La tiamina si trova in quasi tutti gli alimenti di origine animale o vegetale, benché in piccole quantità. Le concentrazioni più alte si riscontrano nei cereali e nel loro guscio, nel fegato, nel cuore, nei reni e nel tessuto magro della carne suina.
L'ebollizione prolungata distrugge la vitamina. L'arricchimento dell'alimentazione con la farina, il pane, i cereali e la pasta ha incrementato considerevolmente la quota di vitamina B1 assunta con la dieta.
Beri-beri, per carenza di tiamina
A livello intestinale, dopo la scissione del pirofosfato, si realizza l'assorbimento
del tiaminpirofosfato; la tiamina viene immagazzinata nei mitocondri epatici nella
forma biologicamente attiva di tiaminpirofosfato. Si dovrebbero assumere da 0,1
a 0,12 mg di tiamina/1000 kl; con una alimentazione normale si eliminano con le
urine da 50 a 250 pg di tiamina nelle 24 h. Importanza fisiologica.
La tiamina agisce nella forma di tiaminpirofosfato come coenzima di diverse decarbossilazioni
di a-chetoacidi e nella utilizzazione dei pentosi nel ciclo degli esosi monofosfato;
quest'ultima reazione coinvolge un enzima della gluco-neogenesi, la transchetolasi
tiamina pirofosfato-di-pendente. In caso di carenza di tiamina, questa via metabolica
è rallentata per la diminuita attività della transchetolasi, per cui la concentrazione
di pentosofosfato nei tessuti subisce un notevole incremento.
La classica carenza della vitamina dà luogo alla sindrome
del beri-beri. Essa può essere dovuta alle seguenti cause:
carenza alimentare: quando la base dell'alimentazione è costituita esclusivamente
dal riso brillato (la brillatura del riso determina la perdita della tiamina presente
nel frumento);
abuso cronico di alcool; carenza di vitamina come conseguenza di una alimentazione
insufficiente;
gravidanza (occasionalmente).
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I tessuti maggiormente interessati sono quelli che richiedono una grande quantità di glucosio (sistema nervoso, tratto gastro-intestinale, sistema cardiovascolare). I sintomi sono rappresentati dalla perdita di appetito, astenia, vomito, alterazione dello stato generale, disturbi nervosi periferici (con dolore lancinante e parestesie), disturbi mentali, atrofia muscolare ed a volte encefalopatia.
Nel beri-beri si somministrano 50 mg di tiamina per os due volte al giorno, che portano ad una restitutio lenta e generalmente incompleta.
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La biotina si trova soprattutto nel fegato, nei reni, nel tuorlo d'uovo e nel lievito
Il fabbisogno di biotina nell'essere umano è, come minimo, di 10 pg al giorno.
La biotina funge da coenzima
in molte reazioni di carbossilazione, per esempio nella sintesi di acidi grassi
e nella formazione di ossalacetato a partire dal piruvato. Ipovitaminosi. è un
problema davvero raro, poiché la flora batterica intestinale la sintetizza in
grande quantità.
La quota di biotina eliminata attraverso le feci di solito supera di 2-5
volte quella ingerita.
Per l'azione di farmaci che agiscono sulla flora intestinale, quali gli antibiotici, si può generare una carenza di biotina, con sintomi di carattere neurologico, affaticamento, perdita di appetito ed alterazioni elettroencefalografiche. In alcuni casi può comparire un'anemia.
L'acido pantotenico si trova in tutti gli alimenti di origine animale e vegetale (da qui il nome).
è particolarmente concentrato nel tuorlo d'uovo, nei reni, nel fegato e nel lievito. La forma biologicamente attiva dell'acido pantotenico è il coenzima A, che nella cellula si unisce all'ATP a formare cisterna.
Il fabbisogno giornaliero nell'adulto è di 10 mg ed è garantito
completamente da una alimentazione normale. Importanza fisiologica. L'estere del
coenzima A più importante per il metabolismo intermedio è l'acido acetico
attivato, cioè l'acetil-CoA.
E' un prodotto finale del metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e degli aminoacidi.
Mediante l'assemblaggio diretto dell'acetil-CoA all'ossalacetato si forma il citrato;
sotto questa forma i carboidrati, i lipidi e gli aminoacidi possono essere introdotti
nel ciclo del citrato (di Krebs), trasformandosi per ossidazione in C02 e in H20
e liberando energia.
Lingua a carta geografica
La riboflavina è presente in moltissimi alimenti. Il
latte, il fegato, i reni e la muscolatura cardiaca sono buone fonti di riboflavina.
Molte verdure la contengono in quantità sufficiente; i cereali la contengono in
minore quantità. La forma biologicamente attiva della riboflavina è il fosfato di
riboflavina.
La fosforilazione ha luogo nella mucosa intestinale ed è un requisito indispensabile per l'assorbimento della vitamina. Il fabbisogno minimo di riboflavina nell'adulto è di 0,1 mg/1000 kJ.
Durante la gravidanza e l'allattamento, il fabbisogno è incrementato. Importanza fisiologica.
La riboflavina è la base di due importanti coenzimi di flavoproteine trasportatrici di idrogeno, che catalizzano la desaminazione ossidativa (per esempio aminoacidoossidasi) e l'ossidazione di aldeidi ad acidi (per esempio xantinoossidasi). Ipovitaminosi.
La carenza isolata ed occasionale di riboflavina si manifesta con alterazioni caratteristiche delle labbra, fissurazioni delle commessure labiali (cheilosi), dermatite seborroica localizzata al volto ed una forma speciale di glossite (linguaa carta geografica) e vari disturbi funzionali ed organici oculari, che si manifestano in forma caratteristica in seguito ad una carenza importante di riboflavina.
Entro alcuni giorni dalla somministrazione giornaliera di 10-20 mg di vitamina
B2, si assiste alla scomparsa dei sintomi carenziali.
Pellagra, per carenza di niacina
La niacina (acido nicotinico) e la nicotinamide (acido nicotinaminico) agiscono nella medesima forma come vitamine. Presentazione e metabolismo.
Sono specialmente
ricchi di nicotinamide i lieviti, la carne magra, il fegato e le carni di volatili.
La tostatura del caffè determina la formazione di notevoli quantità di acido nicotinico.
Dato che l'organismo umano è in grado di sintetizzare nicotinamide a partire dal
triptofano, la pellagra si manifesta solo quando anche il metabolismo del triptofano
è alterato per una carenza di piridossina, o anche nel caso di una alimentazione
puramente a base di mais, nella quale la quantità di triptofano sia insufficiente,
benché anche nell'alcoolismo o in disturbi del riassorbimento per patologie intestinali
si possa instaurare la pellagra.
Dato che nella terapia della tubercolosi si utilizza l'idrazide dell'acido isonicotinico, un antagonista della piridossina (vedi oltre), nel caso di un trattamento prolungato ad alte dosi si può instaurare una sintomatologia molto simile a quella da carenza di piridossina. Per coprire il fabbisogno giornaliero di piridossina sono necessari 1,6 mg/1000 kJ.
Come primo sintomo
compare l'insonnia, il nervosismo, la depressione e l'apatia; lentamente si instaura
una demenza progressiva associata a disturbi della memoria e dei riflessi primari.
Tra i sintomi extrapiramidali si manifestano la rigidità ed il fenomeno della ruota
dentata. Le alterazioni degenerative a carico del midollo spinale conducono ad una
mielopatia con paraparesi spastica. A livello della cute, nelle zone esposte al
sole, si manifesta un eritema focale ben delimitato ed a livello della mucosa orale
una stomatite. Inoltre compaiono nausea e vomito; è tipica la diarrea liquida ed
emorragica.
Il lievito, il frumento ed il fegato sono molto ricchi di vitamina B6; a concentrazioni minori la si trova anche nel latte, nelle uova e nelle verdure verdi. La piridossina e il piridossale sono assorbiti e passano nel circolo sanguigno, dove vengono trasportati ai tessuti; in questa sede, mediante l'enzima ATP piridossalchinasi, vengono trasformati con una fosforilazione a piridos-salfosfato.
Per essere eliminato con le urine, il piridossale, per azione dell'aldeideossidasi, viene ossidato alla forma inattiva.
Il fabbisogno giornaliero per 100 g di proteine assunte è di 1,5-2 mg. Importanza fisiologica. Il piridossalfosfato è il coenzima del metabolismo degli aminoacidi, oltre a far parte essenziale della glucogenofosforilasi. Ipovitaminosi.
è molto rara; possono manifestarsi dermatite, disturbi della crescita, anemia ed alterazioni del SNC (atassia e paresi).
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