Indicazione: prelievo di sangue, iniezione endovena, applicazione di cannula permanente.
Punto d'entrata: piega del gomito, avambraccio, dorso della mano, vena giugulare
esterna (spesso l'unico punto periferico nello shock cardiogeno), dorso del piede
(ultima ratio a causa dell'alto pericolo di tromboflebite).
Esecuzione (in generale)
-Abbassare il braccio quanto più possibile
- Stringere il laccio emostatico in direzione prossimale rispetto al punto d'iniezione
in modo da potere tastare ancora bene i polsi periferici
- La vena "migliore" non è quella che si vede meglio, bensì quella che al tatto
sembra un tubo di gomma
- Mediante percussione e strofinamento del braccio, come anche facendo ripetutamente
chiudere la mano a pugno, si favorisce il riempimento della vena
- Con vene di calibro molto piccolo, avvolgere prima il braccio in un panno caldo
e/o spruzzare la vena con nitroglicerina spray
- Tendere la pelle se le vene si spostano (per es. prendere saldamente l'avambraccio
dalla parte dorsale oppure tenere ferma la pelle tirando con il pollice in direzione
distale rispetto al punto d'iniezione) e possibilmente scegliere la confluenza di
vene a forma di Y rovesciata
- Quando si pratica la puntura, l'apertura dell'ago va rivolta verso l'alto
- Una puntura ad angolo retto è meno dolorosa, ma può spesso trapassare la parete
venosa posteriore ("scoppio" della vena).
Avvertenza: abituarsi a lavorare "con una mano", affinché l'altra mano possa portare
il braccio nella posizione corretta, impedendo così una dislocazione dopo una puntura
eseguita in modo esatto
- nei casi in cui si preveda la ripetuta applicazione di cannule permanenti, scegliere
siti d'iniezione possibilmente in posizione distale, per es., partendo dal dorso
della mano, di modo che in caso di trombosi venosa si disponga di un maggior numero
di punti per l'iniezione
- per un'esecuzione più precisa della puntura, il pollice va posto sul tappo trasparente
del dispositivo per la raccolta del sangue e l'indice sulla parte anteriore, davanti
alla valvola colorata
- con la mano sinistra tendere la pelle (vedere sopra) e inserire l'ago tangenzialmente
sopra la vena oppure accanto alla vena (evita lo "scoppio" della vena quando la
cute è dura)
- dopo puntura della vena eseguita in modo esatto (il sangue scorre nel tappo del
dispositivo per la raccolta del sangue), sollevare leggermente la punta della cannula
e spingere in avanti per circa 5 mm parallelamente al canale venoso
- quindi estrarre con una mano (!) l'ago d'acciaio: con l'unghia dell'indice si
blocca la parte in plastica posta sulla valvola dalla direzione distale; con il
pollice e il medio posti lateralmente a sinistra e a destra dell'apposita piastra
per la presa si tira indietro l'ago d'acciaio di circa 2 mm
- mantenere la posizione della mano e spingere il dispositivo in avanti, possibilmente
parallelamente al tracciato venoso, poi (dopo aver tolto il laccio) fissare sulla
cute con un cerotto
- comprimendo la vena nella zona dove si suppone la presenza della punta della cannula,
togliere l'ago in acciaio e collegare il sistema per l'infusione.
Tecnica adottata per il cateterismo di vene ed arterie.
Grazie all'uso di cannule più sottili, risulta meno traumatizzante, e quindi con minori complicanze rispetto alla tecnica convenzionale.
Tecnica
Seldinger:
1 Puntura del vaso con l'apposito ago
2 Inserimento nel vaso del filo guida attraverso l'ago già applicato
3 Togliere l'ago e lasciare il filo guida
4 Introdurre nel vaso il catetere attraverso il filo guida inserito. Il passaggio
è facilitato se il foro di entrata è stato prima allargato attraverso movimenti
rotatori del catetere. Togliere quindi il filo guida, fissando il catetere vasale
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