Deficit di G6PD (favismo) e farmaci pericolosi
dott. dott. Claudio Italiano
cfr anemie emolitiche
Il
deficit di glucosio 6-fosfato deidrogenasi (G6PD) è molto frequente nelle
popolazioni dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania e dell'Europa meridionale, mentre
è riscontrato di rado in altre popolazioni. Il deficit di glucosio 6-fosfato deidrogenasi
è più comune nei maschi. Il difetto enzimatico si trasmette ereditariamente con
il cromosoma X del sesso: i maschi ne sono colpiti in forma grave mentre le femmine,
che sono portatrici del gene anomalo e possono trasmetterlo ai propri figli, si
ammalano di forme più lievi. È diffuso soprattutto in Africa (nei bantu raggiunge
una frequenza del 20% circa) ma si riscontra spesso anche nelle popolazioni dell'Asia
meridionale e del bacino mediterraneo, dove in alcune zone (Grecia, Sardegna) raggiunge
una frequenza variabile dal 4 al 30%. Il favismo è un difetto congenito di
un enzima normalmente presente nei globuli rossi, la glucosio-6-fosfato-deidrogenasi,
essenziale per la vitalità degli eritrociti e in particolare per i processi ossidoriduttivi
che in essi si svolgono.
La carenza di questo enzima provoca un'improvvisa distruzione dei globuli rossi
(emolisi) e quindi la comparsa di anemia emolitica con ittero, quando il soggetto
che ne è carente, ingerisce fave, piselli, Verbena Hybrida varie droghe vegetali
o alcuni farmaci (vedi appresso). I soggetti con deficit di G6PD possono sviluppare
un'anemia emolitica acuta in seguito all'assunzione di una serie di farmaci di uso
comune o all'ingestione di fave (Vicia faba), il favismo tende a essere più grave
nei bambini oppure se le fave fresche vengono mangiate crude. Per tale ragione esiste
una legislazione in materia che tutela i bambini, i militari esonerandoli dal servizio
e che vieta di piantare fave nei pressi degli edifici scolastici per almeno in un
raggio di 300 mt. Tra l’altro gli stessi rischi vengono corsi se le coltivazioni
di fave avvengono in prossimità degli spazi che le persone affette da favismo frequentano
(per es. case, ambienti di lavoro, di culto, scuole, edifici pubblici, ospedali)
nonché se i vegetali vengono esposti negli esercizi commerciali, nei mercati e nelle
aree pubbliche.
Sintomi correlati all’anemizzazione da favismo
-Sintomi di una crisi emolitica:
-Improvvisa insorgenza di febbre e di ittero della cute e delle mucose.
-Urine ipercolorate, giallo-arancione.
-Pallore, debolezza, compromissione delle condizioni generali.
-Respiro frequente, difficoltoso.
-Polso rapido, debole, poco apprezzabile.
Cosa fare in caso di crisi emolitica?
L'unica terapia del favismo in crisi emolitica è una immediata trasfusione di sangue
fresco. Al più presto possibile, il ragazzo dovrà essere ricoverato in ospedale
ove sarà possibile, dopo la trasfusione (sovente sono necessarie più trasfusioni
nei primi giorni di ricovero), eseguire gli Indispensabili accertamenti per individuare
la condizione di deficit enzimatico. In questa occasione anche la madre, le sorelle
e gli altri familiari saranno sottoposti agli opportuni esami ematologici.
Quando
vengono prescritti farmaci a pazienti che hanno un deficit di G6PD, bisogna ricordare
che:
• il deficit di G6PD è geneticamente eterogeneo; ciò comporta una diversa suscettibilità
al rischio di anemia emolitica da farmaci; perciò un farmaco sicuro in alcuni soggetti
con deficit di G6PD può non esserlo per altri;
• i produttori non provano di routine l'effetto dei farmaci nei soggetti con deficit
di G6PD;
• il rischio e la gravità dell'emolisi sono quasi sempre in relazione diretta con
la dose del farmaco.
Quando possibile, un test per il deficit di G6PD dovrebbe essere fatto prima di
prescrivere uno dei farmaci elencati. In mancanza di informazioni, occorre considerare
il rischio di emolisi, in particolare se il paziente appartiene a una popolazione
in cui il deficit di G6PD è comune. Un gruppo molto limitato di soggetti con deficit
di G6PD, con anemia emolitica cronica non sferocitica, può sviluppare emolisi anche
in assenza di una causa scatenante. Questi pazienti devono essere considerati ad
alto rischio di esacerbazioni gravi dell'emolisi dopo somministrazione di uno dei
farmaci sottoelencaii. I prodotti contro le tarme possono contenere naftalene, che
può causare emolisi in soggetti con deficit di G6PD.
Farmaci con rischio stabilito di causare emolisi nella maggior parte dei soggetti
con deficit di G6PD
• Dapsone e altri sulfoni (i dosaggi più alti usati per la dermatite erpetiforme
sono più a rischio di causare disturbi);
• cloruro di metiltionina (blu di metilene);
• niridazolo;
• nitrofurantoina;
• pamachina;
• primachina (si è visto che 30 mg la settimana per 8 settimane sono privi di effetti
dannosi in popolazioni dell'Africa e dell'Asia);
• chinolonici (come ciprofloxacina, acido nalidixico, norfloxacina, ofloxacina);
• sulfamidici (come cotrimossazolo; alcuni sulfamidici)
come la sulfadiazina, sono stati provati mediante test e si è visto che non causano
emolisi in molti soggetti con deficit di G6PD).
Farmaci con rischio probabile di causare emolisi in alcuni soggetti con deficit
di G6PD
• Aspirina (accettabile al dosaggio di 1 g al giorno nella maggior parte dei soggetti
con deficit di G6PD);
• clorochina (accettabile nella crisi acuta di malaria);
• menadione, derivati idrosolubili (per esempio mena-I dione fosfato sodico);
• probenecid;
• chinidina (accettabile nella crisi acuta di malaria);
• chinina (accettabile nella crisi acuta di malaria)
• rasburicase.
oppure cfr indice di ematologia