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L'occhio rosso, che fare?

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  3. Occhio rosso, che fare?

Occorre richiedere al più presto la visita oculistica, a pena di perdere la vista, perchè le affezioni che stanno alla base dell'occhio rosso possono peggiorare e si complicano.


Questo che segue è solo un articolo che vi informa per sommi capi sul problema dell'occhi rosso.


Occhio rosso, perchè?

E' un segno cardinale di infiammazione oculare, non una specifica patologia oculare, che significa però che l'occhio è interessato da un processo infiammatorio, su base:

- allergica
- chimico-fisica
- infettiva
- autoimmune
 

Congiuntivite allergica

Una delle cause più banali è rappresentata dalla congiuntivite allergica, fastidiosa condizione stagionale in cui gli allergeni, a contatto con le mucose oculari, causano una reazione allergica con infiammazione e lacrimazione, prurito e fotofobia.
In questi soggetti il sistema immunitario reagisce eccessivamente agli allergeni esterni, con conseguente sviluppo di una serie di sintomi che possono coinvolgere le vie respiratorie (rinite, asma), la cute (orticaria, dermatite, eczema) e/o, per l'appunto, gli occhi.


L'esame con la lampada a fessura consente di cogliere i particolari della congiuntivite allergica:
- iperemia congiuntivale (congiuntiva arrossata),
- lieve secrezione mucosa, -
- papille tarsali (piccoli rilievi interni alla palpebra),
- rigonfiamento palpebrale (edema)

Trattamento

Primo step di cura, in generale si può intervenire nella fase acuta, quando gli occhi sono arrossati e pruriginosi e lacrimano con colliri o pomate oftalmiche ad azione antistaminica, decongestionanti, a stabilizzatori dei mastociti;

Un secondo step di cura prevede impiego di antinfiammatori e steroidi con somministrazione di  si possono antistaminici per via orale.
Inoltre può dare dei benefici il vaccino  desensibilizzante specifico per l'allergene che causa la patologia
 

In tema, consulta  questi link:

 Occhio rosso
Le congiuntiviti
Le patologie  ghiandole lacrimali
Le cheratiti
Patologie dell'uvea e sclera
Le patologie retiniche
Le malattie da rumore
La cataratta
Il glaucoma
I vizi di refrazione
Retinopatia diabetica

L'occhio rosso è causato dalla dilatazione dei vasi sanguigni dell'occhio. E' importante riconoscere il tipo di occhio rosso. Esiste infatti la "iniezione ciliare" che coinvolge i rami delle arterie ciliari anteriori e indica infiammazione della cornea, iride o del corpo ciliare; oppure la "iniezione congiuntivale"che interessa i vasi sanguigni della congiuntiva. Dato che i vasi della congiuntiva sono più superficiali delle arterie ciliari, essi producono un rossore più intenso, si muovono insieme ai movimenti della congiuntiva e si restringono se si instilla un vasocostrittore.

Le cause più frequenti sono:

Occhio secco

Nella maggior parte delle volte l'occhio rosso è la conseguenza di una ridotta produzione di lacrime o della produzione di lacrime di scarsa qualità. E' noto infatti che la superficie oculare risulta bagnata in continuazione da un sottile film acquoso che è la lacrima. Il film lacrimale svolge la funzione di lubrificante impedendo la formazione di attrito nel momento in cui le palpebre si chiudono.

Quando il film lacrimale e' scarso o di bassa qualità, l'attrito che si genera tra la superficie interna delle palpebre e l'occhio crea irritazione e di conseguenza arrossamento oculare, solitamente lieve.

In questi casi quasi sempre si associa dolore durante i movimenti oculari e sensazione di sabbia negli occhi. Il rimedio terapeutico più comune nelle forme lievi è la somministrazione di sostituti lacrimali o lacrime artificiali allo scopo di ricreare il film lacrimale.
Ricordiamoci che dietro l'occhio secco si nascondono, però, delle affezioni più serie, per esempio la sindrome di  Sjogren deve il suo nome al suo scopritore Henrik Sjogren, un oculista svedese che risiedeva e lavorava a Copenaghen, che la descrisse per la prima volta nel 1933.

Egli osservò che una parte consistente di pazienti con artrite reumatoide lamentava secchezza degli occhi e della bocca. Notò anche che questi pazienti mostravano una riduzione della produzione sia di lacrime, che di saliva. Nei decenni successivi in realtà furono individuate due differenti forme della sindrome: una variante primaria, che si presenta da sola, e una forma secondaria che si presenta in associazione con altre malattie autoimmuni sistemiche, come appunto l'artrite reumatoide, ma anche il lupus eritematoso sistemico e la sclerosi sistemica.

La diagnosi di Sjögren

La sindrome di Sjögren ha le caratteristiche della malattia autoimmune sistemica per tre motivi fondamentali. Il primo è che un'aggressione autoimmunitaria si manifesta verso le ghiandole esocrine (a secrezione esterna), che sono principalmente le ghiandole salivari e lacrimali, ma anche verso le ghiandole dello stomaco, delle vie respiratorie, le ghiandole sudoripare e quelle dell'apparato genitale femminile.

Per tale motivo è stata proposta per la sindrome di Sjogren la definizione di esocrinopatia autoimmune. Il secondo motivo è che in questa malattia sono presenti anticorpi rivolti contro costituenti intra-cellulari, come in tutte le altre malattie della stessa famiglia. Gli autoanticorpi più specifici della sindrome di Sjögren sono gli anticorpi anti-Ro(SSA) e anti-La(SSB).

Blefarite

Si tratta di una infiammazione del bordo palpebrale conseguente ad un eccesso di produzione di sebo (grasso). Si parla infatti di blefarite seborroica.

Il sebo a contatto con la congiuntiva è irritante e si verifica un lieve arrossamento. In questi casi è bene detergere con cura il bordo palpebrale, usare lacrime artificiali ed eventualmente colliri antibiotici in quanto spesso vi è anche una contaminazione da parte di un agente patogeno comune (Stafilococco).

Congiuntivite

Cfr congiuntiviti
Si tratta di una infiammazione della congiuntiva, cioè un'infiammazione dello strato mucoso più esterno che riveste la sclera dell'occhio e la superficie interna della palpebra. Essendo il tessuto più esposto agli agenti esterni, può andare incontro ad infiammazione in seguito ad infezioni (batteri, virus, miceti, chlamydia, protozoi
Solitamente in corso di congiuntivite l'arrossamento dell'occhio e' molto intenso e spesso è presente anche secrezione e lacrimazione, fotofobia.
A seconda del livello di iperemia congiuntivale:

a) lieve
b) medio
c) forte

In più possiamo avere altri segni di infiammazione:
- edema della congiuntiva
- perdita di trasparenza della congiuntiva
- capillari neoformati


 La congiuntivite può essere di origine virale o batterica, può trattarsi anche di una congiuntivite allergica, e a seconda dei casi si dovrà seguire una terapia topica mirata.

Trattamento

Alcuni principi attivi utilizzati, sotto forma di colliri o pomate oftalmiche,  sono:
- antibiotici: Cloramfenicolo, Netilmicina, Tobramicina
- steroidi: Idrocortisone acetato, Desametasone
è consigliabile richiedere la prescrizione medica o comunque un'indicazione farmaceutica in merito al tipo di collirio e al metodo di somministrazione.

Emorragia della congiuntiva

Le emorragie della congiuntiva sono la conseguenza della rottura di un capillare. Essendo la congiuntiva molto sottile e lassa, quando il sangue fuoriesce da un capillare rotto in breve tempo va a distribuirsi a tutta la congiuntiva e l'occhio assume un colore rosso fuoco.

Si tratta di un evento che mette spesso in allarme ma che è semplicemente la conseguenza della rottura di un capillare. Solitamente non è indicata alcuna terapia in quanto nel giro di qualche giorno si verifica un riassorbimento spontaneo.
 
Più raramente l'occhio rosso è l'espressione di una infiammazione più intensa che interessa e nasce dalle strutture oculari interne. Si parla in questi casi di uveite, iridociclite, irite. Si tratta di condizioni sicuramente più serie che si accompagnano ad altri sintomi (fotofobia, dolore e calo del visus) e segni e che possono essere espressione anche di malattie sistemiche.

Altre lesioni gravi, le ustioni
Ustioni termiche

Grazie al riflesso di ammiccamento che solitamente causa la chiusura dell'occhio in risposta a uno stimolo termico, le ustioni termiche tendono a colpire la palpebra piuttosto che la congiuntiva o la cornea.
 Le ustioni termiche devono essere deterse attentamente con soluzione fisiologica isotonica sterile, seguita dall'applicazione di una pomata antibiotica oftalmica (p. es., bacitracina bid).
 La maggior parte delle ustioni termiche che interessano la congiuntiva o la cornea è lieve e guarisce senza sequele significative.
 Sono trattati con analgesici per via orale (paracetamolo con o senza ossicodone), midriatici cicloplegici (p. es., omatropina 5% qid), e gli antibiotici oftalmici topici (p. es., unguento oftalmico di bacitracina/polimixina B o unguento oftalmico di ciprofloxacina 0,3% qid per 3-5 giorni).

Ustioni chimiche

Le ustioni chimiche della cornea e della congiuntiva rappresentano dall'11 al 22% dei traumi oculari e possono essere gravi, particolarmente quando sono coinvolti acidi e alcali forti. Le ustioni da alcali tendono ad essere più gravi delle ustioni da acido.
Classico esempio è rappresentato da schizzi di calce nell'occhio nei muratori o di acidi ed alcali in chi è addetto alla pulizia domestica.
 

Stiamo parlando di :

Ustione oculare chimica

Le ustioni chimiche della cornea e congiuntiva sono una vera e propria emergenza; il trattamento deve iniziare immediatamente.
Le ustioni chimiche devono essere irrigate copiosamente non appena possibile. L'occhio può essere anestetizzato con una goccia di proparacaina 0,5%, ma l'irrigazione non deve essere procrastinata e deve durare almeno 30 min.


Alcuni studi mostrano che le soluzioni sterili (soluzione salina) di sodio cloruro (e in particolare alcuni tipi) sono ottimali, ma l'acqua può essere utilizzata se la soluzione salina sterile non è immediatamente disponibile.

Nelle ustioni acide e alcaline, alcuni esperti suggeriscono da 1 a 2 L di irrigazione; la maggior parte degli esperti consiglia l'irrigazione fino a quando il pH della congiuntiva si normalizza (usando indicatori di pH). In caso di calce, l'acqua non è indicata per la pulizia dell'occhio perché potrebbe attivare ulteriormente le sostanze usticanti, invece alcuni autori consigliano soluzioni glucosate, per esempio dopo schizzi di calce sodata, oggi, per fortuna, molto rare, per via dei nuovi prodotti usati in edilizia.

Ricordiamo a tutti i lavoratori che l'uso di occhiali protettivi salva la vista, vedi a tal proposito quanto stabilisce INAIL


Dopo l'irrigazione, i fornici congiuntivali devono essere esaminati alla ricerca di sostanze chimiche incastrate nel tessuto, e puliti con un tampone per rimuovere le particelle intrappolate. I fornici superiori sono esposti utilizzando una doppia eversione palpebrale (ossia, prima evertendo la palpebra e poi inserendo un batuffolo sotto la palpebra evertita e sollevandola fino a quando il fornice è visibile).
 
Le lievi ustioni chimiche sono generalmente trattate con antibiotici oculari topici (p. es., pomata con eritromicina 0,5%) 4 volte al giorno e con cicloplegia se necessario per indurre sollievo (p. es., ciclopentolato).


Poiché i corticosteroidi topici possono provocare perforazione corneale dopo un'ustione chimica, devono essere prescritti solo da un oftalmologo.

 Gli anestetici topici non devono essere somministrati dopo l'iniziale irrigazione; l'intenso dolore può essere trattato con acetaminofene (paracetamolo) con o senza ossicodone. Se la funzione renale del paziente non è compromessa, la vitamina C orale (2 g qid negli adulti) può essere utilizzata per favorire la sintesi del collagene. La doxiciclina orale può essere utilizzata anche nei pazienti appropriati per stabilizzare il collagene, ma entrambi gli approcci devono essere eseguiti con la consulenza di un oftalmologo.
 
Le ustioni chimiche gravi richiedono un trattamento da parte di un oftalmologo per salvare la vista e prevenire complicanze quali cicatrici corneali, perforazione del bulbo oculare e deformazioni palpebrali. I pazienti con grave vista ridotta, aree avascolari della congiuntiva, o perdita di epitelio congiuntivale o corneale, dimostrato dalla colorazione con fluoresceina, devono essere visitati da un oftalmologo il prima possibile e non oltre 24 h dopo l'esposizione.

L'irite chimica è sospettata in pazienti con fotofobia (dolore agli occhi profondo con l'esposizione alla luce) che si sviluppa ore o giorni dopo un'ustione chimica, ed è diagnosticata riscontrando flare e globuli bianchi nella camera anteriore durante l'esame obiettivo alla lampada a fessura. L'irite chimica viene trattata instillando un cicloplegico a lunga durata d'azione (p. es., una singola dose di omatropina 2% o 5% o una soluzione di scopolamina 0,25%).
 

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