appunti del dott. Claudio Italiano
Un caso clinico singolare del dott. Claudio Italiano
CASO CLINICODonna di 64 a, non coniugata, giunge alla nostra osservazione nel 2003, per ricovero da accettazione, accusando una strana sintomatologia caratterizzata da "sensazione di malessere generale"; mentre si trovava in chiesa seduta per assistere alle funzioni; è stata colta da senso di costrizione alla gola, con tosse secca e stizzosa, come di "un pizzicare della tiroide" e, quindi, è uscita fuori dalla chiesa per prendere una boccata d'aria.
Non appena fuori ha avuto una crisi sincopale, ed è finita per terra priva di coscienza, rimanendovi per circa 30 minuti, in attesa dei soccorsi. E' stata dunque accompagnata al P.S. dell'Ospedale per le cure del caso.
All'A.Familiare riferisce gentilizio positivo per malattie cerebrovascolari (il padre ictus cerebri); 2 sorelle e un fratello: ipertensione, tireopatie :una sorella affetta da gozzo; positivo m. neoplastiche l'altra sorella, con Ca follicolare della tiroide.
A. FISIOLOGIA: menarca a 14 aa, cicli regolari per durata e caratteri; menopausa a 52 anni; non si è coniugata, buona mangiatrice, a suo dire di farinacei, fritture, uova; non beve alcolici, ma solo qualche bicchiere di vino ai pasti, non fuma.
Di professione è stata operaia, per 15 anni, in Milano, addetta alla lavorazione del pellame, non in conceria, bensì alla lavorazione su telaio delle pelli; inoltre ha anche lavorato come operai dell'industria tessile, addetta ai lavori di cucito a macchina.
APR:
Dall'età di 16 aa la paziente è stata affetta da voluminoso gozzo multinodulare
ed all' età di 18 anni, nel 1957, sottoposta ad intervento di lobectomia tiroidea
destra c/o Ospedale Regina Margherita; 6 mesi dopo è comparsa afonia e tetania parziale
degli arti superiori.
Nel 1964, all'età di 25 anni, reintervento di tiroidectomia totale presso Ospedale
Niguarda di Milano, con escissione del lobo sinistro, lasciando in sede solo l'istmo
e prescrizione di terapia con Calcio. Esame istologico con referto di "struma microfollicolare
colloideo". Dopo l'intervento nuovi episodi di tetania ed artralgie. Dall'età di
25 anni ipertensione arteriosa trattata con terapia imprecisata. Dopo l'intervento,
trascorso qualche mese, uscendo dalla fabbrica di pellame in cui lavorava, ha accusato
una sintomatologia caratterizzata da irrigidimento degli arti inferiori con impossibilità
alla deambulazione, superato, "a suo dire" con la forza della volontà, essendo necessario
riprendere la via di casa;
A Messina nel 1980 nuovo ricovero per sottoporsi, stavolta, ad intervento di colecistectomia su indicazione di coledocolitiasi
Nel 1983 ad ottobre, episodio di pertinenza neurologica, diagnosticato come "attacco ischemico transitorio"; mentre si trovava a cena dalla sorella, sentiva la mandibola serrarsi e non riusciva più a masticare, per cui veniva accompagnata all'ospedale. Qui la sintomatologia si acuiva, manifestandosi in più disartria, con "sensazione di "turgore della lingua e protusione della stessa" ed emiparesi dell'arto sup. destro. Da questa epoca venivano accertate turbe acquisite del metabolismo Ca/Ph, trattate con calcio carbonato e vit. D, e trattamento sostitutivo con levotiroxina, su prescrizione del curante.
Nel 1985 intervento chirugico presso Ospedale Fatebenefratelli per cataratta bilaterale
con afachia.
Nel 1986 ricovero presso Niguarda per deficit di forza agli arti di destra; durante
il ricovero la paziente si sottopone ad indagini tra cui ECG che documento ischemia
miocardica anteriore ed allungamento del QT e dei ritmi di fondo. La TC encefalo
eseguita per l'occasione dimostra numerose calcificazioni interessanti la fossa
cranica posteriore (nuclei dentati), i nuclei caudati, talami e sostanza bianca
sottocorticale e i centri semiovali; non modificazioni dopo m.d.c. Bassi risultarono
i valorio della calcemia, 4,3 mg%; del Mg 1,28, PTH 0,19; la glicemia 179 mg%; la
CPK 209. Durante il ricovero la signora veniva trattata con Rocaltrol e calcium.
In dimissione con clacium forte e dietoterapia con 1200 Kcal . Seguita negli anni
la calcemia risultava sempre nella norma e la fosforemia elevata. Dieci anni fa
riscontro di valori pressori intraoculari elevati e terapia con Vistadan collirio.
Da 2 anni ad oggi è pure in terapia con eutirox 50 mcg/die;
Nel mese di aprile 2003 ricovero c/o Medicina Patti per un "verisimile TIA", come risulta da diagnosi di ingresso; Le indagini ematochimiche, condotte in urgenza, sempre il 24/04/03 documentano: Azotemia 31 mg%; glicemia 119 mg%; creatinina 1 mg%; calcemia 5,2 mg%; Ph 3,1 mg%; Na+ 140 mEq/l, K+ 3,3 mEq/l; emocromo: GB 12.30 GR GR 4.59 x 10.6 Hg in g/dl 12, MCV 82, PLT 330.000; formula N 82%, L 13.7%, M 4.3% E o% e B 0%. Il 26/04/03, al controllo, abbiamo: azotemia 64 mg%; glicemia 101 mg%; creatinina 1 mg%; calcemia 5.3 mg%; colesterolo 266 mg%; trigliceridi 149 mg%; proteine tot. 7.2 g/dl; bilirubina tot. 0.40 mg%; AST 41; ALT 23; LDH 756 U/l; VES 57 mm, es. urine: 10-20 leucociti, alcuni batteri
alcuni cilindri jalini. FT3 1.84, FT4 13.7 TSH 0.83 PTH 13 PG/ML.
Al momento dell'ingresso in reparto la
paziente è vigile e collaborante. 24/4/03 La TC Cranio di P.S. senza m.d.c. documenta
al referto:
esame eseguito senza m.d.c.; per quanto possibile valutare non si rilevano aree
a densità ematica in sede sopra e sottotentoriale. Massime calcificazioni in sede
cerebellare, dei nuclei della base, perivascolari e sottocorticali. Normali gli
spazi subaracnoidei della base e della convessità. Regolare per dimensioni e morfologia
il sistema ventricolare. In asse le strutture della linea mediana.
ECG : RS fc 62 b/m, PQ normale, asse elettrico , ischemia subepicardica, QT
lungo
|
Tac encefalo della paziente: calcificazioni intracraniche estese a vari livelli della scansione |
Esiti di pregressa tiroidectomia , a destra si rileva di un modesto residuo ghiandolare: 127 12X7 mm; nel suo contesto non sono apprezzabili formazioni nodulari. A sinistra si rileva la presenza di un discreto residuo ghiandolare DAP 24 mm, DT 21 mm, in sede paraistmica documenta la presenza di un aformazione nodulare ad ecostruttura disomogenea delle dimensioni di circa 16x10 mm.
MOC T-SCORE COLONNA AP regione L2-L4 valore >1,8 ; femore destra collo
>3
La paziente viene dunque sottoposta a terapia con ace-inibitori, l-tiroxina,
alfa-litici perifierici, aspirina a basso dosaggio, sistemi trandermici TTS, calcio
gluconato fiale , s. una fiala in 500 di glucosata al 5%, vit. D3
Il 9.6.03 ricovero presso APU Messina U.O. di Endocrinologia. Prelievo
del giugno 03:
Hg 11.4%; MCV 85; Fibrinogeno 508 mg%;;Uricemia 8.6 mg%;Colesterolo 258 mg%;Trigliceridi
213 mg%; Calcio 7.6 mmol/l; Fosforo 5.4 mmol/l;VES 92 vit D3 5.4 mg/dl;TSH 0.66;
FT3 3,1 pg/ml; FT4 27; Dosaggio di calciuria e fosfaturia su 500 cc di urine nelle
24 ore:
Calciuria 15 mg/24 h; Fosfaturia 98.5 mg/24 h
FNAB: densità cellulare media tireociti generalmente isolati. Numerosi nuclei
nudi. Lo sfondo comprende abbondante colloide fluida: gozzo colloido-cistico.
Nuovo ricovero il 21.10.03 presso Medicina Patti, con diagnosi di ingresso
di "crisi lipotimica ed ipocalcemia".E' tornata alla ns osservazione il 21 del mese
di ottobre del 2003, per un episodio di malessere, occorsole in casa, mentre si
trovava in cucina, caratterizzato, stavolta, da "senso di costrizione alle tempie",
tetania alle mani, che le si sono strette in una presa serrata, con irrigidimento
esteso ai muscoli degli avambracci e delle braccia, a cui è conseguita perdita di
coscienza. Essendo presente la sorella, la nostra paziente non è finita in terra
perché aiutata a distendersi.
EO: cute e mucose rosee presenza di xantelasmi. Peso 71,5 kg, 151 cm,
ROT torace normoespansibile, suono chiaro polmonare, FVT normotrasmesso, MVF.
ROC: azione cardiaca ritmica e regolare a 68 b/m; toni validi e pause libere,
ADDOME TRATTABILE, con cicatrice da pregresso intervento chirurgico di colecistectomia,
fegato due dita trasverse aumentato di volume sull'emiclaveare. Lieve dolenzia in
fossa iliaca destra; alla regione anterocervicale è possibile palpare residuo tiroideo
con nodulo ben delimitabile.
21/10/03 azotemia 32 mg%; glicemia 128 mg%; creatinina 1.2 mg%; calcemia 5,9
mg%; sodio 137 mEq/l, K 3,3, mEq/l; emocromo: GB 10.14 GR 4.19 Hg in g/dl 11 MCV
81; PLT 242.000 formula conseravata.
Il 23/10/03 LDH 685 U/l%; CPK 1282 U/l calcemia 5,6 mg%; fosforemia 5,6
mg%; PTH INTATTO 4pg/ml; protidogramma: alb. 3.4 g/dl; alfa 1 0.2 G7dl; alfa
2 1 g/dl; beta 1 G7dl; 1,2 gamma g/dl;
21/10/03 TC ENCEFALO esame eseguito senza m.d.c. documenta calcificazioni
in sede cerebellare, ai nuclei della base ed in sede perivascolare e sottocorticale,
compatibile con accumulo di calcio da ipoparatiroidismo. Con la limitazione data
da questo reperto tdm, non si apprezzano grossolane aree a densità ematica in sede
sopra e sottocorticale. Regolare gli spazi subaracnoidei ed il sistema ventricolare.
In
21/10/03 ECG RS a fc 75 b/m; PQ 160 ms, QT 464 ms, alterazioni aspecifiche
della ripolarizzazione in V1-V3.
24/10/03 dopo terapia con calcio: ECG AI LIMITI
23/10/03 Visita oculistica: retinopatia ipertensiva di I grado.
Il caso descritto ci consente di tessere alcune osservazioni:
- l'importanza dell'ipoparatiroidismo come condizione prevalente fra quelle correlate
alla sindrome di Fahr; la ns paziente aveva subito tiroidectomia totale e la totale
ablazione delle paratiroidi.
- La calcificazione dei nuclei della base che si associa sempre, come momento eziopatogenetico,
alla perdita della funzione delle gh. Paratiroidi;
- Il fatto che vi siano in questi soggetti manifestazioni neurologiche inquadrabili,
ad un primo riscontro superficiale, con TIA, M. di Parkinson, Alzheimer;
- Il fatto che la paziente non presentasse i segni di tetania classici dell'ipoparatiroidismo;
- Il fatto che il decorso della malattia è spesso asintomatica, il che ci porta
spesso ad ascrivere il caso a manifestazioni neurologiche di più semplice riscontro:
TIA, Parkinson.
- Nel ns caso la paziente si presentava affetta da morbo di Fahr idiopatico ed oligosintomatico,
così come è descritto nel 5-10% dei casi.
- La presenza di QT lungo al tracciato ECG, che si risolve con opportuna terapia;
- Cardiomiopatia ipocalcemica;
- L'Osteoporosi
- LDH elevato la cui induzione enzimatica è influenzata dall'effetto del turnover
del Calcio, correlata ad alterazione dell'attività di membrana , con spostamento
del potenziale di membrana della cellula verso il valore di riposo, con conseguente
maggiore permeabilità di membrana e liberazione in circolo di proteine citoplasmatiche;
inoltre il CPK sempre elevati, anch'esso correlato probabilmente alla miopatia clinicamente
evidente per il livello ipocalcemico, a cui consegue instabilità di membrana e del
meccanismo di eccitazione-contrazione della miocellula muscolare.