratto gastroenterico e la cute, così come quello metilico.

Avvelenamento da mercurio: attenzione alle lampadine! La Jackson State University (USA) lancia l'allerta. C'è un serio rischio di avvelenamento da mercurio ed è strettamente legato all'uso ma anche al mancato utilizzo delle lampadine a risparmio energetico ormai tanto in uso nelle nostre case. Lo studio è cominciato proprio quando le vecchie lampadine sono state sostituite, sul mercato, da quelle a basso consumo (da 7 a 42 watt).

Si è notato che vapori di mercurio vengono sprigionati da questo tipo di lampadine nel momento in cui si rompono e paradossalmente il pericolo è maggiore se, a rompersi, è una lampadina nuova, mai usata. Il mercurio, infatti, è più dannoso se si libera nell'ambiente in forma gassosa piuttosto che liquida ed è quello che succede con la rottura delle strutture di queste lampadine. Nel caso in cui vi troviate in una situazione del genere, con una lampadina rotta tra le mani o nella stanza, per prima cosa allontanate i soggetti più a rischio (bambini, anziani, donne incinte) se sono presenti e poi aprite immediatamente le finestre per areare il locale.

Sintomatologia

Il Cappelaio Matto,  personaggio dell'Inghilterra vittoriana, in questo caso "matto come un cappellaio" (mad as a hatter), della favola di Alice nel Paese delle Meraviglie è espressione delle patologie professionali  associate con l'uso del mercurio nella lavorazione dei tessuti, sostanza che poteva avere effetti deleteri sul sistema nervoso degli artigiani che maneggiavano tali tessuti.
I problemi riscontrati con l'uso del mercurio sono caratterizzati da:

- Sul sistema nervoso: iperemotività, irritabilità, insonnia, agitazione psicomotoria.

- Tremore a scosse piccole e rapide, che interessa entrambi i lati (pur essendo di solito più accentuata nell'arto che lavora), insorge a riposo (tremore statico), ma presenta una netta esacerbazione intenzionale (cioè quando il paziente esegue dei movimenti, specialmente all'inizio di questi), si aggrava in seguito ad emozioni e si attenua o scompare nel riposo e nel sonno, comincia di solito alle dita delle mani ed alle palpebre e poi si estende, rendendo difficile scrittura, linguaggio e deambulazione.

- Iperreflessia profonda. Ipertonia muscolare, ipermetria, adiadococinesia. Nell'intossicazione da composti organici parestesia, atassia, disartria, diminuzione vista e udito (malattia di Minamata).

- Sull'Apparato digerente: gengivite, stomatite, orletto gengivale da deposizione di solfuro di Hg (di colore grigiastro, alto circa 0,5-1 mm, localizzione presso margine libero della gengiva soprattutto in corrispondenza di incisivi e canini, in pratica rarissimamente), gastrite e colite croniche.

Diagnosi

Dosaggio di Hg nelle urine (vai. norm. fino a 25 mcg/l).
Diagnosi differenziale con tremori da alcoolismo, senilità, ipertiroidismo, sindromi parkinsoniane, sclerosi a placche e con parodontopatie non professionali.

Terapia

Nel caso di avvelenamento acuto attuare una lavanda gastrica. Poi si potranno somministrare carbone adsorbente, idrogeno solforato ed emetici. Controindicata è la lavanda gastrica, che potrebbe provocare ulteriori lesioni se il soggetto è senza coscienza.

 Esistono poi chelanti quali il dimercaprolo, la penicillamina 1,5 g per os/die  ed il succimero per la intossicazione cronica.

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