Vitamina D e cuore

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  2. La visita
  3. Vitamina D e cuore
  4. La vitamina A
  5. Le vitamine B
  6. La vitamina B12
  7. La vitamina C
  8. I folati
  9. Calcio e Vitamina D
  10. Calcio e fosforo
  11. Paratormone

 

La vitamina D è presente in alcuni alimenti come latte e uova ma, la maggior parte di questa sostanza, il nostro organismo è in grado di sintetizzarla da solo a partire dai raggi solari grazie alla pelle. Secondo gli esperti sono sufficienti 20 minuti al giorno di esposizione alla luce del sole per garantire il giusto apporto di questa vitamina al nostro corpo. In estate, scegliendo le ore giuste della giornata in cui esporci, possiamo accumularne un po' dato che la vitamina D è liposolubile e il nostro organismo è in grado di metterla da parte per poi utilizzarla nei periodi in cui non è possibile sintetizzarla al meglio (ad esempio durante la stagione invernale, se viviamo in paesi nordici o stiamo sempre chiusi in ufficio).Le azioni della vitamina D sono da attribuire al suo metabolita attivo, ossia l’1,25-diidrossicolecalciferolo [1,25(OH)2D3] o calcitriolo, che viene prodotto attraverso una serie di passaggi enzimatici a partire dal colecalciferolo o vitamina D3. Il calcitriolo prodotto principalmente nel rene agisce come un ormone steroideo, legandosi ad un recettore specifico VDR presente in molte cellule:
- del tratto gastrointestinale
-renale
-cardiovascolare
-esocrino
-riproduttore
-immune
-respiratorio
-muscoloscheletrico
-epidermide
-SNC
-tessuto connettivo
La scoperta che le cellule della maggioranza dei tessuti posseggono un recettore per la vit. D e che gran parte di esse può convertire la 25-idrossivitamina D (calcifediolo) circolante, nelle forma attiva, 1-25 diidrossivitamina D (calcitriolo), ha fornito nuove acquisizioni per conoscere meglio l'attività di questa vitamina.

Tessuti e Funzioni Influenzati dal Sistema Endocrino della Vitamina D

Tessuto muscolare
Crescita e differenziazione cellulare
Funzione immunitaria
Secrezione insulinica
Progressione dell’osteoartrosi
Sistema cardiovascolare
Tessuto nervoso
Altro
Recentemente è stato dimostrato che la carenza di vit D è associata ad:
Obesità, Intollerenza glucidica, S. Metabolica, Ipertensione arteriosa, Dislipidemia, Patologia cardiovascolare
Il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari è più elevato in aree a maggior latitudine geografica e durante i mesi invernali in associazioni a livelli più bassi di 25 OH D.

PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI  E CARENZA DI VIT D

Ipertensione, Dislipidemia, Ipertrofia ventricolare sinistra, Infarto, aterosclerosi, Ictus ischemico
STATO DEFICITARIO DI VIT D : < 20 ng/ml - < 50 nmol/L
DEFICIT RELATIVO: DA 50 A 75 nmol/L
STATO SUFFICIENTE: > 75 nmol/L
Di grande interesse è il suo ruolo nel ridurre il rischio della maggioranza delle malattie croniche, incluso il cancro, delle malattie autoimmunitarie, delle malattie infettive e delle malattie cardiovascolari. Oggi sappiamo che la deficienza di vitamina D nell'adulto può precipitare o aggravare l'osteopenia e l'osteoporosi, tanto da aumentare il rischio di fratture.
Cuore sole e vitamina D

Status D vitaminico e apparato circolatorio, studi clinici
- 25 hydroxyvitamin D, IGF-1 and metabolic syndrome at 45 years of age: a cross sectional study in the 1958 British Birth Cohort. Diabetes 2008 Feb 57(2) 298-305.
I livelli sierici di 25 (OH) D sono inversamente associati alla sindrome metabolica. La prevalenza della sindrome metabolica è minore quando entrambi i valori di 25 (OH) D e di IGF-1 sono elevati.
- Effect of vitamin D deficiency and replacement on endothelial function in asymptomatic subjects. J Clin Endo Metab 2009.
25 (OH) D deficiency is associated with endothelial dysfunction and increased lipid peroxidation. Hypoviaminosis D associated endothelial dysfunction may predispose to higher rates of cardiovascular disease.

-Simvastatin does not affect vitamin D status, but low vitamin D levels are associated with dyslipidemia: Results form a randomised controlled trial. Int J End 2010.
These findings do not support a pharmacologic effect of statins on vitamin D status, but do suggest that vitamin D may influence plasma lipid profile and thus be of importance to cardiovascular health.

Vit D – infiammazione – colesterolo e terapia con statine

E’ noto che si possa soffrire di un evento coronarico nonostante bassi livelli di colesterolo, rientranti nei valori auspicati dalle linee guida. In uno studio osservazionale su pazienti ospedalizzati per infarto del miocardio i valori di colesterolo erano:  50% < 100 mg/ml;  17,6 % < 70 mg/ml. Alcuni pz avevano valori di 20 mg/ml - Am Heart J 2009;157:111-7
Uno studio recente ha mostrato che il trattamento con atorvastatina aumenta i livelli sierici di 25 (OH)D in pazienti con recente evento coronarico acuto. La dimostrazione che le statine sono associatre ad aumento della massa ossea ed un ridotto numero di fratture, ha portato all'ipotesi che le statine potrebbe attivare il recettore della vitamina D (VDR) o ridurre la inattivazione della stessa Vit D. Am J Cardiol 2007; 99:903-5
-25 Hydroxyvitamin D deficiency is independently associated with cardiovascular disease in the Third National Health and Nutrition Examination Survey. Atherosclerosis. 2009 205 (1) 255-260. Forte correlazione indipendente tra carenza di 25 (OH) e prevalenza di CVD in un campione di grandi dimensioni.
-Vitamin D, race and cardiovascular mortality: findings from a national US sample. Ann Fam Med 2010 Jan-Feb 8(1) 11-18.
I differenti valori rilevati tra popolazione bianca e nera* nei livelli di 25 (OH) D può contribuire a spiegare la maggiore mortalità dei neri per patologie cardiovascolari. Bassi livelli di 25 OH D sono associati a valori piu' alti di pressione arteriosa.  NHANES-III  Am J Hypertens 2007; 20:713-9
- La vitamina D esercita un'azione regolatrice negativa sul sistema renina -angiotensina-aldosterone. J Clin Invest 2002; 110:229-38
IN DUE TRIALS RANDOMIZZATI PER STUDIARE GLI EFFETTI DELLA SUPPLEMENTAZIONE CON VIT D SI E’ RAGGIUNTA UNA SIGNIFICATIVA RIDUZIONE DELLA PRESSIONE SISTOLICA. 
J Clin Invest 2002; 110:229-38
La popolazione nera generalmente registra valori piu’ bassi di 25(OH)D rispetto a quella bianca determinata dalla filtrazione dei raggi UVB a livello della melanina

Azione sui miocardiociti

- Specifico effetto modulatorio dell’attività immunitaria
-Regola il metabolismo intracellulare del ferro
-Ha un effetto regolatorio sui fisiologici processi cellulari durante stress ossidativo e/o ischemia
-Controlla la sintesi del tessuto collagene
-Controlla l’azione del sistema renina- angiotensina e delle metalloproteasi controregolando i principali meccanismi fisiopatologici attraverso i quali si sviluppa l’ipertrofia miocardica
-Esercita un’azione diretta sulla funzione miocardica sistolica e diastolica controllando sia lo sviluppo della pressione miocardica attraverso una riduzione della frequenza di contrazione che- garantisce un migliore accorciamento delle miofibrille, sia riducendo la frequenza di rilasciamento attraverso l’inibizione dei processi di sequestro di calcio nel reticolo sarcoplasmatico e/o la regolazione dell’espressione della proteina legante il calcio vitamina D-dipendente.

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Tutte queste funzioni a livello cardiaco vengono attivate dall’interazione tra la vitamina D e due recettori, un primo localizzato nel nucleo cellulare in grado di stimolare direttamente la trascrizione di geni e la sintesi proteica (meccanismo genomico), un secondo che appartiene alla famiglia dei recettori per gli steroidi, situato a livello dei tubuli T dei cardiomiociti, che esercita le sue azioni attraverso le vie metaboliche intracellulari innescate dalla proteinchinasi C, l’inositolo trifosfato e l’acido arachidonico (meccanismo non genomico). È stato inoltre documentato che è proprio il deficit di vitamina D di per sé e non una risposta patologica all’ipocalcemia (condizione che inevitabilmente accompagna la deplezione di vitamina D) ad alterare le funzioni delle cellule miocardiche. Evidenze sperimentali hanno chiaramente dimostrato che la normalizzazione della calcemia non produce miglioramenti della funzione delle cellule miocardiche in presenza di un persistente stato di ipovitaminosi D- È stato inoltre documentato che è proprio il deficit di vitamina D di per sé e non una risposta patologica all’ipocalcemia (condizione che inevitabilmente accompagna la deplezione di vitamina D) ad alterare le funzioni delle cellule miocardiche. La funzione cardiaca è strettamente dipendente dai livelli di vitamina D disponibili nell’organismo per cui una carenza di vitamina D può essere responsabile di disfunzione miocardica e, conseguentemente, di eventi cardiovascolari avversi. Un meccanismo che spiega il rapporto tra deficit di vitamina D e malattie CV è che il deficit cronico di vitamina D provoca iperparatiroidismo secondario,
L’aumento di PTH determina a sua volta:

(1) un aumento di resistenza all’insulina e disfunzione delle cellule pancreatiche, che predispongono alla sindrome metabolica e al diabete,
(2) attivazione del sistema renina-angiotensina,
con aumento della pressione arteriosa e ipertrofia ventricolare sinistra
(3) stimolazione dell’infiammazione sistemica a livello vascolare, che aumenta l'aterogenesi.

Recentemente, altri studi sperimentali suggeriscono che il deficit di 25(OH)D risulta correlato alla formazione di cellule schiumose ed al processo di uptake del colesterolo da parte dei macrofagi. Un ulteriore recente meccanismo proposto è che alti valori di 25(OH)D sono associati ad un aumento delle HDL

IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO

Nella insufficienza renale cronica il rene perde la capacità di convertitr la vitamina D nella sua forma attiva riducendo cosi la capacità del rene di eliminare il fosforo. La iperfosforemia determina la formazione di sali di fosfato di calcio che si depositano nei tessut molli e nella parete dei vasi favorendo l'irrigimento della parere e la riduzione del lume vasale. Uno studio dell'Institute Intermountain Medical Center di Salt Lake City (Utah) suggerisce che la vitamina D contribuisce ad avere un cuore forte e sano, e che inadeguati livelli possono far significativamente aumentare il rischio di ictus e malattie cardiache.  Per più di un anno i ricercatori hanno osservato oltre 40000 pazienti di 50 anni o più, con nessuna precedente storia di malattie cardiovascolari.  I pazienti sono stati divisi in tre gruppi in base ai loro livelli di vitamina D: normale, basso o molto basso. Lo studio ha dimostrato che nei pazienti con livelli molto bassi di 25(OH)D, rispetto a pazienti con livelli normali di 25(OH)D, aumentava:
-la probabilità di morte per infarto del 77%,
-le probabilità di sviluppare malattie coronariche del 45%,
-le probabilità di avere un ictus del 78%.
-la probabilità di sviluppare un’insufficienza cardiaca del 100%.

EVIDENZE SCIENTIFICHE IN TEMA DI VITAMINA D
IN VOLONTARI SANI LA SUPPLEMENTAZIONE DI VIT D3 (4000 UI/die HA AUMENTATO IL NUMERO DELLE CELLULE PROGENITRICI ENDOTELIALI MIELOIDI CIRCOLANTI CHE PROMUOVONO LA RIGENERAZIONE CELLULARE.
LA SUPPLEMENTAZIONE DI VIT D3 NEI TOPI HA AUMENTATO IL NUMERO DELLE CELLULE PRO-ANGIOGENICHE ED HA ACCELLERATO IL PROCESSO DI RIENDOTELIZZAZIONE DOPO DANNO CAROTIDEO.
NEL MODELLO SPERIMENTALE DI DIABETE INDOTTO DALLA STREPTOZOCINA LA SUPPLEMENTAZIONE DI VIT D3 HA ACCELLERATO LA RIENDOTELIZZAZIONE DOPO DANNO CAROTIDEO E L’ANGIOGENESI POST-ISCHEMICA DA OCCLUSIONE DELL’ARTERIA FEMORALE.

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