Si dividono in:
secernenti:
c. catarrali acute e croniche
blefaroc. angolare
c. mucopurulente e purulente
c. pseudomembranose e membranose
c. lignea.
c. virali
c. da clamidia
c. allergiche
c. di Parinaud.
c. secca
sindrome dell'occhio secco congiuntivopatie muco-sinechianti.
C. catarrali: da germi comuni, spesso in concomitanza di un infezione otorinolaringoiatrica
generalmente dovuti a pneumo, staphilo o streptococchi; Importante n tampone congiuntivale.
Trattamento locale con instillazione di colliri antibiotici più volle al di.
C. da b. di Weeks: rara, con carattere francamente emorragico ed importante
Vasodilatazione, può dare complicazioni corneali. Lo striscio congiuntivale permette
di isolare il b. di Weeks. Terapia antibiotica locale.
C. da bacillo di Morax: è una c. subacuta, più spesso agli angoli con lesioni
di macerazione della cute di vicinanza. Terapia: cloramfenicolo in collirio.
C. da gonococco: si distingue una c. gonococcica del neonato ed una
gonococcica dell'adulto. La congiuntivite nel neonato è caratteristicamente
bilaterale, si manifesta dopo la nascita con edema imponente che chiude le palpebre ed impedire
l'esame del globo oculare, secrezione molto importante di pus giallastro l'esame
della secrezione inette in evidenza la presenza del gonococco di Neisser. L'antibioticoterapia
permette la risoluzione in qualche giorno con colliri alla tetraciclina e penicillina
per via orale. Il trattamento profilattico fino a poco tempo fa consisteva nell'instillare
un collirio al nitrato d'argento in ogni neonato, oggi sostituito da un collirio
antibiotico al cloramfenicolo. La forma dell'adulto è spesso monolaterale. Si caratterizza
per una secrezione molto purulenta ed edema congiuntivale, più grave di quella del
neonato, con interessamento del ganglio preauricolare e tendenza a complicazioni
corneali. Terapia: simile a quella delle forme neonatali.
C. da inclusi del neonato: dovuta ad un clamidozoo oculo-genitale inizia
10 gg. circa dopo la nascita, con secrezione asettica, ma nel grattaggio congiuntivale
si possono trovare cellule con inclusi che esprimono la presenza del virus; presenza
di follicoli a livello delle congiuntive. Terapia locale con tetracicline.
C. da piscina: diffusa tra i frequentatori di piscine provocata da un clamidozoo
oculo-genitale, dopo un incubazione di 3-4 gg inizia con edema palpebrale e lacrimazione,
nel giro di 15 gg aumenta l'edema palpebrale con fotofobia Intensa e poca secrezione;
nel fornice inferiore sono presenti numerosi follicoli accompagnati da adenopatia
pretragica, può essere presente una cheratite punctata superficiale. Terapia con
colliri di tetracicline.
C. di Reiter-Fissinger-Leroy: dovuto ad un clamidozoo oculo-genitale. Inizia dopo una sindrome dissenterica e da 2 a 4 settimane più tardi compare
una
triade sintomatologica composta da uretrite, congiuntivite spesso bilaterale con
secrezione modesta ed adenopatia pretragica con intensa iniezione pericheratica
ed artrite. Sensibile a certi sulfamidici ed alle tetracicline.
C. da adenovirus (Febbre adenofaringocongiuntivale): inizia dopo un'incubazione
di 10-15 gg. presenza di febbre, faringite con adenopatie cervicali e 11 ingiunti
vite follicolare poco secernente; non si hanno complicazioni corneali. Terapia:
colliri antivirali e colliri antibiotici di copertura.
E' un'infezione virale sostenuta dal "virus del mollusco contagioso", che appartiene
alla famiglia dei Pox virus e può colpire oltre all'uomo altri primati.Essa interessa
il bordo libero delle palpebre, i prodotti di desquamazione cellulare possono penetrare
nel fornice congiuntivale e si produce allora una congiuntivite follicolare subacuta
che può guarire in qualche giorno ma ha tenenza a recidivare. L' asportazione del
mollusco porla alla guarigione definitiva. Da ricordare la C. in corso di rosolia
ed in corso di morbillo.
La congiuntiva appare ricoperta da pseudomembrane il più spesso sulla faccia del
tarso; si possono ritrovare in corso di congiuntiviti microbiche, i germi più comuni
responsabili sono streptococco e pneumococco
Pseudomembrane sono presenti anche nella congiuntivite da mughetto del neonato ed
anche nella congiuntivite difterica, oggi rara. L'etiologia di tale congiuntivite
è il bacillo di Lòffler, le pseudomembrane sono tenaci e, staccai) dosi, lasciano
la superficie sanguinante. Tre periodi: infiltrativo con edema duro delle palpebre
cui può seguire lacerazione della cute palpebrale fino alla gangrena; piorroico,
con formazione di profonde escare della congiuntiva, abbondante secrezione purulenta,
ulcere corneali; cicatriziale, con formazione di cicatrici e deformazione delle
pp. Terapia: 10.000-20.000 U. di siero ed antibiotici per via locale, e generale.
La S. di Stevens-Jonhson si accompagna spesso ad una congiuntivite pseudom.
C. flittenulare: presenza di una rilevatezza grigiastra contorna ta da vasodilatazione
congiuntivale sia in piena congiuntiva bulbare, sia al limbus, la lesione tende
ad ulcerarsi e se risiede al limbus è molto dolorosa Tale patologia è la manifestazione
di una allergia microbica, spesso al bacillo di Koch. Terapia: associazione di cortisone
ed antibiotici locali. C. primaverile: si presenta di solito nel bambino intorno
all'8-10 mese di vita con inizio acuto, fotofobia, lacrimazione, prurito; la congiuntiva
è disseminata da papiIle voluminose e stipate che assumono l'aspetto di acciottolato
di strada romana, il colore della congiuntiva è rosa salmone; può complicarsi con
ulcerazioni corneali. Terapia: colliri cortisonici ed antistaminici fino ad arrivare
all'escissione chirurgica delle papille.
Tracoma: si tratta di una malattia congiuntivale e corneale contagiosa, a
carattere endemico, caratterizzata da una infiltrazione diffusa dello strato adenoideo
con distribuzione follicolare, la cui risoluzione avviene attraverso cicatrici.
L'agente etiologico è il clamidozoo trachomatis; il materiale infettali te viene
prodotto in grande quantità ed eliminato con le lacrime e la secrezioni-La sede
di infezione è l'epitelio, successivamente viene interressato il tessuto sottoepiteliale.
Clinicamente si distingue: TR1 o tracoma iniziale in cui la congiuntiva appare di
colore normale con comparsa di alcuni noduli di colore bianco-giallastro sulla congiuntiva
tarsale superiore. TR2 o tracoma florido ni cui la congiuntiva tarsale è iperemica
con noduli più voluminosi d'aspetto giallastro, confluenti a costituire la placca
gelatinosa di Stellwag, secrezione più o meno abbondante. TR3 o tracoma cicatriziale
con formazioni dell'entropion, iperemia della congiuntiva tarsale superiore, ipertrofia
papillare, scarsi noduli, presenza di strie cicatriziali biancastre ramificate.
TR4 o tracoi ni evoluto: assenza di fenomeni flogistici, formazione di cicatrici.
La sintomatologia a è assente nel TR1, fotofobia, secrezione, dolenzia nel TR2,
sensazione di corpo estraneo in TR3. Le complicanze corneali sono rappresentate
dal panno tracomatoso, infiltrazione e vascolarizzazione della cornea nei quadranti
supc riori con possibilità di ulcerazione. Postumi: entropion, ectropion, trichiasi,
simblefaron, xerosi congiuntivale, opacità corneali, pseudoptosi palpebrale superiore.
Terapia: tetracicline, eritromicina e sulfamidici.
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