appunti del dott. Claudio Italiano
Per rispondere ai numerosi amici che ci scrivono per sapere di che si tratta, ovvero
se c'è un rischio di inquinamento radioattivo da radon nelle loro case, riteniamo
che occorra stare calmi ed essere documentati:
Il radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore, estremamente
volatile e solubile nell'acqua.
E' un prodotto del decadimento radioattivo del radio, il quale, a sua volta, deriva dall'uranio. E' ubiquitario, ovvero ovunque presente sulla crosta terrestre; e pertanto esso rappresenta una sorgente permanente di gas radon. Il radon proviene principalmente dal terreno dove, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie. Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria è pertanto molto bassa.
L'unità di misura della concentrazione del radon è il Becquerel per metro cubo (Bq/m3). Il radon decade originando altri prodotti di decadimento: sono proprio questi isotopi radioattivi solidi, i cosiddetti "figli del radon", a costituire il pericolo maggiore per la nostra salute poiché vengono inalati con la respirazione e si depositano nei polmoni dove, decadendo a loro volta, emettono radiazioni che danneggiano il tessuto polmonare. Una curiosità: affinchè il radon determini il cancro, secondo studi pubblicati sul primo motore di ricerca globale, Pub Med, occorrono esposizioni al gas enormi, della durata di 5-30 anni ed a concentrazione > 77, o 100 bq/m3, come è stato dimostrato nei poveri minatori americani, che vivevano al chiuso per anni e sviluppano nel 15% dei casi un tumore del polmone, specie se erano fumatori. Vedi gli studi citati alla fine di questa pagina.
L'osservazione degli effetti dannosi del radon sulla salute si fa risalire al I° secolo A.C. Tito Lucrezio Caro nel suo scritto "De Rerum Natura" riporta di danni polmonari subiti dai minatori a causa di gas provenienti dal sottosuolo.
Ancora
nel XV° secolo, quando iniziò lo sfruttamento intensivo delle miniere, si cominciarono
ad avere le prime indicazioni di danni alla salute dei lavoratori. In particolare
le prime segnalazioni risalgono al XVI secolo da parte di Paracelsus e furono svolte
in miniere di argento in Sassonia e in Boemia. Anche Giulio Agricola, medico del
1500, nella sua pubblicazione "De re metallica" trattò i danni all'apparato respiratorio
dei minatori; una curiosità: secondo alcuni il radon sarebbe una possibile ipotesi
per spiegare scientificamente la Maledizione di Tutankhamon, anche se questa ipotesi
risulta essere estremamente improbabile e non avvalorata da alcun fondamento scientifico.
Infatti tutti i ricercatori che ebbero modo di avvicinare la tomba, morirono misteriosamente!
La principale sorgente di radon è il suolo; altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione e dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa, specie quelle vulcaniche o termali, come Vulcano. Talora sono impolicati i pozzi artesiani, Il problema, sia per la natura geologica del nostro territorio che per l'impiego di materiali da costruzione tipici dei nostri suoli (e, in alcuni casi, ricchi di uranio, come tufo e pozzolana da aree vulcaniche ricche di radon) tocca molto da vicino il nostro Paese. Un' Indagine Nazionale condotta sulle abitazioni italine alla fine degli anni '80 ha rilevato una concentrazione media di radon indoor pari a 77 Bq/m3 e dunque approssimativamente doppia rispetto a quella mondiale (valutata in 40 Bq/m3).
Negli edifici si accumula risalendo dal suolo, essendo contenuto negli scantinati, specie se non areati; secondo un meccanismo determinato dalla differenza di pressione tra l'edificio e l'ambiente circostante (il cosiddetto"effetto camino"), penetra attraverso tutte le aperture (giunture, cavità ed anche piccole crepe o fessure difficili da individuare). Misura: la ricerca ha elaborato diversi metodi validi per la misura del radon. Il più idoneo a misurare la concentrazione di radon in una abitazione è rappresentato dal posizionamento di dosimetri passivi. Dal radon è possibile difendersi in molti modi. Come sempre, il sistema migliore è la prevenzione, attuata mediante una progettazione edilizia antiradon nelle zone a rischio e mediante la scelta di materiali da costruzione a basso contenuto di radioattività. MA NON OCCORRE CREARE PANICO ED ALLARMISMI!
In sintesi ribadisce il concetto che solo un'esposizione prolungata in ambienti chiusi può determinare il cancro del polmone; qualche autore parla anche di leucemie.
Ma sicuramente l'esposizione deve continuare per 5-30 anni ed i dosaggi essere alti, nell'ordine di 100-300 bq/m3.
Cohort studies have consistently shown underground miners exposed to high levels of radon to be at excess risk of lung cancer, and extrapolations based on those results indicate that residential radon may be responsible for nearly 10-15% of all lung cancer deaths per year in the United States.
However, case-control studies of residential radon and lung cancer have provided ambiguous evidence of radon lung cancer risks. Regardless, alpha-particle emissions from the short-lived radioactive radon decay products can damage cellular DNA.
The possibility that a demonstrated lung carcinogen may be present in large numbers of homes raises a serious public health concern.
Thus, a systematic analysis of pooled data from all North American residential radon studies was undertaken to provide a more direct characterization of the public health risk posed by prolonged radon exposure. To evaluate the risk associated with prolonged residential radon exposure, a combined analysis of the primary data from seven large scale case-control studies of residential radon and lung cancer risk was conducted.
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The combined data set included a total of 4081 cases and 5281 controls, representing the largest aggregation of data on residential radon and lung cancer conducted to date. Residential radon concentrations were determined primarily by a-track detectors placed in the living areas of homes of the study subjects in order to obtain an integrated 1-yr average radon concentration in indoor air. Conditional likelihood regression was used to estimate the excess risk of lung cancer due to residential radon exposure, with adjustment for attained age, sex, study, smoking factors, residential mobility, and completeness of radon measurements.
Although the main analyses were based on the combined data set as a whole, we also considered subsets of the data considered to have more accurate radon dosimetry. This included a subset of the data involving 3662 cases and 4966 controls with a-track radon measurements within the exposure time window (ETW) 5-30 yr prior to the index date considered previously by Krewski et al. (2005).
Additional restrictions focused on subjects for which a greater proportion of the ETW was covered by measured rather than imputed radon concentrations, and on subjects who occupied at most two residences. The estimated odds ratio (OR) of lung cancer generally increased with radon concentration. The OR trend was consistent with linearity (p = .10), and the excess OR (EOR) was 0.10 per Bq/m3 with 95% confidence limits (-0.01, 0.26).
For the subset of the data considered previously by Krewski et al. (2005), the EOR
was 0.11 (0.00, 0.28). Further limiting subjects based on our criteria (residential
stability and completeness of radon monitoring) expected to improve radon dosimetry
led to increased estimates of the EOR. For example, for subjects who had resided
in only one or two houses in the 5-30 ETW and who had a-track radon measurements
for at least 20 yr of this 25-yr period, the EOR was 0.18 (0.02, 0.43) per 100 Bq/m3.
Both estimates are compatible with the EOR of 0.12 (0.02, 0.25) per 100 Bq/m3 predicted
by downward extrapolation of the miner data. Collectively, these results provide
direct evidence of an association between residential radon and lung cancer risk,
a finding predicted by extrapolation of results from occupational studies of radon-exposed
underground miners.
Residential radon and risk of lung cancer: a combined analysis of 7 North American
case-control studies. Krewski D, Lubin JH, Zielinski JM, Alavanja M, Catalan VS,
Field RW, Klotz JB, Létourneau EG, Lynch CF, Lyon JI, Sandler DP, Schoenberg JB,
Steck DJ, Stolwijk JA, Weinberg C, Wilcox HB. McLaughlin Centre for Population Health
Risk Assessment, University of Ottawa, Ottawa, Ontario, Canada.
BACKGROUND: Underground miners exposed to high levels of radon have an excess risk of lung cancer. Residential exposure to radon is at much lower levels, and the risk of lung cancer with residential exposure is less clear. We conducted a systematic analysis of pooled data from all North American residential radon studies. METHODS: The pooling project included original data from 7 North American case-control studies, all of which used long-term alpha-track detectors to assess residential radon concentrations. A total of 3662 cases and 4966 controls were retained for the analysis. We used conditional likelihood regression to estimate the excess risk of lung cancer. RESULTS: Odds ratios (ORs) for lung cancer increased with residential radon concentration.
The estimated OR
after exposure to radon at a concentration of 100 Bq/m3 in the exposure time window
5 to 30 years before the index date was 1.11 (95% confidence interval = 1.00-1.28).
This estimate is compatible with the estimate of 1.12 (1.02-1.25) predicted by downward
extrapolation of the miner data. There was no evidence of heterogeneity of radon
effects across studies. There was no apparent heterogeneity in the association by
sex, educational level, type of respondent (proxy or self), or cigarette smoking,
although there was some evidence of a decreasing radon-associated lung cancer risk
with age. Analyses restricted to subsets of the data with presumed more accurate
radon dosimetry resulted in increased estimates of risk. CONCLUSIONS: These results
provide direct evidence of an association between residential radon and lung cancer
risk, a finding predicted using miner data and consistent with results from animal
and in vitro studies.