Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Cliccando su "Accetto" acconsenti all'uso dei cookie.

Deficit dei linfociti B

  1. GASTROEPATO
  2. Argomenti di ematologia
  3. Deficit dei linfociti B

I linfociti B

I linfociti B sono cellule del sistema immunitario che giocano un ruolo primario nell'immunità umorale dell'immunità acquisita (al contrario dei linfociti T che sono fondamentali nell'immunità cellulare). La principale funzione dei linfociti B è quella di produrre anticorpi contro uno specifico antigene svolgendo anche il ruolo di APC (cellula presentante l'antigene) ed eventualmente evolversi in linfociti B memoria dopo attivazione dovuta all'interazione con un antigene. I linfociti B sono cellule che, in seguito a stimolazione, sono capaci di proliferare e trasformarsi in cellule effettrici, le plasmacellule, queste ultime capaci di produrre anticorpi. Le malattie caratterizzate da deficit delle immunoglobuline (Ig) possono essere classificate in due tipi principali: quelle in cui i B linfociti sono assenti e quelle in cui i B linfociti sono presenti ma non funzionanti. Al primo gruppo appartengono la agammmaglobulinemia congenita di Bruton e la immunodeficienza combinata grave tipo Svizzero. Al secondo gruppo appartengono la immunodeficienza comune variabile, la sindrome di Wiskott Aldrich e la sindrome iper IgE. Il deficit di linfociti B può determinare a sua volta un deficit di Ig totale o limitato ad una singola classe o specificità anticorpale. La morbilità dipende dalla severità della carenza e si esprime con una aumentala facilità allo sviluppo di infezioni batteriche. I test che permettono di attuare la diagnosi specifica dei deficit anticorpali sono costituiti da: elettroforesi delle proteine sieriche, immunodiffusione radiale per la quantificazione di IgA, IgM, IgG, ed IgD, quantificazione dei linfociti B tramite anticorpi monoclonali (normale = 10-25% dei linfociti circolanti). Test di Shick.

Agammaglobulinemia legata al sesso (malattia di Bruton)

E' una immunodeficienza caratterizzata dalla estrema riduzione od assenza di tutte e 5 le classi immunoglobuliniche che si manifesta solo nel sesso maschile in quanto la trasmissione è legata al cromosoma X. Il difetto di base consiste in un blocco della differenziazione da cellule pre B a Cellule B. La sintomatologia inizia verso il 6° mese di vita ed è caratterizzata da infezioni batteriche che colpiscono la mucosa respiratoria ed intestinale causando bronchiti, broncopolmoniti, otiti recidivanti ed enteriti croniche. Hemophilus i S. pneumoniae e pneumococco sono i batteri più frequentemente in causa nelle infezioni respiratorie; Giardia e Rotavirus sono in causa nelle enteriti. Le infezione virali di solito decorrono senza complicanze ma possono subentrare poliomieliti in seguito a vaccinazione. Nei pazienti più anziani possono verificarsi encefaliti da Echovirus a decorso fetale. Alcuni pazienti manifestano una sintomatologia simile all'artrite reumatoide forse da Micoplasma. La diagnosi: si basa sul dosaggio delle Immunoglobuline. I livelli totali sono di solito sotto i 250-400 mg/dl, quelli delle IgG sotto i 200 mg/dl, mentre IgM. IgA, IgD, ed IgE sono marcatamente ridotti o assenti. I linfociti B sono completamente assenti nel sangue circolante e nei linfonodi vi è una totale mancanza di plasmacellule oltre che una deplezione totale delle aree li dipendenti. Il numero delle cellule T è normale. Attualmente è possibile la diagnosi prenatale. La terapia è basata sulla somministrazione profilattica di immunoglobuline  La via endovenosa partendo dalla dose di 100-200 mg/kg e.v. una volta al mese tuttavia può essere aumentata a 400 mg/kg una volta alla settimana se non gono controllate le infezioni. Durante le infezioni acute la somministrazione immunoglobuline può essere giornaliera. La terapia antibiotica deve essere irata ai germi in causa. In caso di infezioni da Giardia si somministra -metronidazolo alle dosi di 25-50 mg/kg/die in 3 dosi giornaliere per 10 gg (bambini) (750 mg per os 3 volte/die per 10 gg adulti).

Ipogammaglobulinemia con Iper IgM

E' una condizione rara caratterizzata da bassi livelli di IgM. E' dovuta ad un difetto dei meccanismi di switch isotipico . La prognosi è assai migliore della malattia di Bruton.

Ipogammaglobulinemia transitoria dell'infanzia

Questa patologia è caratterizzata da un prolungamento della fisiologica agammaglobulinemia che si verifica nel neonato verso i 5-6 mesi di vita. Il numero delle cellule B è normale mentre è presente un deficit transitorio del numero e della funzione dei linfociti T. I livelli di IgG sono intorno ai 350 mg/ dl ed il piccolo paziente può avere vari episodi di infezioni delle vie respiratorie, le infezioni sono molto ricorrenti si può somministrare una terapia con immunoglobuline sino ai 18 mesi di vita allorché di solito riprende la normale produzione spontanea di immunoglobuline. Le vaccinazioni di routine vanno terrone sino ad avvenuta normalizzazione dei livelli di tutte le immunoglobuline.

 

Ipogammaglobulinemia acquisita o Immunodeficienza comune variabile

E' una malattia che può comparire ad ogni età con picchi nei primi 5 anni di vita e tra i 15 e 35 anni. Si manifesta con infezioni piogeniche ricorrenti legate al basso livello di Immunoglobuline e soprattutto di IgG circolanti. Il fattore scatenante è a volte costituito da infezioni virali ma la vera causa della malattia è sconosciuta. Aspetti clinici. Le infezioni recidivanti dell'apparato respiratorio e dei seni nasali costituiscono la presentazione iniziale più frequente della malattia. Possono poi verificarsi congiuntiviti batteriche croniche e giardiasi. In alcuni casi vie un severo malassorbimento come sintomo di esordio. L'incidenza di malattie autoimmuni è aumentata rispetto alla norma verificandosi di frequente artrite reumatoide. LES, anemia emolitica. Morbo di Graves ed anemia perniciosa. Alta è l'incidenza di tumori gastrici. Diagnosi. Il livello totale di immunoglobuline deve essere inferiore a 300 mg/ dl. con IgG < 250 mg/dl. IgM ed IgA possono essere assenti o inferiori rispettivamente a 20 mg/dl e 10 mg/dl. L'immunità cellulo-mediata mostra compromissione ai test in vitro, ma le infezioni virali sono rare. Sono presenti di solito epato- e splenomegalia. Un criterio importante è costituito dall'incapacità di produrre anticorpi a seguito delle normali vaccinazioni. La diagnosi differenziale va posta con le entteropatie proteino-disperdenti e con patologie polmonari quali la fibrosi cistica ed il deficit di alfa 1 antitripsina.

Terapia

Il trattamento, come per la forma congenita si basa sulla somministrazione di Gammaglobuline (100-200 mg/kg 1 volta al mese) ed antibiotici al bisogno. Se vi è malassorbimento questo di solito risponde alla somministrazione di gammaglobuline tuttavia può essere necessario attuare delle restrizioni dietetiche. Se è presente un'infezione da Giardia va associalo il metronidazolo. Il trattamento delle malattie autoimmuni eventualmente associate deve tenere conto della possibilità che la somministrazione di corticosteroidi ed immunosoppressori accrescano ulteriormente la suscettibilità  all'infezioni. Se seguiti con una terapia appropriata questi pazienti possono sopravvivere a lungo e le donne possono partorire figli normali.

Deficit selettivo di IgA

La carenza selettiva di IgA costituisce l'immunodeficienza più frequente in quanto la sua prevalenza è di 1:700 persone nella popolazione normale. La diagnosi di tale carenza si basa sul riscontro di un livello di IgA sieriche inferiore a 5 mg/dl. Il difetto di base non è noto ma sembra riguardare la differenziazione dei linfociti B che producono le IgA i quali presenterebbero un fenotipo immaturo (coespressione di IgA e IgM). Aspetti clinici. Il deficit di IgA predispone ad una varietà di malattie fra cui:
a) Frequenti infezioni dell'apparato respiratorio di tipo virale e batterico soprattutto allorché si associ un deficit di IgG 2 ed IgG 4. Nella maggior parte dei soggetti con deficit delle sottoclassi vive IgG tuttavia non vi è un significa tivo incremento degli episodi infettivi.
b) Malattie allergiche; forse a causa dell'aumentato assorbimento di allergeni non bloccati dalle IgA secretorie.
c) Malattie gastroenteriche quali morbo celiaco, colite ulcerosa, e morbo di Crohn.
d) Malattie autoimmuni tra cui LES, artrite reumatoide, dermatomiosite. Sindrome di Sjògren, e tiroiditi. In questi pazienti la frequenza del deficit di IgA è di 1:100 malati. Una manifestazione autoimmune importante di questi soggetti è la presenza di autoanticorpi anti-IgA che predispongono a reazioni anafilattiche allorché vengono somministrate gammaglobuline umane contenenti anche tracce di IgA.
e) Predisposizione allo sviluppo di tumori quali: carcinomi
Alcuni farmaci quali fentoina e anticonvulsivanti possono determinare un deficit di IgA secondario.
Terapia. Usualmente i pazienti con deficit di IgA non dovrebbero essere trattati con gammaglobuline ma andrebbero solo trattati aggressivamente con una terapia antibiotica estremamente mirata nel caso di infezioni.

Deficit selettivo di IgG

I pazienti con carenza selettiva di uno o più sottoclassi di IgG presentano ricorrenti infezioni batteriche da H. influenzae, S. pneumoniaee Staphilococcus aureus. Questa condizione è inoltre talvolta associata ad altre immunodeficienze-quali deficit di IgA o atassia teleangectasia, e malattie autoimmuni. I deficit più importanti sono quelli di IgG 2 + IgG4 e di IgG2 isolato. Soprattutto il primo si accompagna quasi sempre ad una maggior suscettibilità alle infezioni.
Terapia. Allorché sia clinicamente necessario, questi pazienti possono essere trattati con gammaglobuline per via sistemica alle dosi usate nelle altre ipogammaglobulinemie.

indice argomenti di ematologia