Obesità e altri fattori di rischio nei bambini

  1. Gastroepato
  2. Endocrinologia
  3. Obesità ed altri fattori di rischio nei bambini
  4. L'obesità e la malattia mentale
  5. L'obesità e gli squilibri ormonali

E mangiati questa minestra che ti fai grande!

— E mangiati questa merendina, che cresci forte!

— E se non mangi, ti do' uno schiaffone! Mangia e zitto!"

Questi sono i discorsi  che ci sentiamo fare da piccoli ,ma non il sottoscritto che mangiava a merenda un pezzo di pane scavato con pomodoro e cipolla, la parte terminale di un filone, e mia madre mi diceva che era come una mammella!  Ci sono infatti anche le mamme virtuose.

Una mia parente ha una figlia di 5 anni che vive nella città saracena di S. Lucia del Mela (ME) una bambina bruna con due occhi bellissimi, di un nero intenso come due fanali, appunto come gli occhi dei saraceni che hanno colonizzato questi luoghi. Ebbene, quando sono in campagna e la bimba vuole fare merenda, la fanciulla chiede alla madre che strappi un finocchio dalla terra e glielo lavi per mangiarselo!

Ora lungi da noi questi ragazzi virtuosi, ma cogliamo qui l'occasione per esortare le mamme che mi seguono in rete ad evitare di spingere i propri figli ad alimentarsi in maniera esagerata ed incongrua, per evitare di crescere un bambino obeso,  che fa del cibo oggetto di relazione col proprio genitore e di piacere allo stato puro, per risolvere le angosce esistenziali!!! Cosi facendo infatti avranno generato un futuro adulto affetto da malattie cardiovascolari e non solo.

La prevalenza di obesità è aumentata nel corso degli ultimi tre decenni, nei bambini e negli adulti. Quando l'obesità si sviluppa nell' infanzia, l'eccesso di adiposità generalmente continua negli anni a venire e tale tipo di obesità ad esordio infantile è spesso più grave.

Le conseguenze dell'obesità per la salute negli adulti sono state ben stabilite, esse comprendono maggiore tasso di ipertensione, diabete mellito, e malattie cardiache. Quindi i problemi dell'adulto sono già in nuce nel bambino, e come diceva il mio maestro, "la canzone del rischio cardiovascolare si balbetta già all'asilo!!".

Rispetto ai bambini di peso regolare, i bambini obesi hanno già da piccoli valori più elevati della pressione del sangue, livelli di insulina plasmatica più elevati ed un pattern di lipidi aterogenetici più elevato.  Quindi, gli aspetti caratterizzanti la Sindrome X, o la sindrome da insulino-resistenza, può essere già individuata in bambini obesi e negli adolescenti. Le conseguenze della precoce esposizione a diete ricche di grassi, sono alla base dei disordini vascolari.E' molto probabile che l'obesità infantile  contribuisca in maniera significativa alla genesi di malattie cardiovascolari nell'adulto, insieme alla costituzione genetica dell'individuo.

Va da sè che se mio padre è obeso, insulino-resistente anche il figlio potrebbe esserlo, se non interviene l'ambiente in maniera giusta a correggere la devianza! Mi spiego, se io ho il figlio obeso debbo intervenire per impedire che mio figlio lo sia altrettanto e ciò debbo fare per esempio iscrivendolo in palestra ed incoraggiandolo a fare del moto e dello sport. Basta anche una passeggiata di un'ora al giorno di buon passo! Per cui è obbligo morale di chi ci legge agire in tal senso per creare città a misura di bambino.   Per queste ragioni, maggiori sforzi dovrebbero essere montato a ridurre l'attuale tasso di aumento di obesità nei bambini.

L'obesità determina:

Problematiche psicosociali: disturbi alimentari, scarsa autostima, disturbi dell'immagine corporea, isolamento sociale, disturbi dell'umore ed ansia

- patologie polmonari: sindrome delle apnee notturne, asma
- patologie gastrointestinali: calcolosi della colecisti, reflusso gastroesofageo, steatosi epatica
- patologie renale: glomerulosclerosi
- patologie muscolo-scheletriche: artrosi dell'anca, fratture, slittamento della testa del femore
- patologie neurologiche: ipertensione endocranica idiopatica
- patologie cardiovascolari: ipertensione, dislipidemia, coagulopatia, infiammazione cronica, disturbi endoteliali
- patologie endocrine: insulinoresistenza, scarsa tolleranza al glucosio
- diabete mellito tipo 2
- pubertà precoce
-irregolarità mestruali
-Sindrome dell'ovaio policistico
 

Nieto, F J; / Szklo, M / Comstock, G W;

Infanzia peso e tasso di crescita come predittori di mortalità adulti

Fonte: American Journal of Epidemiology

L'effetto del tasso di crescita e di peso relativo durante l'infanzia come causa di mortalità degli adulti è stato studiato in 13146 persone il cui peso e altezza sono stati misurati in età compresa tra i 5 e 18 anni in Hagerstown, Maryland, nel corso del periodo tra il 1933 ed il 1945. il peso relativo è stato definito secondo i parametri: età- sesso- Z-score per altezza e peso, calcolati sulla base di tabelle di riferimento nazionali, e la velocità di accrescimento di altezza e peso sono state calcolate di anno in anno.

Associazioni tra parametri di crescita (pre-e postpuberali) e la mortalità del 1985 sono state analizzate nei soggetti che repertati tra censimenti di sanità privata della contea di Washington e Maryland, tra il 1963 e il 1975, utilizzando un sistema caso-controllo di progettazione dello studio. L'Odds ratio di mortalità è aumentato linearmente con il peso relativo prepuberale (p meno di 0,05 per entrambi i sessi combinato) e con il peso relativo postpuberale nelle donne (p inferiore a 0,01).

Le associazioni tra le velocità di crescita e altezza raggiunta o con la mortalità tende ad essere inversa, anche se non statisticamente significativa. Questi risultati sono compatibili con l'esistenza di associazione positiva tra sovrappeso in età scolare  e mortalità a lungo termine; c'è il timore, perciò,  che il danno potrebbe venire da una maggiore tasso di crescita durante l'infanzia. Senza compromettere la crescita, la prevenzione di sovrappeso in età pediatrica potrebbe ridurre la mortalità nella mezza età.

SEGUONO GLI ABSTRACT

Obesity and other risk factors in children

Ethnicity & disease
The prevalence of obesity has increased over the past three decades, in children as well as in adults. When obesity develops in the childhood years, excess adiposity generally continues into adult years, and adult obesity with childhood onset is frequently more severe. The health consequences of obesity in adults are well established, including greater rates of hypertension, non-insulin dependent diabetes mellitus, and heart disease. This paper will discuss the risk factors for these adult disorders that are detectable in obese children. Compared to normal weight children, obese children have higher blood pressure, higher plasma insulin levels, and a more atherogenic lipid pattern. Thus, the characteristic features of Syndrome X, or the insulin resistant syndrome, can be detected in obese children and adolescents. The vascular consequences of exposure to these metabolic risk factors beginning in childhood have yet to be completely determined. However, it is very likely that childhood obesity does contribute significantly to cardiovascular disease. For these reasons, greater efforts should be mounted to reduce the currently rising rates.


Nieto,F J; / Szklo,M; / Comstock,G W;

Childhood weight and growth rate as predictors of adult mortality

Fonte: American journal of epidemiology

The effect of rate of growth and relative weight in childhood on adult mortality was studied among 13,146 persons whose weights and heights were measured between the ages of 5 and 18 years in Hagerstown, Maryland, during the period 1933-1945. Relative weight was defined internally, age- and sex-specific Z-scores for height and weight were calculated using national standards, and height and weight velocities were measured as annual increments. Associations between growth parameters (pre- and postpubertal) and mortality through 1985 were investigated in subjects who matched the 1963 and 1975 private health censuses of Washington County, Maryland, using a nested case-control design. Odds ratios of mortality increased linearly with prepubertal relative weight (p less than 0.05 for both sexes combined) and with postpubertal relative weight in females (p less than 0.01). The associations between growth velocities or attained height with mortality tended to be inverse, although not statistically significant. These results are compatible with the existence of positive associations of overweight in school-age children with long-term mortality and seem to allay fears that harm could come from increased growth rates in childhood. Without jeopardizing growth, the avoidance of overweight in childhood might reduce mortality in middle age

 

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