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La visita del paziente iperteso, i rischi celati dietro i sintomi

  1. GASTROEPATO
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  3. La visita del paziente iperteso, come affrontare il problema
  4. Ipertensione arteriosa e danno organo
 appunti del dott. Claudio Italiano

Mai trascura una elevata pressione arteriosa!


Anamnesi ed esame obiettivo

Come visitare un paziente iperteso? Quali parametri valutare?

Quali indagini richiedere? Ragioniamo insieme per capire, secondo le nuove Linee Guida ESC 2018, come si studia il paziente iperteso. 

Un'elevata pressione arteriosa va sempre curata: basti pensare al rischio di emorragia encefalica, all'ictus emorragico, alla cardiopatia ipertensiva ed al danno renale che sono la conseguenza del > danno d'organo in paziente iperteso!

La storia personale, familiare, fisiologica, "farmacologica" e remota del paziente sono un elemento cardine nella valutazione dello stesso.

I parametri da non dimenticare mai sono appresso esposti.
Punti indispensabili da verificare con l'anamnesi
Durata dell'ipertensione arteriosa e livello pressorio.


Ipertensione secondaria

Essa va ricercata nelle seguenti condizioni:
- Malattie renali familiari (rene policistico).
- Storia di malattia renale, infezioni del tratto urinario, ematuria, abuso di analgesici.
- Uso di contraccettivi orali, liquerizia, carbenoxolone, spray nasali, cocaina, amfetamine, steroidi, FANS, eritropoietina, ciclosporina.
- Sudorazione, cefalea, ansia, cardiopalmo (pensare all'ipotesi di lavoro del feocromocitoma).
- Debolezza muscolare e tetania (pensare all'ipotesi di lavoro dell'iperaldosteronismo).
- Sintomi suggestivi di distiroidismo.
 

Per approfondire il tema "ipertensione arteriosa"

L'ipertensione arteriosa

Linee guida ESH ESC per ipertensione arteriosa

La cardiopatia ipertrofica

Ipertensione, quando, come e perchè curare

Le complicanze nel paziente con ipertensione arteriosa

L'ipertensione arteriosa: la cura farmacologica 

 Nuova cura dell'ipertensione oggi

Fattori di rischio nel paziente iperteso da correggere

Il paziente con la pressione elevata presenta dei fattori di rischio che vanno corretti.

- Storia familiare e personale di ipertensione arteriosa ed eventi cardiovascolari.
- Storia familiare e personale di dislipidemia e diabete mellito (trattamenti, glicemia e poliuria).
- Fumo
- Abitudini dietetiche.
- Obesità
- Inattività fisica
- Russamento (pensare all'ipotesi di lavoro delle apnee notturne).
- Basso peso alla nascita.

Sintomi di danno d'organo e malattie cardiovascolari

Il medico indaga se apprezza dei sintomi relativi a patologie di danno d'organo, in particolare apprezza i seguenti sintomi:

- SNC: cefalea, vertigini, disturbi del visus, TIA, deficit sensitivo e/o motorio, stroke, rivascolarizzazione carotidea, infarto miocardico, rivascolarizzazione, sincope, aritmie (FA).
- Cuore: cardiopalmo, dispnea, angor, edemi declivi.
- Rene: sete, poliuria, nicturia, ematuria.
- Arterie periferiche: arti freddi, claudicato intermittens, distanza percorsa senza dolore, rivascolarizzazione periferica.
- Russamento, broncopatia cronica, apnea notturna
- Disfunzione cognitiva

Gestione dell'ipertensione arteriosa

A questo punto il medico che ha in cura il paziente iperteso, controlla i valori della pressione arteriosa nel tempo, al mattino, nel pomeriggio, della notte e rimodula la terapia. Per esempio può accadere, nelle pratica clinica, che un paziente abbia pressione elevata di sera e nei range al mattino, quando magari avrà assunto la terapia antipertensiva, rimanendo viceversa "scoperto" dalle cure nel tardo pomeriggio o la notte, come accadeva al sottoscritto webmaster. In questi casi, va rivisto la cura ed inserito un ulteriore farmaco.

 In altri casi ancora, in estate, va ridotta la cura, controllato il sodio ematico, per esempio se il paziente assume furosemide e ridotto il risparmiatore di potassio od eliminato se il potassio ematico si impenna, per esempio nel paziente con insufficienza renale cronica.

- Terapie precedenti ed in atto, controllo pressorio raggiunto.
- Livello di aderenza e persistenza in terapia.
- Efficacia e sicurezza dei trattamenti.

Esame obiettivo dell'iperteso

Per quanto attiene l'esame obiettivo, invece, è cruciale fare molta attenzione ai segni suggestivi di ipertensione secondaria e/o di danno d'organo.


Altrettanto rilevante, poi, è la valutazione del peso corporeo e del suo eccesso, soprattutto se a disposizione centrale, misurando sempre sia l'indice di massa corporea che la circonferenza addominale . Quest'ultima, in dettaglio, viene identificata come marcatore di adiposità viscerale.

L'indice di massa corporea, invece, viene indicato come marcatore generico di obesità o sovrappeso.
Calcolo del peso corporeo ed altezza.
Calcolo dell'indice di massa corporei (Kg/m2): sovrappeso maggiore 25 Kg/m2, obesità maggiore a 30 Kg/m2.
Valutazione della circonferenza dell'addome con il paziente in piedi, a livello di una linea ideale a metà Ira ultima costa e spina iliaca anteriore.

Obesità centrale: girovita >102 cm (M), > 88 cm (F).
 
La valutazione della frequenza cardiaca, come già accennato, è parte integrante della misurazione pressoria. Tale misurazione, in particolare, consente sia di avere un parametro che, comunque, può partecipare al rischio cardiovascolare, sia di registrare un segno potenzialmente indicativo di ipertensione secondaria sia, infine, di svelare tempestivamente un eventuale fibrillazione atriale asintomatica.
 
Test di laboratorio e strumentali da richiedere al paziente iperteso
Tali test si suddividono in un primo (test di routine) ed un secondo livello (test addizionali, la cui esecuzione è indirizzata dall'anamnesi, dall'esame fisico, dal risultato degli altri test diagnostici).

Esami di laboratorio e strumentali

Il medico nutrizionista o lo specialista di medicina interna richiede delle indagini bioumorali e strumentali di primo livello

Routine
Emoglobina o ematocrito
Glicemia a digiuno
Colesterolemia totale, colesterolemia LDL ed HDL
Trigliceridemia a digiuno
TSH, ormoni tiroidei
Uricemia
Potassiemia e sodiemia
Creatininemia seguita dal calcolo del volume del filtrato glomerulare mediante formule:
Modìfication of Diet in Renai Disease' (MDRD) abbreviata,
Cockcroft-Gault,
Chronic Kidney Disease EPIdemiology Collaboration (CKD-EPI).
Esame delle urine:
microscopia,
valutazione della proteinuria mediante dipstick, microalbuminuria.
ECG standard in 12 derivazioni.

Altre indagini strumentali addizionali
Emoglobina A1c [se la glicemia a digiuno è >5.6 mmol/L (>102 mg/dL) se il paziente è noto per essere un diabetico]
Proteinuria quantitativa (se il dipstick test è positivo)
Potassiuria e sodiuria nelle 24 ore
ABPM
HBPM
Ecocardiogramma
ECG secondo Holter (nel caso del rilievo di aritmie)
Ultrasonografia carotidea
Ultrasonografia delle arterie periferiche ed addominali
Studio della velocità di conduzione dell'onda di polso Indice caviglia-braccio
Fundus Oculi

vedi anche l'indice della visita del paziente