Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Cliccando su "Accetto" acconsenti all'uso dei cookie.

Sclerosi tuberosa

  1. Gastroepato
  2. Dermatologia
  3. Sclerosi tuberosa
  4. La dermatite da contatto
  5. La dermatite atopica: come curarla?
  6. Lupus eritematoso sistemico e malattie autoimmuni
  7. Eczema,  nel neonato e nell'adolescente

La sclerosi tuberosa è un disordine ereditario dei processi che presiedono allo sviluppo dei tessuti ectomesodermici e si manifesta clinicamente con lesioni cutanee, epilessia, ritardo mentale e tumori.

Epidemiologia

La malattia, riconosciuta come un'entità autonoma più di un secolo fa da Bourneville, si osserva in un individuo ogni 15-20000 nati vivi, è presente in tutto il mondo e in tutte le razze e non ha predilezione di sesso.

A 3 anni di vita, il 92% dei malati presente della macchie biancastre sulla pelle, l'87% ha già varie crisi epilettiche, il 71% presenta crisi convulsive con più di un episodio al mese, il 47% è ritardato mentalmente (nel 70% lieve o moderato e nel restante 30% grave o gravissimo), il 33% ha una placca zigrinata con papule ocra in rilievo localizzata sul retro del collo e, ancora più frequentemente, sul fondo della schiena, il 72% presenta già tutti i sintomi tipici dell'adenoma sebaceo di Pringle, con ghiandole tumorali benigne di colore rosso acceso, rossobrunastro o aranciorosaceo, disposte "a macchia di farfalla" sulla cartilagine nasale, sulla parte alta delle guance (creando una sorta di strisce che si irradiano fino ai bordi della faccia), sotto la bocca, attorno alle pieghe nasali, labiali e nel cuore delle guance.

Eziopatogenesi

La sclerosi tuberosa viene trasmessa in modo autosomico dominante, ma l'ereditarietà è evidente solo in un terzo circa dei soggetti colpiti, per cui si ritiene che molti casi siano dovuti a mutazioni spontanee. Il gene ha una penetranza variabile e, accanto a forme severe, esistono forme fruste che possono sfuggire all'osservazione. Sul piano patogenetico, l'iperplasia e l'ipertrofia delle cellule di derivazione ectodermica e mesodermica hanno fatto ipotizzare che, in un momento cruciale della vita embrionaria, venga a mancare un fattore ini bente la crescita o un fattore di differenziazione cellulare.

Clinica

I primi sintomi della malattia sono disordini convulsivi focalizzati o generalizzati che compaiono poco dopo la nascita e si associano a segni di ritardato sviluppo psicomotorio. Rare sono anomalie neurologiche focali come paraplegie, quadriplegie, emiplegie, difetti della visione o della parola. Col tempo la gravità del danno nervoso centrale diviene più evidente e può comportare uno stato di imbecillità o una vera demenza. Un tumore molto frequente, tra i più classici della sclerosi tuberosa, è l'angiomiolipoma renale:è un tumore in teoria benigno, ad evoluzione lenta ma inarrestabile, che interessa le ghiandole surrenali e può comparire a qualunque età, e di norma, dalla sua comparsa, è rara la sopravvivenza oltre i 15 anni di vita dall'origine delle cellule tumorali.

Adenomi sebacei di Pringle

Nel corso della sua vita, un malato di sclerosi tuberosa presenterà questa forma tumorale in almeno ottanta casi su cento. Non è da meno, infine, l'astrocitoma a cellule giganti:frequentissimo focolaio di epilessia e portatore di ipertensione intracranica, questo tumore prolifera in modo graduale e continuo, non essendo vulnerabile ad alcuna terapia. E' un tumore tipico della sclerosi tuberosa, infatti il 60% circa dei malati di astrocitoma a cellule giganti è affetto da sclerosi tuberosa. Possono inoltre manifestarsi: facomi retinici sotto forma di chiazze grigio-giallastre, uniche o multiple; rabdomiomi cardiaci; tumori benigni del rene, del fegato, della tiroide, del testicolo e cisti ossee. I segni cutanei consistono in alterazioni pigmentarie e in proliferazioni localizzate connettivali o angioconnettivali. Nell'85% dei soggetti con sclerosi tuberosa sono presenti fin dalla nascita macule ipopigmentate in numero variabile, da pochi elementi a diverse decine.

Hanno forma lanceolata, dimensioni comprese fra 3-4 millimetri e più centimetri e si localizzano sul tronco o sugli arti.  I limiti sono netti. Nel 90% dei pazienti dopo i 4 anni di età si manifestano inoltre, nell'area centrale del volto, i cosiddetti adenomi sebacei di Pringle.

Si tratta di molteplici elementi papulo-nodulari, rilevati sul piano cutaneo, di colorito rosa o rosso, che possono confluire. Altri segni cutanei sono le chiazze a pelle di zigrino, più spesso localizzate in sede lombosacrale, che si presentano come aree appena rilevate sul piano cutaneo, piane, a superfìcie liscia o a buccia di arancia, di dimensioni superiori al centimetro; e fibromi subungueali di Koenen che sono lesioni nodulari del letto ungueale che sollevano le lamine. Più raramente si osservano fibromi penduli al collo e in vicinanza delle grandi pieghe, macchie caffellatte e angiomi piani.

Diagnosi

Nell'adolescente, e quando la sintomatologia è completa, la diagnosi è agevole, diffìcile invece nei primi anni di vita e nelle forme fruste. E' allora importante ricercare i segni cutanei e in particolare le macule ipopigmentate, che possono essere differenziate dalla vitiligine per l'assenza di alone ipercromico, e dai nevi anemici per la normale risposta eritematosa allo sfregamento. Una radiografìa del cranio è utile per evidenziare le frequenti calcificazioni cerebrali, la tomografia assiale computerizzata per ricercare eventuali anomalie ventricolari e tumori. Verrà sempre eseguito l'elettroencefalogramma.
L'istologia degli adenomi sebacei di Pringle non rivela iperplasia delle ghiandole sebacee, ma solo un'iperplasia angioconnettivale; l'istologia delle chiazze a pelle di zigrino e dei fibromi subungueali evidenzia solo un addensamento localizzato del tessuto collagene.

Decorso

L'aspettativa di vita è notevolmente ridotta con morte del 30% dei soggetti colpiti entro il 5° anno di età e del 50-70% prima dell'età adulta. L'exitus è spesso una conseguenza dell'aggravamento dello stato epilettico, talora una conseguenza della comparsa di gliomi maligni cerebrali.

Terapia

La terapia è solo sintomatica e mira al controllo dello stato epilettico. I pazienti saranno periodicamente controllati per l'eventuale comparsa di tumori.

 

indice argomenti di dermatologia