appunti del dott. Claudio Italiano
E' l'infezione di una parte qualsiasi di un
dito, che si ha in seguito ad una banale inoculazione, per esempio ad una puntura.
Il patereccio ha sede nella maggior parte dei casi, nel polpastrello.
La sua esistenza deve indurre subito a cercare l'interessamento:
regionale: adenopatia sopra-epitrocleare, ascellare;
generale: temperatura febbrile.
Ma la manifestazione che induce il paziente a consultare il medico è talvolta
improvvisa e può essere:
2° Un interessamento regionale, per esempio un:'adenopatia ascellare-dolorosa
o già suppurata: adenoflemmone ascellare, conseguente ad un'infezione di scarsa
entità di un dito, talvolta passata anche inosservata e dimenticata dal paziente.
3° Oppure una manifestazione generale: setticemia con febbre remittente dovuta ad
un'infezione la cui porta di entrata è il patereccio; o settico-piemia, con localizzazione
a distanza dell'infezione: per esempio un flemmone perirenale.
Il paziente consulta un sanitario in quanto soffre di un dolore alla regione lombare
che si accompagna a febbre remittente. La leucocitosi è espressione dell'infezione
che ha sede profondamente nel contesto del grasso perirenale. La palpazione lombare
suscita dolore. Il dito che palpa lascia, nella zona edematosa, un'impronta a scodella:
sintomo raro e tardivo. E' andando alla ricerca della porta di entrata dell'infezione
che si riscontrano i segni del patereccio (o di un foruncolo) in via di guarigione
o cicatrizzato.
Descrizione
schematica:
Si caratterizza per rossore, calore, dolore del tessuto sottocutaneo. E' una raccolta
purulenta ben delimitata, conseguente ad un processo infiammatorio acuto, che si
sviluppa in una cavità neoformata nei tessuti, il che esclude le suppurazioni sierose.
E' dovuto ad un' infezione da germi piogeni banali. La fluttuazione che appare successivamente
indica la presenza di una raccolta di pus.
Nell'ascesso caldo del tessuto cellulare sottocutaneo:
La tumefazione aumento di volume locale si accompagna a:
rossore,
calore,
dolore, sia spontaneo che alla palpazione. ...Questi sono i segni cardinali della
infiammazione.
La fluttuazione che appare successivamente indica la presenza di una raccolta
di pus.
Descrizione schematica: ascesso freddo superficiale.
Nell'ascesso freddo
La tumefazione non si accompagna:
nè a rossore: i tessuti hanno conservato il colorito normale,
nè a calore locale, al termotatto,
nè a dolore spontaneo od alla palpazione.
E' una raccolta purulenta che insorge lentamente e che non presenta i segni cardinali
dell'infiammazione. Esempio classico ne è l'ascesso tubercolare, ascesso superficiale
che non si accompagna a rossore, né a calore, né a dolore spontaneo. La sua fluttuazione
è molto netta.
La sua natura è più spesso tubercolare.
La fluttuazione è evidenziata dal sollevarsi della mano o del dito, che poggia sulla
tumefazione quando l'altra mano, o l'altro dito, spinge un punto diametralmente
opposto.
Si cercherà la fluttuazione in tutte le direzioni per evitare di incorrere nell'errore
di una falsa fluttuazione muscolare (gluteo, coscia). Ricordare che esiste anche
una fluttuazione fisiologica in corrispondenza del polpastrello delle dita la cui
scomparsa è patologica in caso di patereccio.
Nella regione inguinale, per esempio, se si tratta di un ascesso caldo della coscia. Le linfoghiandole inguinali sono dolenti alla palpazione, tumefatte, non mobili (periadenite). L'eventuale evoluzione verso la suppurazione è possibile: adeno-flemmone.L'adenopatia, quando esiste, non è dolente
Lo stato generale è più o meno compromesso nell'ascesso caldo. Compare cefalea,
anoressia. Leucocitosi (12.000 G.B.* e più) La febbre è remittente con brivido.
Viceversa lo stato generale non è nell'ascesso freddo compromesso. Non vi è temperatura
febbrile (con le stesse riserve). Assenza di leucocitosi e di temperatura febbrile.
Eziologia della suppurazione e degli ascessi
Può trattarsi dell'inoculazione diretta per puntura infetta (chiodo, spina, corpo
estraneo).
O di una iniezione medicamentosa: l'ascesso è più spesso necrotico, anziché settico,
per intolleranza alla sostanza iniettata.
O ancora l'ascesso è stato deliberatamente provocato con l'iniezione di una soluzione
irritante (essenza di trementina): è il classico ascesso di fissazione, in un primo
tempo asettico.
L'ascesso può anche essere la conseguenza della suppurazione di un'adenopatia
secondaria ad un'infezione a distanza: adeno-flemmone inguinale, conseguente ad
una escoriazione del piede, talvolta quando insorge l'ascesso alla regione inguinale
già cicatrizzata e guarita.
O ancora di origine profonda: ascesso da osteomielite, il quale altro non è che
la superficializzazione di una suppurazione a punto di partenza dallo scheletro.
Cercare l'esistenza di un punto doloroso osseo e di segni radiologici di osteite.
Il pus, evacuato in seguito a puntura o ad incisione, è un liquido cremoso, giallo
verdastro, "pus bonum et laudabile" dei classici. Al microscopio si possono osservare:
polinucleati degenerati: "globuli di pus";
germi banali: il più frequentemente, stafilococchi o streptococchi.
La membrana limitante dell'ascesso freddo non costituisce, come nell'ascesso caldo,
una barriera contro l'infezione, ma al contrario rappresenta una lesione tubercolare
in fase di proliferazione attiva. Questa membrana è tubercologena, ciò che spiega
l'evoluzione estensiva dell'ascesso freddo tubercolare; ricordiamo per esempio gli
ascessi che si hanno nel morbo di Pott, che originati dalla colonna vertebrale,
si aprono in corrispondenza della coscia.
Ciò vuol dire che, per principio, non bisogna incidere mai un ascesso tubercolare,
poiché la sua parete non presenta alcuna tendenza ad afflosciarsi.
Dopo incisione o apertura spontanea persisterà una cavità ed inoltre, si avrà
la tubercolizzazione della cute che darà luogo ad una fistola, comunicante con l'esterno,
non tendente alla guarigione spontanea. In definitiva si ha l'evoluzione centrifuga.
Se si decide per il trattamento chirurgico dell' ascesso freddo bisogna orientarsi
per l'escissione a blocco, asportando anche la membrana tubercologena.
Colliquazione di una gomma sottocutanea.
Colliquazione di un'adenopatia tubercolare
Osteite tubercolare: ascesso ossifluente. Artrite tubercolare: ascesso artrifluente.
Gli ascessi freddi non tubercolari, sono rari, e sono dovuti alla infezione tifoidea
da bacillo di Eberth oppure ad una micosi.
Il pus aspirato in seguito a puntura, è grigiastro, sieroso, con frammenti di sostanza
caseosa in sospensione.
All'esame microscopico diretto, normalmente, non si mettono in evidenza germi. Questo
carattere amicrobico è molto sospetto. Il bacillo di Koch sarà messo in evidenza
con l'esame diretto o con l'inoculazione nella cavia.
L'ascesso caldo è un processo di difesa dell' organismo. Vale a dire che la sua parete, la membrana piogena, costituisce una zona di reazione di difesa del tessuto connettivo, che isola il focolaio purulento, protegge i tessuti vicini e tende ad afflosciarsi ed a cicatrizzare molto rapidamente, dopo che l'incisione rende possibile lo svuotamento della raccolta purulenta. E' detta anche evoluzione centripeta. Caso particolare è il flemmone diffuso, cioè una infiammazione acuta del tessuto cellulare sottocutaneo, che non presenta alcuna tendenza spontanea alla delimitazione, e che, almeno all'inizio, evolve verso la necrosi, senza suppurazione.
E' un ascesso profondo, più spesso freddo, che dà luogo ad una tumefazione superficiale
soltanto dopo che la suppurazione ha perforato l'aponevrosi e si è fatta strada
fin sotto la cute.
Le due sacche, profonda e superficiale, comunicano per mezzo di un tramite più o
meno stretto; bisogna tenere bene presente ciò perché il trattamento della tasca
superficiale, trascurando la sacca profonda quella che è sorta per prima e la
più importante, perchè là è originata la malattia non è sufficiente ad assicurare
la guarigione.
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