I glucocorticoidi sono farmaci importanti, utilizzati in varie patologie
soprattutto come farmaci antinfiammatori, ma sono anche usati come
immunosoppressori in varie patologie quali l'artrite
reumatoide, le coliti ulcerose, le
reazioni autoimmuni, i trapianti (sono farmaci antirigetto in grado di inibire
l'immunità cellulomediata).
I farmaci antinfiammatori comprendono però:
Farmaci steroidei: i glucocorticoidi
Farmaci antinfiammatori Non Steroidei: i FANS.
Esistono due tipi di recettori nucleari per i glucocorticoidi:
un recettore di tipo A
un recettore di tipo B
Il recettore più importante nel meccanismo d'azione dei glucocorticoidi è quello
di tipo A, mentre quello di tipo B svolge solo un'azione secondaria di con
effetto modulatorio o addirittura antagonizzante i recettori A e potrebbero
essere sfruttato, in futuro, in caso di eccessivi effetti collaterali o reazioni avvverse
a questi farmaci.
I recettori nucleari dei glucocorticoidi appartengono alla classe 1
(recettori canali).
Come concetto generale diremo che l'azione antiinfiammatoria avviene con due meccanismi:
1. da una parte per stimolazione di geni che producono proteine
anti-infiammatorie e
riduzione della traduzione di RNA messaggeri di proteine infiammatorie.
2. riduzione di trascrizione di geni infiammatori.
A basso dosaggio o dosaggio fisiologico di glucocorticoidi agiamo prevalentemente
con il
meccanismo 1. Con dosaggi sovrafisiologicici si attua il meccanismo 1 che il 2.
I glucocorticoidi arrivano nel citoplasma, si legano al recettore e fanno
staccare la HSP. Il ligando dei recettori intracellulari sono ormoni, non tutti,
i quali in virtù della loro lipofilia, possono attraversare il doppio strato
lipidico della membrana e diffondere all'interno della cellula. Il ligando
interagisce così con il proprio recettore a livello intracellulare (se si tratta
di recettori citosolici) o a livello nucleare (se si tratta di recettori
nucleari). Il recettore normalmente è presente in una forma non attiva. Il
recettore non attivo è legato a strutture proteiche che hanno la funzione di
mantenere il recettore in forma quiescente, in modo tale che non possa essere
espressa la propria azione. Queste proteine che inibiscono il recettore sono
definite HSP (dall'inglese Heat Shock Protein, cioè proteine dello shock
termico) appaiate da un numero che indica il numero di amminoacidi di cui sono
costituite.
A. Riconoscimento della struttura ormonale da parte della cellula bersaglio;
B. passaggio dell'ormone all'interno della cellula;
C. sua captazione da parte di una proteina specifica definita "recettore";
D. traslocazione del complesso ormone-recettore attivato nel nucleo e legame
alla cromatina nucleare;
E. dissociazione dalla molecola recettoriale ed attivazione della RNA
polimerasi;
F. sintesi di RNA messaggero che, fuoriuscito dal nucleo, stimola a livello di
reticolo endoplasmatico la sintesi di proteine che determinano l'azione dello
steroide.
Normalmente il recettore nucleare inattivo è presente in una conformazione ripiegata a 90 gradi e legato alle HSPs. In seguito al legame con l'ormone a livello della sezione carbossi-terminale, il recettore passa da 90 a 180 gradi e stacca la HSP. Si scopre così la porzione centrale del recettore, quella ad affinità per il DNA così il complesso recettore-ligando è libero di viaggiare verso il nucleo.
La proteina recettoriale è costituita da varie porzioni:
La regione AF1 (Activator Factor1) recluta proteine coattivatrici e lega piccoli
fattori di trascrizione:
la SRC2 (Steroid receptor coattivator 2)
P300
CBP (Creb Binding protein): ha attività istonica acetil trasferasica con
conseguente
acetilazione dell'istone 4 e attivazione di geni che codificano per proteine
antiinfiammatorie, come:
-il recettore b2 adrenergico (importante nella terapia dell'asma)(nel
trattamento
dell'asma l'uso di glucocorticoidi favorisce l'espressione di questi recettori
esercitando quindi effetti broncodilatatori e antinfiammatori)
- proteina IKBalfa: blocca a livello del citoplasma NFKB
-La fosfatasi che degrada le MAP chinasi esercitando effetto
post-trascrizionale: Gli
mRNA trascritti dai geni infiammatori (TNF alfa, IL-1, IL-2, ecc) sono altamente
instabili, cioè si degradano facilmente, perché presentano delle aree ricche in
AU
(Adenina-Uracile) dette regioni ARE che li rendono facilmente degradabili.
Gli
stimoli infiammatori attivano la via delle MAPKinasi, soprattutto P38 e la
MAPKinasi
2, che determina la sintesi di alcune proteine, dette Binding Protein ARE, che
legano
le regioni ricche in uracile stabilizzandole. I glucocorticoidi stimolano tra i
geni
antinfiammatori quello per la MK-P 1, cioè la fosfatasi inibitrice delle MAPKinasi,
che blocca P38 rendendo inattivo questo meccanismo e ciò viene detto "Effetto
post-trascrizionale" dei glucocorticoidi.
- SLP1
- l'annessina 1: gli anti-infiammatori
steroidei sono i
più potenti anti-infiammatori che abbiamo (rispetto ai FANS).
I FANS inibiscono la ciclo-ossigenasi ma lasciano libera la lipo-ossigenasi. Per
cui può
accadere che l'acido arachidonico accumulato a monte venga shuntato in questa
via, dando sgradevoli effetti collaterali. L'acido arachidonico è un acido
grasso di
membrana a sua volta rilasciato dalla membrana citoplasmatica a seguito degli
stimoli infiammatori che stimolano l'attività della fosfolipasi A2.
L'importanza dell'annessina risiede proprio nella capacità di bloccare l'attività della fosfolipasi A2 prevenendo la cascata infiammatoria, motivo per cui i glucocorticoidi sono più efficaci dei FANS. Però questo blocco è anche importante per spiegare gli effetti collaterali tipici degli antinfiammatori e soprattutto la gastrolesività, dovuta sia alla inibizione delle prostaglandine che dei leucotrieni. Inoltre l'azione inibitoria sui leucotrieni è importante nel trattamento dell'asma e questo spiega l'uso dei glucocorticoidi nel trattamento e spiega anche perché l'uso di aspirina in soggetti asmatici predisposti può causare gravi reazioni, perché l'aspirina inibisce la ciclossigenasi con shunt dell'acido arachidonico nella via della lipossigenasi e iperproduzione di leucotrieni con broncocostrizione.
I glucocorticoidi però a alte dosi attivano anche delle proteine a attività
deacetilasica (HDAC2) che
diminuiscono la sintesi di alcuni geni:
geni infiammatori attivi durante i processi immunoallergici e flogistici.
La stimolazione dei geni per proteine infiammatorie è mediata da un fattore di
trascrizione
detto Nfkb che normalmente è legata a un inibitore che è IKBalfa.
Gli stimoli infiammatori (quali pattern molecolari batterici, virali, ecc
riconosciuti dai toll-like
receptors), attivano una chinasi detta IKK che degrada la proteina inibitrice,
così Nfkb
è libera di portarsi nel nucleo dove recluta una serie di coattivatori tra cui
soprattutto CREB
binding protein (la stessa reclutata dai glucocorticoidi quando legano i
recettori) dotata di
attività istone-acetiltrasferasica attivando geni che codificano per proteine
sta volta
infiammatorie. I corticosteroidi agiscono facendo deacetilare questi geni e
quindi bloccano
l'NfKb.
Però verrà diminuita anche la produzione di proteine che comporteranno effetti
collaterali:
la Proopiomelanocortina,
il CRH releasing factor,
l'osteocalcina
cheratina, il che giustifica la minore elasticità della cute e i problemi di
cicatrizzazione in
cui incorrono questi pazienti.
Questi effetti dipendono dalle dosi, essendo il primo funzionante solo con basse
dosi di
glucocorticoidi e il secondo con alte dosi. Infatti ad alte dosi sono maggiori
gli effetti benefici ma
anche collaterali perché vengono acetilati i geni anti-infiammatori e de
acetilati quelli pronfiammatori
e altri responsabili degli effetti collaterali.
L'effetto istone-acetilasico è specifico perché mediato da uno specifico
recettore; è inoltre dovuto
ad un effetto sul DNA per cui è definito genomico.
L'effetto deacetilasico è specifico perché mediato dal recettore ma non può
essere considerato
genomico perché non agisce incrementando la trascrizione di geni.
Somministrando basse dosi di farmaco recluti quindi un'azione genomica
specifica, mentre
somministrando alte dosi recluti un'azione non genomica specifica.
Ora noi ci aspettiamo che questi glucocoticoidi siano attivi in tutti i pazienti
e che non si
determinino delle azioni di resistenza ai glucocorticoidi. Invece la resistenza
si realizza,anche se in
un piccolo gruppo di pazienti:
per la variabilità della risposta individuarle variazioni genetiche es degli
Snips (cioè dei
tagli ) ai geni che codificano per i recettori dei glucocorticoidi di tipo A.
Quindi significa che
io ho un allele diverso dal vostro che codifica per il mio recettore A che può
avere capacità
diversa di legame ai glucocorticoidi.
Degradazione/inattivazione tramite operazioni di fosforilazione per mezzo di
MAPkinasi,
oppure tramite nitrosilazione dei complessi recettore-glucocorticoidi, prima che
questo
possa agire.
Può anche accadere che il glucocorticoide invece di legarsi ai recettori A si
lega
preferenzialmente ai B e quindi non vengono utilizzate quelle vie che abbiamo
visto che
portano agli effetti GENOMICI SPECIFICI e NON GENOMICI SPECIFICI. Ci sono degli
stimoli
infiammatori che fanno in modo che i glucocorticoidi leghino preferenzialmente
il
recettore B.
Inoltre è possibile che il complesso recettore-glucocorticoide leghi API che è
una proteina
che inibisce il legame con NFKB, impedendo la realizzazione delle azioni della
via non
genonica specifica.
Un'ultima costatazione di resistenza che ha fatto impazzire la clinica è che i
glucocorticoidi sono
molto attivi nell'asma ma non lo sono nella BPCO.
Questo è dovuto principalmente al fumo di sigaretta che causa una resistenza ai
glucocorticoidi.
Infatti questi rispondono alla terapia solo quando smettono di fumare. Il fumo
di sigaretta con lo
stress ossidativo che produce, comporta una diminuzione dell'attività istone
-deacetilasica che
nella via non genomica specifica reclutavamo per la deacetilazione.
Abbiamo visto che questi farmaci sono utilizzati in patologie infiammatorie
immunoallergiche, ma
anche in condizioni di emergenza. Allora come è possibile che questi farmaci che
sono così teatrali
e che agiscono attraverso recettori nucleari, che ci sta ore per agire, possano
essere usati in
emergenza?
Perchè se ci arriva un paziente con shock da penicillina noi facciamo
glucocorticoidi e adrenalina e
lo salviamo?
C' è un altro meccanismo d' azione per questi farmaci ed è un meccanismo
semplicissimo, era l'unico con cui spigare l'effetto immunoallergico del glucocorticoidi ed è il
seguente: abbiamo detto
che le attività dei glucocorticoidi sono genomiche specifiche e non genomiche
specifiche,
indicando con specifico la presenza del recettore e con genomico il
coinvolgimento del DNA.
Adesso troviamo una terza azione chiamata NON GENOMICA ASPECIFICA che quindi non
è
mediata ne dal recettore ne dal DNA. E' un'azione che viene reclutata
immediatamente
soprattutto con idrocortisone (flebocortid) usato come farmaco di emergenza.
Dobbiamo
sapere che sulle membrane cellulari si trovano PRR che in presenza di stimoli
infiammatori e
allergici, fanno partire un sacco di fattori di trascrizione per citochine
varie. La cellula in queste
condizioni cambia fenotipo passando da "cellula quiescente" a cellula attiva di
tipo
immunoallergico.
I glucocorticoidi derivano tutti da una struttura comune, il
ciclopentanoperidrofenantrene, e
questo li rende liposolubili nelle membrane e indovandosi nelle membrane rendono
più stabili i
PRR che in questa maniera risultano insensibili ai vari stimoli.
Questi glucocorticoidi si vanno a collocare a livello di queste membrane
cellulari,nelle cellule del
sistema immune, macrofagi, linfociti, mastociti,e gli danno la capacità di
essere più resistenti agli stimoli infiammatori, gli danno una capacità quasi di stabilizzare le
membrane, di renderle
tale non farle attivare. Questa stabilizzazione avviene in maniera immediata e
ci spiega il perché
i glucocorticoidi sono farmaci di emergenza e pronto soccorso.
Quindi ricapitolando le azioni dei glucocorticoidi sono 3:
genomica specifica,
non genomica specifica,
non genomica aspecifica.
E' una questione di dosi. Le tre azioni vengono reclutate a seconda della dose:
a dosaggi fisiologici abbiamo solamente I' azione genomica specifica,
a dosaggi sovra fisiologici abbiamo sia quell'azione che quella non genomica
specifica,
a dosaggi francamente farmacologici abbiamo tutte e tre le azione dei
glucocorticoidi.
Per darvi un'idea se vi prendete una compressa di Bentelan (betametasone) è l mg,
il cortisone ad
attività immunitaria è il Prednisolone con dosi tra i 10/20mg, di fronte ad una
reazione di
emergenza si usa il Flebocortid a dosi intorno a 100/200mg.
Per individuare il tipo di cortisone da utilizzare si cerca di fare una
bilancia tra le azioni
genomiche specifiche e le azioni non genomiche aspecifiche.
Il Prednisolone, che viene usato per via orale, per terapia di
immunosoppressione ha le
due attività che si bilanciano in maniera piena.
Mentre ci sono altri farmaci, come il Bentelan (beta-metasone), dove invece
l'attività
genomica è preponderante e quindi non viene mai utilizzato in maniera piena
nelle
situazioni di emergenza.
Mentre 6-meteil-prednisone, Flebocortid, idrocortisone che hanno invece una
azione
prevalentemente non genomica aspecifica vengono usati in emergenza.
Quindi è una questione di dosi ma anche di caratteristiche dello specifico tipo
di glucocorticoide.
Partendo dalla presentazione dell'antigene, le APC liberano IL-1 e attivano i
TH4, viene liberata IL-2 a cui segue o la via cellulo-mediata con l'attivazione dei T o l'immunità
umorale con le
plasmacellule e i linfociti B.
Gli immunosoppressori possono:
bloccare IL-1 o IL-2
bloccare i meccanismi di proliferazione cellulare dei T e delle plasmacellule.
Queste azioni vengono esplicate a alte dosi (dosi sovra fisiologiche). Questo
spiega perchè nel LES,
RCU, MICI dobbiamo utilizzare alte dosi.
I glucocorticoidi vengono utilizzati come immunosoppressori nei trapianti,
autoimmunità,
patologie ematologiche (leucemie e linfomi), psoriasi, patologie del grosso
intestino.
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