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Tiroidite subacuta

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La tiroidite è un processo infiammatorio della tiroide.

Esistono, tuttavia, diversi tipi di tiroidite che per prevalenza, decorso clinico e caratteristiche di laboratorio, si differenziano una dall'altra.

La tiroidite acuta è una infiammazione di tipo granulocitario, la subacuta di tipo granulomatoso, la cronica di tipo linfocitario.

La tiroidite acuta è molto rara e dovuta ad infezioni batteriche, la tiroidite subacuta è di origine virale. Entrambe sono solitamente transitorie e guariscono con la restituito ad integrum della tiroide.

La tiroidite cronica, invece, ha una eziologia sconosciuta, con patogenesi autoimmune

Definizione ed epidemiologia

La tiroidite subacuta, anche chiamata tiroidite di de Quervain o a cellule giganti, è una malattia granulomatosa. Compare in circa 11-2% dei pazienti con malattie tiroidee ed interessa soprattutto le donne tra i 40 e 60 anni.

La proporzione tra i due sessi è circa di 5:1.

Eziologia e patogenesi

La causa della tiroidite di de Quervain non è chiara. Si manifesta frequente-mente durante infezioni virali sistemiche (è fenomeno abituale evidenziare anticorpi diretti contro i virus dell'influenza, il virus Epstein-Barr, virus coxsackie ed altri ancora).

Una predisposizione genetica è suggerita dal fatto che tra i pazienti colpiti si osserva spesso la presenza dell'allele HLA B35 e C4. Si ha una distruzione diffusa dei follicoli tiroidei con liberazione di colloide.

La tireoglobulina che trova in essa immagazzinata riversandosi nel sangue può provocare un ipertiroidismo transitorio.

La tiroide è caratterizzata da un infiltrato di leucociti ed istiociti. Questi ultimi si aggregano a formare cellule giganti di Langerhans o da corpo estraneo, che caratterizzano il tessuto di granulomatosi circostante.

Clinica

Crea due settimane dopo un'infezione virale compaiono dolori intensi nella zona della tiroide, che possono irradiarsi fino all'orecchio.

Tipicamente il dolore può cambiare localizzazione e intensità: la tiroide può essere lievemente aumentata di dimensioni. Il paziente si sente defedato, è febbrile e può presentare blandi sintomi di ipertiroidismo.

Infatti i sintomi sono caratterizzati principalmente dalla febbre, di solito di entità lieve o moderata, e dal dolore spontaneo o alla palpazione, localizzato alla base del collo, anteriormente, in corrispondenza della tiroide.

Spesso, i sintomi insorgono a qualche giorno o settimana di distanza da una faringite o altra infezione delle alte vie respiratorie.

I disturbi possono protrarsi per settimane o anche 2-3 mesi, e costituire così una condizione di febbricola prolungata la cui causa potrebbe non essere evidenziata facilmente dal paziente e dal medico, se non si considera la possibilità di una tiroidite subacuta. Inizialmente, vi può essere un aumentato rilascio di ormoni tiroidei (dovuta al danno infiammatorio cellulare), e quindi si possono osservare talora sintomi di lieve tireotossicosi: tachicardia, nervosismo, intolleranza al caldo, aumento dell'appetito, diarrea.

 

Diagnosi

In presenza di un quadro clinico tipico, la diagnosi è di solito facile (la diagnosi si stabilisce quasi sempre dopo vari mesi). La VES è molto elevata e generalmente non vi è leucocitosi. Gli esami di laboratorio tipicamente individuano un aumento della VES (valori intorno a 100 non sono rari), e, sebbene in misura inferiore, della PCR.

Nella fase iniziale, spesso si osserva un aumento degli ormoni tiroidei (FT3 e FT4) ed una contestuale diminuzione dell'ormone tireostimolante (TSH); tuttavia in un secondo tempo si può anche osservare l'inverso, e cioè una fase (solitamente transitoria) di ipotiroidismo con bassi valori di FT4 e FT3, ed aumento del TSH.

Raramente è indicata una biopsia con ago sottile, nonostante serva a confermare una tiroidite a cellule giganti. All'ecografia si possono identificare lesioni eterogenee ipoecogene; alla scintigrafia compaiono difetti di captazione dello iodio diffusi.

 

Diagnosi differenziale

In presenza di un quadro clinico e di esami di laboratorio tipici è facile scartare rapidamente le altre cause di infiammazione (tiroidite batterica, laringite, faringite). All'ecografia del collo si evidenziano aree ipoecogene, che non si colorano al doppler perchè non sono vascolarizzate; compaiono altre aree ipoecogene mentre si normalizzano le altre aree. Sono apprezzabili all'US delle altre immagini riferibili a piccoli linfonodi reattivi laterocervicali. La diagnosi differenziale va posta con la tiroidite di Hashimoto.
 

Terapia e prognosi

La malattia ha un decorso prolungato e pertanto deve essere trattata per vari mesi; non esiste un trattamento causale. I glucocorticoidi apportano un rapido miglioramento dei sintomi e possono essere ridotti in tempi abbastanza brevi (terapia per 2-3 mesi).

Non sono mai indicati farmaci tireostatici. Normalmente si assiste ad una remissione completa della malattia nel giro di tre mesi.

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