Contrariamente a quanto si pensi, non è raro imbattersi in pazienti con infezioni
da batteri anaerobi, che, come è risaputo, sono specie difficili da isolare, stante
la loro incapacità a crescere in presenza di ossigeno, eccettuato i microaerofili,
che riescono, comunque, a tollerare la presenza di atmosfera ossigenata. Tra l'altro
è normale avere anaerobi nell'organismo, specie nella cavità orale, dove formano
i batteri del tartaro dentale o in vagina o nel colon.
Perciò è importante ricordare che:
1) questi microrganismi sono per la maggior parte innocui commensali; veramente
pochi causano malattia;
2) per provocare un'infezione essi devono attraversare le normali barriere mucose;
3) Sono necessarie alcune condizioni favorenti il loro sviluppo, in particolare
un ridotto potenziale di ossidoriduzione, per esempio nei tessuti in necrosi per
un trauma o se vi è una suppurazione.
4) l'infezione può essere polimicrobica, con associazioni anche complesse. Per esempio,
si possono isolare da un focolaio suppurativo sino a 12 diverse specie batteriche;
5) i batteri anaerobi sono comunemente riscontrati nelle cavità ascessuali o nei
tessuti necrotici.
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L'esame diretto di questo cosiddetto "pus sterile", colorato con il metodo di Gram, spesso permette di osservare numerosi batteri. Un odore sgradevole del pus suggerisce la presenza di un'infezione da anaerobi. Sebbene altri microrganismi, come Staphylococcus aureus, siano in grado di causare ascessi, quelli localizzati in organi o tessuti profondi devono sempre far pensare a una possibile eziologia da anaerobi. Alcuni degli anaerobi, per es.il gruppo del B. fragilis, richiedono una terapia specifica. Molte di queste infezioni sinergiche possono essere curate con antibiotici attivi solo nei confronti di alcuni microrganismi. La terapia antibiotica, combinata con lo sbrigliamento chirurgico e il drenaggio del focolaio infettivo, distrugge l'equilibrio instauratosi tra i vari batteri e alcune specie, pur resistenti al chemioterapico, non possono sopravvivere senza quei germi coinfettanti. Le manifestazioni di coagulazione intravascolare disseminata (cfr CID) sono inusuali nei pazienti con infezioni da anaerobi. In alcuni centri gli anaerobi, in particolare B. fragilis, rappresentano l'8-10% di tutti i batteri isolati da emocolture.
Le infezioni da batteri anaerobi si verificano di solito in seguito alla rottura
della barriera anatomica e alla successiva invasione da parte della flora locale
di siti precedentemente sterili. Situazioni favorenti la loro proliferazione sono:
-ischemie tissutali
-i traumi
-gli interventi chirurgici in genere
-le perforazioni intestinali
-lo shock
-l'aspirazione di materiali estranei.
Alcuni anaerobi con particolari esigenze di crescita non possiedono l'enzima
superossido-dismutasi, che negli altri microrganismi riduce i radicali superossido,
tossici per la cellula, attenuandone così gli effetti potenzialmente letali. In
caso di perforazione intestinale, centinaia di specie di anaerobi cadono nella cavità
peritoneale, ma molti non riescono a sopravvivere in quanto i tessuti, altamente
vascolarizzati, risultano ricchi di ossigeno, che seleziona fra i microrganismi
quelli aero tolleranti. La capacità di un microrganismo di aderire ai tessuti
dell'ospite è un fattore importante per il verificarsi dell'infezione. Alcune specie
orali aderiscono all'epitelio sottogengivale. P. melaninagenica aderisce in genere
ad altri microrganismi. P. gingivalis è comunemente isolata in casi di periodontite.
è stato dimostrato che questi microrganismi possiedono fimbrie che ne facilitano
l'attacco. Alcuni tipi di Bacteroides non capsulati sembrano forniti di pili e ciò
potrebbe spiegare la loro capacità di adesione. Il fattore di virulenza più
studiato degli anaerobi asporigeni è la capsula polisaccaridica di B. fragilis.
Questi polisaccaridi possiedono proprietà biologiche distinte, come quella di favorire
la formazione di ascessi nelle infezioni intraddominali sperimentali indotte nei
roditori. L'induzione di ascessi è un fenomeno dipendente dalle cellule T.
L'immunizzazione con i componenti della capsula è in grado di conferire protezione
nei confronti della formazione di ascessi da B. fragilis e da altri microrganismi
capaci di indurre ascessi. Questa protezione è mediata da un circuito di cellule
T che blocca la risposta tissutale di formazione dell'ascesso. Benché alcuni clinici
considerino l'ascesso come una risposta dell'ospite per circoscrivere l'infezione
batterica, la formazione di un ascesso in pazienti con setticemia spesso da origine
a una malattia grave e cronica che richiede l'evacuazione chirurgica unita alla
terapia antibiotica. Gli anaerobi producono un certo numero di esoproteine
capaci di aumentare la loro virulenza; fra questi va ricordata un'eparinasi, elaborata
da B. fragilis, che contribuisce a provocare una coagulazione intravascolare e ad
aumentare il fabbisogno di eparina in pazienti trattati con questo farmaco. La collagenasi,
prodotta da P. gingivalis, può accentuare la necrosi tissutale. è stata descritta
un'alterazione delle capacità secretorie delle cellule epiteliali intestinali provocata
da un'enterotossina prodotta da B. fragilis. Sia B. fragilis sia P. melaninogenica
possiedono alcuni lipopolisaccaridi (endotossine) che non sono biologicamente attivi
come quelle dei batteri aerobi Gram-negativi; questa inattività biologica dell'endotossina
può spiegare la rarità con cui si verificano coagulazione intravascolare disseminata
e porpora in corso di setticemia da Bacteroides, rispetto alla setticemia da bacilli
anaerobi facoltativi e aerobi Gram-negativi.