La facile stancabilità per insufficienza cardiaca, la rigidità articolare, la riduzione della massa muscolare, i disturbi del metabolismo, la stasi viscerale e vascolare, il risentimento psicologico, le ulcere da pressione, la compressione di alcuni nervi periferici, sono tutti elementi facilmente riscontrabili nella sindrome da immobilizzazione e necessitano di un approccio specifico.
Esistono tre principali linee guida per il trattamentodei problemi connessi all'immobilizzazione:
1. la terapia è multifattoriale e focalizza i l trattamento
delle malattie, delle menomazioni e degli altri fattori
che influenzano la disabilità;
2. il paziente deve essere coinvolto attivamente, ove possibile,
nelle decisioni terapeutiche e le sue preferenze
devono guidare gli obbiettivi specifici della terapia;
3. la terapia deve mirare al recupero della funzione ed
al miglioramento della qualità della vita: il trattamento
delle malattie e delle menomazioni senza un
miglioramento complessivo delle attività del soggetto
non è vantaggioso e talora può risultare dannoso
per le complicanze iatrogene.
Momento fondamentale del trattamento della sindrome da immobilizzazione è la terapia riabilitativa che ha come scopo il ripristino delle funzioni e la prevenzione dell'aggravamento della disabilità.
Gli elementi principali della riabilitazione del paziente anziano sono pertanto: l'attenta valutazione delle capacità funzionali del soggetto, il perseguimento di obbiettivi realistici e non utopici, la prevenzione delle disabilità secondarie e delle complicanze della immobilizzazione, l'adattamento delle capacità funzionali residue verso l'ambiente e viceversa.
La riabilitazione non si identifica nell'anziano con la sola rieducazione funzionale, che ne rappresenta uno degli strumenti tecnici, ma interviene attivamente sull'individuo nella sua globalità, dovendosi considerare le componenti psicofisiche, funzionali e socio ambientali.
Alcuni autori distinguono in geriatria i termini di riabilitazione specifica ed aspecifica.
La prima, la riabilitazione specifica, è rivolta al soggetto anziano colpito dalla malattia disabilitante, al fine di recuperarlo al più alto livello di autonomia possibile.
Le patologie più frequenti
a cui ci si riferisce sono quelle abituali in medicina geriatrica:
- ictus cerebrale, postumi di fratture ossee,
malattia
di Parkinson, infarto acuto del miocardio e
scompenso
cardiaco cronico, BPCO.
Comprende le forme di riabilitazione intensiva o sub intensiva post acuzie ed è generalmente attuata in ambiente specialistico (reparti di riabilitazione e lungodegenza, istituti di riabilitazione).
La seconda, la riabilitazione aspecifica, si rivolge all'anziano che, in conseguenza di uno stato di malattia e della immobilità da essa indotta, vede ridursi la propria capacità fisica in misura tale da rendergli difficoltoso lo svolgimento delle abituali attività della vita quotidiana, con ripercussioni spesso negative sullo stato psico-cognitivo.
Quest'ultima comprende anche le forme di riabilitazione
estensiva e di mantenimento come prosecuzione
dei programmi intensivi ed è, generalmente, attuata
nelle strutture residenziali o al domicilio.
La riabilitazione si avvale principalmente di:
1. fisioterapia, comprendente esercizi per il range
dei movimenti (cinesiterapia attiva, attiva assistita
e passiva), esercizi di potenziamento muscolare,
esercizi propriocettivi, esercizi di coordinazione,
allenamento allo spostamento, esercizi di deambulazione
(con ausilio, con aiuto ed autonomia), massoterapia
ed esercizi di condizionamento generale
(combinazione dei precedenti);
2. la terapia strumentale, generalmente utilizzata a
scopo antalgico, antinfiammatorio e miorilassante
(ultrasuonoterapia, magnetoterapia, TENS "Transcutaneous
Electrical Nerve Stimulator = stimolazione
nervosa transcutanea", idroterapia, termo e
fototerapia), ma anche per il potenziamento muscolare
(elettrostimolazioni con correnti di Kotz);
3. terapia occupazionale, finalizzata ad incrementare
la capacità del paziente ad eseguire le attività di
base e strumentali, del suo vivere quotidiano, stimolando
l'utilizzo delle capacità residue anche attraverso
l'uso di ausili (utensili per la prensione, per
mangiare, per cucinare, calzature apposite, sostegni,
sponde, corrimani, sedili rialzati per la minzione defecazione, sedili per la
doccia etc.);
4. una valutazione continua dei progressi e la prevenzione
delle complicanze mediche e psicologiche
sono di importanza fondamentale per il processo riabilitativo
nell'anziano, il che conferma la necessita
di una stretta collaborazione tra gli operatori impegnati
nel trattamento di pazienti con sindrome da
immobilizzazione.