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Il trauma cranico, come inquadrare il paziente traumatizzato

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Il trauma cranico, di che cosa parliamo?

Il trauma cranico rappresenta, per frequenza e per impiego di risorse uno dei maggiori problemi del PS, prima causa di morte, secondo ISTAT in età fra 15 e 44 aa.  I casi in Italia i pazienti in coma sono circa 20-25 casi su 100.000, causa comune dei paesi industrializzati; in Italia abbiamo 250/ricoveri su 100.000 abitanti per anni , con 17 decessi ogni 100 mila abitanti

Si definisce trauma cranico una condizione in cui vi sono lesioni che coinvolgono il cervello e la scatola cranica ma anche i suoi tessuti di rivestimento, per es. il cuoi capelluto, la cute e sottocute, la galea capitis ed i muscoli pellicciai del capo. Il trauma si definisce "cranio-encefalico" se coinvolge il cervello ed i suoi contenuti di rivestimento e può essere anche "chiuso", se la cute ed i tessuti sono coinvolti ma l'encefalo non è in comunicazione con l'esterno; si definisce "aperto" se la dura madre, una delle meningi che contengono l'encefalo, risulta lacerata ed il parenchima cerebrale è in comunicazione con l'ambiente esterno, potendo protrudere dalla frattura cranica.

Per approfondire il tema, cfr anche:

segni neurologici  traumatizzato cranico

emorragie cerebrali

emorragie subaracnoidee

Forze che causano traumatismo

Il capo può subire traumatismo  per cause svariate:

- incidenti sportivi e sul lavoro o per la strada

-cadute con impatto

- aggressioni

- proiettili che colpiscono il cranio

Si ha un trauma se:

a) esiste una collisione tra il cranio ed un oggetto solido contundente ad una apprezzabile velocità, per es. un colpo di bastone in testa;
b) il cervello subisce rapido spostamento, per es. un automobilista sfreccia a 100 orari e poi la macchina si schianta contro un muro: anche se il conducente non subisce apparenti lesioni, il suo cervello decelera improvvisamente e subisce lesioni interne
c) meccanismo statico, per es per compressione della scatola cranica
 

Possiamo distinguere due tipi di danno: primario e secondario.

E' possibile avere un danno "primario" cioè il danno diretto da impatto traumatico che può causare a sua volta:

a) lacerazione del cuoi capelluto
b) frattura della scatola cranica con o senza ematoma extradurale, cioè ematoma al di fuori della dura madre
c) lesioni vascolari acute
d) focolai lacero-contusivi
e) rottura delle vene ponte con ematoma sottodurale
f) danno assonale diffuso
 

Il danno secondario si definisce come il danno provocato da eventi successivi al trauma, per esempio crisi ipotensive, perdita della regolazione del flusso cerebrale con  edema dei tessuti, aree ischemiche encefaliche, ipertermia ed iperglicemia.

Gravità del trauma

Come fa il medico per Pronto Soccorso a stabilire la gravità del trauma cranico?

Egli controlla i segni:

Definisce un trauma cranico "lieve" se la perdita di coscienza di 30 minuti ed il Glasgow Coma scale è di 13-15.

Definisce un trauma cranico "moderato" se la perdita di coscienza è maggiore di 30 minuti; in questo caso il Glasgow Coma scale è di 9-13, il paziente è confuso ed ha una amnesia di almeno 24 ore o più; può presentare ematomi nel 10% dei casi e c'è rischio di exitus fino all 25% dei casi

Definisce il trauma cranico "grave" se la perdita di coscienza è prolungata, se vi sono convulsioni, perdita dell'equilibrio, difficoltà nella coordinazione. Il Glasgow Coma scale è inferiore ad 8 punti, gli ematomi presenti nel 60% dei casi e la mortalità si implementa fino al 30% dei casi.

Segni di traumatismo

Il paziente presenta cefalea, disturbo di equilibrio, vertigine, nausea, sensazione di "annebbiamento", confusione, problemi di udito, irraitabilità emotiva e labilità. Il paziente traumatizzato viene valutato secondo il Glasgow Coma Scale per:

a) apertura occhi
b) Risposta ai movimenti
c) Risposta verbale
 

Si può avere ipertensione endocranica, cioè i tessuti edematosi dell'encefalo possono determinare pressione nella scatola cranica superiore a 15 mmHg, contro i valori normali di 10-15 mmHg. Gli aumenti di pressione sono localizzati in determinate sedi encefaliche col rischio che le strutture encefaliche erniano.

Le ernie endocraniche si dividono in laterali e mediane

L'ernia tentoriale laterale è costituita dall'ernia del lobo temporale al di fuori della fossa cranica media lungo il margine libero del tentorio con compromissione del III nervo cranico e del mesencefalo.

L'ernia tentoriale mediana è causata dallo spostamento in basso del diencefalo a comprimere il mesencefalo.

Nel caso dell'ernia tentoriale laterale la sintomatologia è rappresentata da:

- midriasi monolaterale per compressione del III paio di nervi encefalici
- emiparesi controlaterale per interessamento delle vie motorie
- disturbo di coscienza per compressione della sostanza reticolare
 

altri problematiche sono rappresentate da:

- Fratture craniche lineare o semplici, oppure pluriframmentarie
- Ematoma extradurale
- Ematoma subdurale acuto e cronico
- Contusioni cerebrali
 

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