AGENTI INFETTIVI NELL'UOMO
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Nell'uomo, la maggior parte delle malattie prevenibili e curabili è causata da agenti
infettivi. Tra essi i virus meritano un ruolo a parte.
Nel nostro sito web abbiamo voluto trattare in particolare di tutte le patologie
determinate da differenti agenti infettivi, ma ci sembrava giusto inquadrare il
problema dell’infezione dell’organismo, tracciando delle linee generali per meglio
far comprendere al popolo dei navigatori le problematiche connesse con l’interazione
agenti infettivo-organismo umano. Infatti, lo studio della microbiologia si
è evoluto nel tempo e nuove patologie infettive hanno attratto l’attenzione dei
ricercatori. Per esempio, nei primi del novecento e fine ottocento, dove la
sifilide e la
tubercolosi rappresentavano le infezioni
per eccellenza da temere per le scarse conoscenze terapeutiche dell’epoca, oggi
è la sindrome da immuno-deficienza acquisita
(acquired immunodeficiency syndrome, AIDS),
che costituisce la principale sfida dell’infettivologo, data dalla necessità di
eradicare queste forme. Seguono poi anche i più banali ma per nulla meno importanti
infezioni da virus influenzali, responsabili di complicanze
temibili per l’uomo e causa di notevole dispendio delle risorse economiche e della
spesa per la sanità pubblica, non fosse altro se non per una notevole capacità di
mutazione dei virus influenzali stessi, problematica questa che determina cambiamenti
significativi nella struttura degli antigeni di superficie. Alcuni virus, dopo la
lisi della cellula ospite, possono diventare vettori di antigeni cellulari: questo
fenomeno rappresenta un altro meccanismo di elusione delle difese dell'ospite.
Altri, come l'HIV, determinano una grave disfunzione del sistema immunitario e quindi
paralizzano le difese dell'ospite.
Schema semplificato di infezione da HIV nella cellula CD4 + (linfocita helper).
A destra il virus penetra tramite il recettore gp 120, si dipana la sua molecola
di rna virale che ad opera della rna trascriptasi inversa si trasforma in un
frammento di DNA che si integra nel DNA cellula. Da qui la reduplicazione delle
proteine virali e l'assemblaggio dei virioni che fuoriescono dalla parte sinistra
della cellula per riprendere il ciclo reduplicativo in altri CD4.
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VIRUS
I virus determinano un'ampia gamma di quadri morbosi: sono patogeni dotati di un
filamento di DNA o RNA (raramente di entrambi) posto all'interno di un nucleocapside
proteico, che a sua volta può essere ricoperto da un involucro (envelope)
composto da glicoproteine e lipidi. Essi possono essere rappresentati come un CD
che contiene un programma di computer al suo interno, per cui può funzionare solo
se inserito nel lettore CD del computer. Una volta penetrato nella cellula (che
idealmente rappresenta il nostro personal computer dell'esempio), il virus riproduce
il programma di sé stesso, ottenendosi altre copie di questo virus che ha infettato
la cellula. Altre volte, il fatto che il virus sia penetrato dentro la cellula,
può causare la trasformazione neoplastica della stessa, in quanto la cellula, nel
suo nucleo, la dove dovrebbe contenere il proprio materiale genetico, contiene invece
dei geni estranei a sé stessa, quelli appunto del virus che la ha infettata e, per
così dire, il programma virala estraneo è responsabile della sua trasformazione
oncogena. Ciò accade, per esempio nel caso del
cancro del fegato, a seguito dell'infezione
da virus dell'epatite B. I geni virali, cioè il
materiale che proviene dal filamento di DNA o RNA, una volta inseriti nel nucleo
della cellula ospite, possono codificare solo un numero limitato di proteine;
inoltre, i virus, non possedendo organuli cellulari propri, sono completamente dipendenti
dalla cellula ospite per la sintesi proteica e la replicazione: perciò sono dei
parassiti intracellulari obbligati, inoltre, alcuni virus dipendono da altre specie
virali per poter provocare infezioni: per esempio, l'agente dell'epatite delta provoca
la malattia solo in presenza del virus dell'epatite B. Tutti i virus si legano a
recettori della cellula ospite, penetrando al suo interno attraverso meccanismi
quali endocitosi recettore-mediata, fusione o pinocitosi. Una volta penetrato all’interno,
il virus perde il rivestimento dell'acido nucleico e sfrutta le strutture della
cellula ospite per riprodursi (infezione produttiva) o per stabilizzarsi all'interno
di essa (infezione latente, stato di portatore sano). Alcuni virus, come quello
dell'influenza, determinano fa malattia mediante lisi delle cellule infettate. Altri,
come il virus dell'epatite B, inducono una risposta immunitaria
da parte dell'ospite, che fa parte del quadro di malattia. Altri ancora, come il
virus della leucemia umana T di tipo I, inducono fa trasformazione
neoplastica delle cellule infettate.
I virus hanno sviluppato diversi meccanismi per aggirare le difese messe in atto
dall'ospite: per esempio, moltiplicandosi dentro le cellule, possono evitare gli
anticorpi neutralizzanti e l’azione di altre difese cellulo-mediate. Alcuni virus
possono aggiungere le cellule non infettate mediante ponti intercellulari: altri,
in particolare gli herpesvirus e il virus
dell'immunodeficienza umana acquisita si possono integrare dentro le celule e persistere
senza moltiplicarsi. I virus influenzali, invece, possono modificare il loro patrimonio
antigenico e sfuggire agli anticorpi di volta in volta prodotti dall’organismo.
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