La vista ha avuto un ruolo essenziale nella nostra evoluzione: il numero di cellule sensitive coinvolte, perciò, è superiore a quello di qualsiasi altro senso.
Ma come vediamo?
L'immagine viene raccolta dall'occhio, che come una telecamera, capta la luce tramite la retina, dove coni e bastoncelli, le cellule nervose della retina, si eccitano e trasmettono segnali elettrici. Questi segnali viaggiano come in un cavo elettrico, il nervo ottico. Qui ogni immagine viene trasmessa come impulso nervoso da ciascun nervo ottico fino a proiettarsi al cervello, nella scissura calcarina, area 17, dove si trasforma in immagini in movimento, multicolori, riconoscibili e rievocabili dalla memoria.
Però il nervo ottico è complesso e le immagini che si formano non provengono ciascuna da un occhio, ma vengono miscelate, per così dire, essendo ricevute in maniera separata dagli emicampi visivi. Infatti l'occhio raccoglie la luce di 2 emicampo, quello nasale e quello temporale, che si incrociano nel chiasma ottico
, per cui i segnali dei 2 emicampi nasali di ciascun occhio viaggiano separati nei tratti ottici controlaterali (vedi la foto)
Nella corteccia visiva si creano anche i colori: essi non sono proprietà fisiche proprie degli oggetti, ma una sensazione prodotta nel cervello da diverse combinazioni di impulsi generati da luce di lunghezze d'onda diverse.
Qui si verifica anche uno dei processi fisiologici più straordinari: la trasformazione di migliaia di impulsi nervosi prodotti da immagini capovolte e bidimensionali, in immagini diritte, tridimensionali, "integrate" della realtà.
Il cervello ci permette di vedere gli oggetti come sono realmente malgrado le deformazioni dovute alla prospettiva, alla distanza o ad altri fattori: la nostra mente integra le informazioni con la memoria, con le immagini corrette già incontrate nell'arco della vita. E i continui movimenti degli occhi sono indispensabili per ottenere una percezione attendibile della profondità, garantendo il perdurare dell'immagine: se si "blocca" un occhio, in breve tempo l'immagine visiva scompare.
La vista, dunque, è molto più di una sommatoria d'informazioni raccolte dagli occhi: richiede un patrimonio di informazioni precedentemente acquisito anche attraverso altre sensazioni. Forse, proprio queste complesse interrelazioni portano alle "illusioni ottiche": se gli indizi percettivi dell'immagine sono ambigui, il cervello li integra secondo le proprie esperienze, e gli oggetti vengono distorti, sdoppiati, resi tridimensionali quando non lo sono e reali mentre sono costruzioni impossibili.
La corteccia visiva primaria (V1), è nota anche come "koniocortex" (corteccia a tipo sensoriale) ed è localizzata attorno e nella scissura calcarina del lobo occipitale. La corteccia visiva primaria è l'area visiva meglio studiata nell'intero cervello. In tutti i mammiferi studiati, è localizzata nel polo posteriore del lobo occipitale (nella corteccia occipitale avviene il processamento central della percezione visiva). Si tratta della corteccia visiva più semplice, dalla filogenesi più arcaica. Si tratta di un'area altamente specializzata per il processamento dell'informazione riguardante la forma e collocazione di oggetti statici ed il loro movimento nel campo visivo. Ogni area V1 dell'emisfero di ogni lato riceve informazioni direttamente dal proprio corpo genicolato laterale ipsilaterale. Ogni area V1 trasmette informazione in due direzioni principali (primary pathways), che sono rilevabili come onda N145 del potenziale evocato visivo. Questi potenziali, generati dal transito delle informazioni dalla corteccia primaria a quelle secondarie e a quelle associative, sono noti come la corrente dorsale (dorsal stream) e la corrente ventrale (ventral stream).
L'area visiva V2, nota anche come corteccia pre-striata, è la seconda area principale
nella corteccia visiva, e la prima regione all'interno dell'area associativa visiva.
Riceve forti connessioni di feedforward dall'area V1 (dirette e tramite il pulvinar)
e invia forti connessioni alla V3, V4 e V5.
I meccanismi alla base di queste creazioni visive della mente sono ancora in gran
parte sconosciuti, e gli scienziati devono anco-ra capire quanto di questo complicato
processo sia appreso e quanto innato. In larga parte sono sconosciuti anche i meccanismi
della percezione visiva in generale. Si sa, però, che stimolando la corteccia cerebrale
in un'area corrispondente alla zona centrale della retina si ottengono lampi luminosi,
ma se si stimolano delle zone via via più periferiche, allora si produce la sensazione
di immagini precise o di forme e di oggetti, fino a stimolare la visione di intere
scene e di esperienza passate.